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Tracollo Verde, ma Greta Gysin può sognare gli Stati

Persi 5 dei 17 seggi guadagnati quattro anni fa a livello nazionale, ma nonostante il calo di consensi i Verdi ticinesi restano nella Camera Bassa – Nella corsa a quella Alta, la consigliera nazionale uscente precede Bruno Storni e rappresenterà i progressisti al ballottaggio
© CdT/Gabriele Putzu
Nico Nonella
22.10.2023 20:35

Sì, l’onda verde si è ridimensionata. Dopo l’exploit di quattro anni fa, questa tornata elettorale ha regalato al fronte progressista una parziale soddisfazione per non aver perso seggi a fronte di un sensibile calo in termini di schede ottenute (in particolare per gli ecologisti, che dei 17 seggi guadagnati nel 2019, oggi ne hanno persi 5. Ma alla fine conta il risultato pratico e le urne, oggi, hanno dato il loro responso: Verdi e Forum alternativo continueranno ad essere rappresentati a Berna dall’uscente Greta Gysin (Verdi), malgrado la già citata erosione di consensi.

Tuttavia, nonostante l’erosione registrata a livello cantonale e nazionale, i Verdi possono festeggiare per l’ottimo risultato di Gysin nella corsa agli stati. Con 22.321 voti, la consigliera nazionale uscente si è piazzata al quarto posto, dietro Marco Chiesa (UDC), Fabio Regazzi (Centro) e Alex Farinelli (PLR) ma davanti a Bruno Storni (PS). Come da accordi con il PS, sarà dunque lei a presentarsi al ballottaggio per ripetere il «colpaccio» riuscito quattro anni fa alla oggi consigliera di Stato Marina Carobbio.

Uno scenario che il coordinatore del Forum Alternativo Franco Cavalli non esclude: «Con Farinelli e Regazzi che si “faranno la guerra“, la situazione sembra quella di quattro anni fa con Marina Carobbio. Greta è l’unica candidata donna (oltre ad Amali Mirante, ndr) e con parte dei voti di Bruno Storni ha buone possibilità di mantenere il seggio progressista alla Camera Alta. La posizione di partenza è senz’altro migliore di quella che ci si poteva aspettare negli scorsi giorni».

La soddisfazione degli alleati

In ogni caso, al ballottaggio mancano ancora quattro settimane di campagna elettorale e per ora, il «quartier generale» ecologista – che si è dato appuntamento al ristorante AnaCapri di Lugano, a due passi dalla stazione – si è concentrato sul presente. Nel suo discorso a risultati ormai praticamente acquisiti, Gysin ha ammesso che «a livello svizzero la situazione non è bellissima. Nella prossima legislatura cercheremo di fare il massimo a favore dei cittadini. La maggioranza di destra non è risuscita a dare delle risposte ai problemi della popolazione, come l’aumento dei premi di cassa malati. Nonostante questo, è frustrante che vinca».

«Il contesto internazionale, tra guerre, incertezza e rincari, gioca a sfavore dei temi portati avanti da noi Verdi. In generale quando ci si sente minacciati si guarda al presente e non al futuro. Noi non demordiamo, i problemi, al di là dei proclami di chi sta vincendo, non si stanno risolvendo», è stata la lettura della co-coordinatrice dei Verdi, Samantha Bourgoin. Soddisfazione per il risultato è stata espressa anche dagli alleati di lista del Forum Alternativo (la sottolista Sanità, per esempio, ha raccolto quasi l’1% delle schede). Ancora Cavalli: «Il nostro obiettivo era salvare il secondo seggio progressista e per questo ci siamo uniti con i Verdi. Guardando ai dati, da soli probabilmente lo avrebbero perso quindi sono molto contento del risultato raggiunto».

E ora, di nuovo, opposizione

Durante la prossima legislatura, gli ecologisti continueranno sulla strada dell’opposizione. «Il partito nazionale rimane comunque la principale forza d’opposizione in seno alle Camere federali», si legge in una nota stampa diramata in serata. «Il nuovo parlamento uscito dalle urne non aiuterà certo a risolvere le gravi crisi che attanagliano il nostro Paese e la nostra società. Queste crisi si riproporranno nella prossima legislatura in modo più imperioso che mai perché la destra che già oggi governa ha lasciato i problemi irrisolti, anzi li ha acuiti. Ecco perché il nostro ruolo di pungolo è più importante che mai». Già, la destra. La tornata elettorale ha visto un travaso di voti dalla Lega all’UDC, con un sorpasso nella «roccaforte» leghista di Lugano (la lista principale del Movimento di via Monte Boglia ha raccolto il 12,39% dei voti di scheda mentre la principale lista democentrista il 13,98%). «Sono contento: l’UDC è la destra economica pura, sarà più facile combatterla», ha commentato Cavalli.

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