Tra opportunità e precarizzazione cresce il numero degli interinali

Opportunità per il mercato del lavoro, oppure forma di precarizzazione all’insegna della flessibilità? Mentre a livello nazionale le parti sociali discutono il rinnovo del contratto collettivo del settore, in Ticino il lavoro interinale torna d’attualità: il numero dei lavoratori temporanei, nel 2022, ha infatti superato le 17 mila unità, raddoppiando in soli dieci anni. Un aumento importante denunciato su queste colonne, poche settimane fa, dal presidente dell’Associazione interprofessionale di controllo (AIC), Renzo Ambrosetti, nell’ambito del bilancio annuale delle notifiche di lavoro di distaccati e padroncini. «L’impressione - ha detto Ambrosetti - è che una parte dei lavoratori che in passato entrava come distaccato o padroncino, oggi passi tramite le agenzie di collocamento». E ancora: «Assistiamo a una nuova precarizzazione del mercato del lavoro. Se una volta le aziende assumevano a tempo indeterminato, oggi le ditte preferiscono reclutare persone a tempo determinato».
Visioni a confronto
«Il lavoro temporaneo è fortemente regolato dalla legge e dai contratti collettivi», replica dal canto suo Myra Fischer-Rosinger, direttrice di Swissstaffing, l’associazione mantello svizzera delle agenzie interinali. «A differenza di altre forme di lavoro flessibili, i collaboratori temporanei beneficiano di regole chiare e un alto livello di protezione sociale». Per Igor Cima, sindacalista UNIAe membro della paritetica cantonale del settore, il punto centrale però è un altro: «Effettivamente esiste un CCL nazionale sottoscritto con Swissstaffing che ha portato alla nascita di organi di controllo paritetici. Il lavoro interinale però rimane un posto di lavoro precario perché non dà nessuna certezza sulla durata dell’impiego». In questo contesto, prosegue Cima, è estremamente difficile pianificare il proprio futuro professionale e la propria vita privata: «Basterebbe citare i tempi di disdetta molto rapidi del CCL. Nei primi tre mesi di lavoro, puoi essere lasciato a casa in soli due giorni».
Durante i primi mesi di impiego, il lavoro temporaneo prevede infatti periodi disdetta più brevi, replica Fischer-Rosinger: «Si tratta di un elemento essenziale di flessibilità che implica vantaggi sia per le imprese sia per i collaboratori. Questa flessibilità consente infatti di creare di nuovi posti di lavoro e opportunità di ingresso nel mercato del lavoro. Per gli incarichi temporanei di durata superiore a sei mesi, invece, i periodi di preavviso sono analoghi a quelli previsti per i collaboratori a tempo indeterminato. Non si può dunque parlare di precarizzazione». Insomma, secondo l’associazione mantello, il lavoro temporaneo funge da ponte verso il mercato del lavoro: «Coloro che lavorano su base temporanea aumentano significativamente le loro possibilità di trovare una posizione fissa e spesso rimangono integrati nel mercato del lavoro a lungo termine anche dopo l’impiego temporaneo».
59 agenzie in Ticino
Attualmente in Ticino sono attive 59 agenzie interinali che concentrano la propria attività nel settore del prestito di personale, spiega Cima. «Nel 2022 in Ticino hanno lavorato temporaneamente oltre 17 mila persone, equivalenti a 4.524 impieghi a tempo pieno», aggiunge Fischer-Rosinger. Per quanto riguarda la quota di lavoratori frontalieri, la nostra interlocutrice fa notare che «solo il 5% dei frontalieri attivi in Ticino viene impiegato nel lavoro temporaneo».
L’esplosione
Il numero degli interinali però continua a crescere. «Non è un bel termometro per il Ticino», osserva Cima. Le cause? «Una maggiore ricerca da parte delle aziende di flessibilità. Poter disporre della manodopera quando serve e lasciarla a casa in pochi giorni, fa comodo». Per questo motivo, precisa Cima, «per alcuni settori siamo riusciti a inserire nel rispettivo CCL un limite all’impiego degli interinali». Questo per evitare casi estremi, «per esempio, ditte con un titolare e solo lavoratori interinali sul cantiere, spesso inquadrati nelle categorie salariali più basse».
Pronta la risposta della direttrice di Swissstaffing: «I lavoratori temporanei dispongono di una fitta rete di diritti, tra gli altri ovviamente il salario minimo cantonale». «Quando il lavoratore interinale è assunto presso una ditta dove vige un contratto di forza obbligatoria, in questo caso valgono i salari di quel settore e tutte le disposizioni sul tempo di lavoro annesse», aggiunge Myra Fischer-Rosinger. Il dipendente è inoltre assicurato contro malattia, infortunio e disoccupazione, oltre a disporre di un fondo di formazione paritetico, «che paga le prestazioni di formazione a partire da 88 ore di lavoro». Secondo Myra Fischer-Rosinger, oltre a sopperire alla carenza di personale, il lavoro temporaneo rappresenta uno strumento moderno e ben regolato, sia per le aziende, sia per i lavoratori. «Per le aziende, il lavoro interinale offre la flessibilità necessaria per sopravvivere in un contesto difficile, caratterizzato dalla concorrenza internazionale, un’economia volatile e la sempre più acuta carenza di lavoratori qualificati. Ai collaboratori, invece, il lavoro temporaneo permette di combinare esigenze professionali e private grazie alla flessibilità». La domanda di fondo però è un’altra, ribatte Cima: «Per vostro figlio vorreste un posto fisso o un contratto a tempo determinato?»
La previdenza sociale
L’impatto negativo sul benessere psicologico e finanziario dei lavoratori e delle loro famiglie è evidente, sostiene Cima che allarga la sua riflessione alle ricadute sociali. «L’instabilità del lavoro interinale può rendere difficile per i lavoratori accumulare sufficienti contributi previdenziali per poter godere della pensione in futuro, il che può aumentare ulteriormente i costi per la previdenza sociale a lungo termine». Parte dei costi per la previdenza, in questo caso, sarebbero infatti trasferiti dalle aziende ai contribuenti e alla socialità pubblica. «Questo vale per altre forme di lavoro flessibile, ma non per il lavoro temporaneo», commenta dal canto suo Fischer-Rosinger: «I lavoratori temporanei sono coperti dall’AVS. Per quanto riguarda il secondo pilastro, esiste una soluzione su misura sviluppata dal settore temporaneo stesso, in modo che i lavoratori temporanei siano tutelati per la vecchiaia e l’invalidità, anche se lavorano solo per un breve periodo. Ciò significa che i lavoratori temporanei possono essere assicurati nel 2° pilastro fin dalla prima ora di lavoro». Questo li pone in una posizione migliore rispetto a tutti gli altri lavoratori con altre forme flessibili, conclude Fischer-Rosinger.