Ticino

Un preventivo (forse) meno faticoso

La maggioranza della Gestione, composta da PLR, Centro e Lega, sembra intenzionata a portare il Preventivo 2025 in aula nella sessione di dicembre, evitando dunque i ritardi dello scorso anno – PS e Verdi da una parte e UDC dall’altra presenteranno invece due rapporti di minoranza
©Chiara Zocchetti
Paolo Gianinazzi
19.11.2024 21:00

Di questi tempi, specie in politica, di certezze ve ne sono ben poche. Usare il condizionale è quindi d’obbligo. Ma parrebbe che il Preventivo 2025, almeno nelle intenzioni, sia destinato ad avere una vita un po’ meno tribolata rispetto al suo predecessore. Ergo: il documento contabile dovrebbe giungere in aula a dicembre, evitando ritardi, come avvenuto lo scorso anno, quando il Preventivo 2024 venne approvato solo in febbraio. Il tempo stringe, va detto, poiché i partiti hanno ancora solo una settimana di tempo per affinare i dettagli e firmare il rapporto commissionale. Tuttavia, sembrerebbe che in Commissione gestione e finanze la maggioranza composta da PLR, Centro e Lega sia intenzionata ad andare in questa direzione (magari inserendo anche qualche «limatura» in più per correggere la spesa verso il basso), mentre PS e Verdi da una parte e l’UDC dall’altra presenteranno i rispettivi rapporti di minoranza. Ovviamente anche nella maggioranza, con ogni probabilità, non mancheranno le cosiddette «firme con riserva» al rapporto, così come potrebbero non mancare gli emendamenti. Ma, appunto, anche se in aula giungeranno ben tre rapporti, se tutto andrà liscio a fine anno il Cantone dovrebbe avere il suo preventivo.

Un percorso a ostacoli, e con i Comuni...

«Andare in aula a dicembre? Diciamo che questa è l’intenzione. Poi bisognerà vedere se troveremo una condivisione sull’impostazione. Oggi siamo entrati nel merito, e quindi la discussione è ancora aperta», spiega il presidente della Gestione, Bixio Caprara (PLR). Anche perché, aggiunge, «i punti critici sono evidenti: quando bisogna fare una correzione della spesa non si ricevono applausi. Ma siamo davanti a un preventivo con oltre 100 milioni di deficit e quindi la correzione va fatta». Un «percorso pieno di ostacoli che dovremo fare tutti assieme, anche con i Comuni e tutti gli enti coinvolti». Già – a proposito di Comuni –, molti di essi in queste settimane hanno fatto sentire la loro voce, chiedendo al Cantone di smetterla di riversare ulteriori oneri agli Enti locali. «È chiaro che – spiega a tal proposito Caprara – c’è disponibilità a incontrarli, perché come detto è un percorso che dobbiamo fare assieme. La soluzione non può essere trovata a favore di uno e a scapito dell’altro». Allargando lo sguardo, Caprara invita poi a interrogarsi sul dialogo tra i due livelli istituzionali: «È importante capire se queste piattaforme di dialogo, questi tavoli di lavoro, sono ancora attuali: ci sono progetti che vanno chiusi? Occorre ripartire con basi diverse?», si chiede Caprara. «Perché mi pare che oggi siamo bloccati e anche la riforma Ticino2020 (ndr. che doveva ridefinire i flussi finanziari e i compiti tra Cantone e Comuni) stia diventando un titolo senza contenuto».

I dettagli da affinare

Tornando al preventivo, il presidente del PLR, Alessandro Speziali, invita a non perdersi in un bicchiere d’acqua. «Dobbiamo essere molto realisti: occorre dare un preventivo al Cantone, anche per finanziare servizi fondamentali su tutto il territorio». Insomma, occorre evitare quanto accaduto lo scorso anno. «E nel frattempo – aggiunge –, la maggioranza può lavorare a pacchetti di misure da qui al 2028-2030 che possano rivedere, ad esempio, alcuni mandati di prestazione». Un lavoro che «non per forza deve cadere già con questo preventivo». Come dire: ora si approvino i conti del 2025, e poi sul medio termine ci si concentri sulla revisione della spesa e «sugli strumenti di rilancio che porterebbero un indotto positivo per le finanze».

La Lega, dal canto suo, insiste in particolare su tre misure. «Sarebbe giusto che il Parlamento compensi almeno i 23 milioni di mancati ricavi che ha deciso recentemente», spiega il capogruppo Boris Bignasca facendo riferimento alla bocciatura della tassa di collegamento e del meccanismo di compensazione della progressione a freddo. Per la Lega, come si diceva, le strade da percorrere sono tre: «Crediamo si possa tagliare un 4-5% delle spese per beni e servizi, in particolare per commesse pubbliche sì legittime, ma superflue. Dopodiché chiediamo, come fatto nel 2024, di allineare la spesa per gli asilanti a quanto riceviamo dalla Confederazione. E, più in generale, chiediamo che anche gli alti funzionari dell’amministrazione siano più responsabilizzati rispetto agli obiettivi da raggiungere in termini di spesa pubblica».

«Non è certo un preventivo per cui si fanno si salti di gioia», evidenzia dal canto suo il capogruppo del Centro, Maurizio Agustoni. Detto ciò, «ora c’è un’ultima settimana per verificare se ci sono spazi per altre misure di contenimento della spesa, ma difficilmente ci sarà uno stravolgimento rispetto all’impostazione del messaggio del Governo». E anche se «il passaggio più problematico è già stato risolto, ossia l’aumento delle entrate (ndr. con la tassa di collegamento e la progressione a freddo)», restano comunque altre misure nel Preventivo 2025 definite da Agustoni come problematiche: «Penso al ribaltamento degli oneri ai Comuni in materia di scuole comunali, oppure al mancato rimborso del materiale scolastico per gli allievi delle scuole private non parificate». Detto altrimenti: c’è ancora modo di migliorare il documento, ma come detto difficilmente in una settimana si potrà «stravolgere» il preventivo.

Da parte del PS sarà stilato un rapporto di minoranza che, come rileva il capogruppo Ivo Durisch, «è contrario all’impostazione del Governo e della maggioranza che mette l’accento solo sulla spesa. Una strada che, come pur i Comuni hanno fatto notare, è destinata solo a picchiare contro un muro». Il terzo rapporto di minoranza, infine, giungerà dai banchi dell’UDC. Come conferma la deputata Roberta Soldati, il partito stilerà un rapporto contrario: «Siamo sempre stati molto critici. E i fatti ci danno ancora ragione: si tratta di un preventivo ancora poco coraggioso, con misure poco incisive».