Tra Le Mans, fracasso infernale e idee ecologiche
«La soluzione migliore sarebbe un tracciato autostradale interamente in galleria da Castione a Cugnasco». L’architetto camorinese Enrico Geiler è da anni che ha posto sotto la lente la questione della viabilità a Bellinzona e dintorni. Cinque anni or sono aveva anche presentato una petizione al Gran Consiglio (respinta in modo chiaro) per realizzare l’allacciamento autostradale A2-A13 lungo la sponda destra del Piano di Magadino. Ora, alla luce del dibattito lanciato nelle scorse settimane dal Corriere del Ticino in merito all’A2 che taglia in due la capitale (copertura, spostamento o interramento), propone una soluzione con un tracciato completamente nel tunnel.
«Nel 1512 l’avevano capito»
Le tesi di Enrico Geiler sono contenute nello studio propositivo che può essere scaricato sul sito www.imparalavita.ch. Secondo il nostro interlocutore l’attuale A2 «verrebbe ridotta, a 2 corsie, a strada di circonvallazione di Bellinzona. Si tratta di un’eventuale copertura e non di un interramento». Occorre ripensare tutto il piano viario e la mobilità nel Bellinzonese, si precisa nel documento: «Questa è probabilmente l’ultima opportunità per farlo e per correggere parzialmente gli errori del passato e dunque di sistemare definitivamente la rete stradale della regione e del Piano di Magadino».
Un’opera, quella ventilata da Geiler, che vedrebbe la luce a tappe e sarebbe l’alternativa «più semplice e logica, la meno costosa, la più ecologica. Lo sapevano già coloro che nel 1512 costruirono il ponte della Torretta sul fiume Ticino». E sarebbe preferibile, sempre a suo dire, a quella di sponda sinistra auspicata dal Cantone che, afferma l’architetto, «sfavorisce il traffico tra Lugano e Locarno e anche quello tra Bellinzona e Locarno è penalizzato da una maggiore lunghezza».
Il malumore della popolazione
Nella Turrita l’autostrada è «diventata un vero incubo. Si sente costantemente tutto il giorno. Abitiamo al quarto piano e già dalle 5 è un fracasso infernale», ci scrive una donna che, alla pari di numerosi bellinzonesi, ha risposto al nostro appello ad esprimersi sull’idea rilanciata dal sindaco Mario Branda durante l’ultima assemblea del Partito socialista di far «sparire» l’A2 dalla vista degli abitanti della capitale. «Le poche aree di svago rimaste a Bellinzona sono lungo l’autostrada. Ma chiamarle aree di svago è assurdo. Almeno dei ripari fonici sarebbero essenziali fin da subito (nel recente passato, ricordiamo, ne sono comunque stati posati; n.d.r.). È inutile continuare a costruire, bisogna anche migliorare la qualità di vita», è lo sfogo amaro della signora.
Quel carassese che sorprende
Favorevole all’eventualità di coprire, interrare o spostare l’A2 è anche un altro abitante, il quale tuttavia rileva che anche nella parte a nord di Bellinzona «siamo sommersi dal traffico. Il futuro semisvincolo, monco, non risolverà i problemi, se non quelli dei giubiaschesi». D’accordo sulla copertura dell’A2 è pure un altro abitante che ha inviato il suo parere a [email protected], anche se «forse è un po’ tardi. Al momento mi sembra campagna elettorale».
Diamo infine voce ad un carassese DOC, il quale si è trasferito per lavoro in Svizzera interna, che racconta cosa vuol dire (con)vivere con la presenza dell’autostrada a due passi da casa. La sua testimonianza, per certi versi, sorprende: «Amio avviso l’A2 non è il problema principale di Carasso e Galbisio. È il male minore, è come quel vicino che non si vorrebbe ma alla fine è sopportabile. Ci abbiamo fatto il callo, oramai».
Attenti agli allievi
Il vero problema, semmai, è la strada cantonale, che in determinati orari «sembra il circuito di Le Mans. Un collegamento pericoloso da attraversare, considerando che vi sono gli allievi che salgono e scendono alle fermate dei bus. Da bambino mi divertivo a guardare quando di fianco a casa la Polizia comunale posava il radar. Chissà se oggi lo fa ancora... Di sicuro le automobili non sono più lente come allora». Il nostro lettore, in conclusione, fa notare che «fra Carasso e Galbisio non esiste nemmeno una ciclabile. Di fronte al vecchio Bagno pubblico, zona a sud del Mövenpick, o si va sul marciapiede o in strada con le auto che viaggiano ad 80 chilometri all’ora e sorpassano anche se c’è la linea continua».
E voi cosa ne pensate? Scriveteci a [email protected]