In aula

Un'amministrazione infedele con Scientology sullo sfondo

Ma per la difesa il controverso movimento religioso è in primissima fila: sarà uno dei punti centrali del processo ai danni di un commerciante in materie prime accusato di amministrazione infedele per 15 milioni e truffa per 10
©CdT/Gabriele Putzu
Federico Storni
14.10.2024 20:06

Lo spettro di Scientology aleggia sull’aula penale di Lugano. Ma che sia una mera nota di colore o un elemento centrale del procedimento apertosi oggi di fronte alla Corte delle assise criminali presieduta dal giudice Amos Pagnamenta, lo si capirà meglio a partire da domani. La prima giornata di processo è infatti stata per certi versi interlocutoria e spesa nella sua quasi integrità a evadere - meglio: respingere - le dieci istanze proposte dai legali del principali imputato, un 53.enne ex direttore di una (o più) società attive nel commercio dell’acciaio. Gli avvocati Tuto Rossi e Damiano Salvini hanno infatti riproposto - come loro diritto e senza successo - al plenum diverse richieste già respinte dal solo Pagnamenta nella fase predibattimentale. La giornata di domani sarà invece dedicata agli interrogatori e, verosimilmente, alla versione dell’accusa - titolare dell’incarto è la procuratrice pubblica Veronica Lipari - e dell’accusatrice privata.

La fattispecie (per l’accusa)

Di Scientology, nell’atto d’accusa, praticamente non si parla, se non per segnalare come alcuni milioni che sarebbero provento di reato fossero andati al controverso movimento religioso - in Svizzera non è riconosciuto come tale - di cui l’imputato era membro e forte donatore. L’accusa a suo carico è piuttosto tecnica: gli si contesta in sostanza di aver danneggiato, tramite operazioni in parte fittizie o gonfiate e fatture false, il patrimonio di due società a lui riconducibili allo scopo di procurarsi un indebito profitto. Una di queste società, con sede a Lugano, oggi è totalmente controllata da un’altra società con sede negli Stati Uniti, in Delaware. Quest’ultima è riconducibile a una miliardaria americana che è probabilmente la maggiore finanziatrice di Scientology. Ed è attraverso questa società che la donna ha prestato dieci milioni a quella ticinese per farla crescere. Soldi che in gran parte ora vuole riavere, sostenendo che il 53.enne li abbia usati per scopi propri. Tecnicamente è stata una denuncia da parte dell'avvocato Goran Mazzucchelli, legale della società ticinese controllata da quella americana, a fare partire l’inchiesta e a portare in carcere l’imputato, che si trova in cella da giugno del 2023. Lipari, data la presenza degli assessori giurati, prospetta per l’uomo una pena superiore a cinque anni. Con lui, fra l’altro, alla sbarra vi è l’ex responsabile finanziario della società ticinese, difeso dall’avvocato Paolo Bernasconi. Deve rispondere in complicità dell’aver emesso una singola fattura falsa.

Con gli occhiali della difesa

«Il continuo richiamo della difesa a Scientology è puro gossip - ha affermato Mazzucchelli (la società ticinese controllata da quella americana si è costituita accusatrice privata) -. Questa è una volgare vicenda di malversazione finanziaria da parte di un amministratore che con Scientology non c’entra nulla». Di diverso avviso la difesa: «Tutte le persone coinvolte nell’inchiesta sono membri di Scientology - ha detto l’avvocato Salvini -. Anche se vogliono fare credere che stessero facendo affari, le due cose non possono essere scisse». La tesi difensiva, per ora emersa solo in controluce nelle richieste pregiudiziali, è infatti che il prestito da 10 milioni servisse a far crescere la società per permetterle di fare più utili che sarebbero confluiti tramite donazioni nelle casse di Scientology. Questo accordo, che sarebbe stato noto a tutte le parti, per qualche motivo è però saltato e, secondo la difesa, il 53.enne sarebbe prima stato estromesso dalla sua società e poi punito.

Le tante pregiudiziali

Quanto alle numerose richieste pregiudiziali della difesa, esse riguardavano una formulazione troppo vaga dell’accusa, l’estromissione delle due società dal processo non riconoscendo loro di essere state danneggiate, la richiesta di interrogare diversi membri di Scientology, e la conoscenza delle lingue (Salvini: «Chiediamo ci venga confermato che la Corte conosce l’inglese giuridico statunitense». Pagnamenta: «Non siamo qua a rispondere agli interrogatori della difesa. La Corte ha letto e capito i documenti»). Non è mancato un momento quasi surreale, quando Rossi ha detto agli assessori giurati che «vogliono tenervi nascosti i contenuti del telefono dell’imputato». Un affondo subito rintuzzato da Lipari: «La copia forense è agli atti a disposizione di tutti». Lo stesso ha ribadito Pagnamenta.

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