Luganese

Tram più caro: anche Berna pensa a limare il progetto

L’Ufficio federale dei trasporti e la RTTL SA stanno esaminando «le possibilità di ridurre i costi aggiuntivi» – Passare dal Parlamento federale? Non è escluso, ma...
Nico Nonella
25.04.2025 06:00

Riflettono un po’ tutti, sul nuovo preventivo da 759 milioni di franchi per il tram-treno del Luganese. Riflette il Cantone, con il Consiglio di Stato che pubblicherà entro l’estate una richiesta di un credito supplementare di 80 milioni. Riflette la Città, la cui quota parte dovrebbe ammontare a una cinquantina di milioni e che ogni anno ne versa circa 6 al fondo intercomunale per il Piano dei trasporti del Luganese: vi si potrà attingere? In che misura? Dubbi che il capodicastero Sviluppo territoriale e presidente della Commissione regionale dei trasporti del Luganese, Filippo Lombardi, vuole chiarire con il Cantone. Riflette pure Berna, e in particolare l’Ufficio federale dei trasporti (UFT), che ha rilasciato la licenza edilizia per la realizzazione dell’opera: da metà marzo ne sta discutendo con la RTTL SA, società di gestione del progetto. E tra le opzioni sul tavolo, come ci viene confermato dalla Confederazione stessa, c’è anche la possibilità di limare l’esborso. Finora, come scrive l’UFT al Corriere del Ticino, «attualmente sono in corso delle trattative tra con la RTTL nell’ambito delle quali si esamina anche le possibilità di ridurre i costi aggiuntivi».

Investimenti per 16 miliardi

L’ufficio federale ricorda poi che «l’approvazione formale di questi costi non è di competenza dell’UFT (vedi l’edizione del 27 marzo scorso, ndr) bensì del Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni». Ciò «nell’ambito dell’approvazione della rispettiva convenzione di attuazione». Il progetto del tram-treno, lo ricordiamo, rientra nella Fase di ampliamento 2035, un programma federale per il quale il Parlamento ha stanziato investimenti per circa 16 miliardi di franchi con l’obiettivo di aumentare le capacità nel traffico a lunga distanza e suburbano e di potenziare l’offerta. Ne fanno parte circa 200 ampliamenti di diversa portata, per esempio una galleria per un collegamento diretto Neuchâtel–La Chaux-de-Fonds, le gallerie Brütten e Zimmerberg II nella regione di Zurigo e l’ampliamento della galleria di base del Lötschberg. A questi si aggiungono potenziamenti tra Yverdon, Losanna e Ginevra (nuova galleria Morges–Perroy) e al nodo di San Gallo.

Camere sì, Camere no?

Tutto questo ci porta a una questione aperta. Gli 80 milioni che si appresta a chiedere il Consiglio di Stato (da aggiungere ai 63 già stanziati) dovrà passare al vaglio del Legislativo: sarà lo stesso per la quota parte della Confederazione, che copre il 58% dei costi totale? In caso di sorpasso di spesa, bisognerà tornare in Parlamento? Per rispondere a questa domanda è necessaria una doverosa premessa: sul «+269 milioni di franchi» hanno influito principalmente due voci: il rincaro generale dei prezzi (una sessantina di milioni) e le modifiche al progetto che hanno portato a costi aggiuntivi. Per quanto riguarda il rincaro (sono cambiati gli indici di riferimento dei prezzi), a livello federale esso è già «compreso» nel credito totale.

Opere aggiuntive

Leggermente diversa la questione dei maggiori costi dovuti a modifiche del progetto. «Se per il progetto in questione si dovesse rendere necessario un aumento del credito per la fase di ampliamento 2035, la competenza spetterebbe all’Assemblea federale», ci ha risposto l’Ufficio federale dei trasporti. «È questa l’abituale procedura seguita all’insorgere di costi aggiuntivi per progetti ferroviari previsti dai programmi di ampliamento della Confederazione. Nella sessione primaverile del 2024, per esempio, il Parlamento ha approvato (nell’ambito delle e fasi di ampliamento ferroviario 2025 e 2035, ndr) costi aggiuntivi e adeguamenti di progetto per un totale di 3 miliardi di franchi. In merito agli adeguamenti del credito per il tram-treno Luganese e altri progetti che subiscono un rincaro, il Parlamento deciderà con ogni probabilità nel 2027, nel quadro del prossimo messaggio sull’ampliamento». Stando a quanto abbiamo potuto appurare, l’idea è quella di «compensare» questi maggiori costi all’interno del maxicredito da 16 miliardi, recuperandoli per esempio da uno o più progetti compresi nella Fase di ampliamento eventualmente ridimensionati, cancellati o posticipati. L’obiettivo è restare sotto il limite prefissato, ma se questo bilanciamento non fosse possibile, l’Assemblea federale dovrà esprimersi su un eventuale «sorpasso» di spesa globale. Non si esprimerà cioè solo sulla rete ferroviaria ticinese, ma su tutta la fase di ampliamento. Per il tram-treno, si parla comunque di un centinaio di milioni a fronte di 16 miliardi di investimenti. 

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