Uno tsunami per il ceto medio, cittadini da chiamare alle urne
Primo gennaio 2025. Una data che a molti potrebbe sembrare lontana, ma che il centro-destra della politica ticinese ha già segnato in rosso sul calendario. Ogni vent’anni, infatti, la legge prevede che i valori di stima di tutto il parco immobiliare siano aggiornati. E, lo avrete capito, il prossimo aggiornamento in Ticino avrà effetto proprio dal 2025. A questo giro, però, in molti si aspettano che gli attuali valori vengano raddoppiati. Ciò, tradotto in soldoni, significherebbe raddoppiare pure le imposte sulla sostanza a carico dei proprietari di case o appartamenti. Uno scenario che il centro-destra vuole evitare a tutti i costi. Ecco perché un comitato promotore composto dai quattro partiti borghesi (UDC, Lega, PLR e Centro/PPD) ha lanciato un’iniziativa popolare che intende modificare la Costituzione cantonale, inserendovi un semplice principio: le revisioni generali dei valori di stima devono essere «neutralizzate», sia dal punto di vista fiscale che da quello delle prestazioni sociali, degli aiuti e dei sussidi. Detto altrimenti: all’aumento dei valori di stima (inevitabile e previsto dalla legge), dovrà sempre corrispondere un intervento delle autorità per far sì che lo stesso non incida sul «borsellino» dei cittadini.
Quattro ruote motrici
«Abbiamo formato un ‘‘4X4’’, con quattro rappresentanti di altrettanti partiti, per neutralizzare uno tsunami, in difesa dei proprietari di casa e degli inquilini», ha esordito il deputato democentrista Paolo Pamini. «L’idea dell’iniziativa è nata a un Comitato dell’UDC, ma da subito ci siamo detti di allargare la proposta a tutti gli altri partiti. E oggi siamo fieri di presentare un’iniziativa popolare che è il frutto della destra interpartitica liberal-conservatrice», ha aggiunto.
Anche perché, se la politica non intervenisse contro il prospettato aumento dei valori di stima, «ci ritroveremmo con un maggior prelievo fiscale di circa 280 milioni a livello cantonale e 220 milioni a livello comunale». Sarebbe «uno tsunami per il ceto medio».
Va poi detto che lo stesso fronte borghese si è già mosso pure a livello parlamentare, con proposte simili a quella presentata ieri a Lugano. Il Comitato promotore ha però voluto dare più ‘‘peso’’ alla propria azione, raccogliendo le firme per portare il popolo alle urne. «Riteniamo sia opportuno che siano i cittadini a decidere se concordano con questo principio», ha spiegato la deputata del Centro/PPD Sabrina Gendotti. Oltre a ciò, ha aggiunto, «sancire questo principio nella Costituzione ci garantisce che qualsiasi modifica futura dovrà anch’essa essere sottoposta al popolo». Senza dimenticare che «l’articolo costituzionale vincola sia il Cantone che i Comuni».
Impatto non solo fiscale
Non va poi dimenticato che i valori di stima hanno conseguenze non solo dal punto di vista fiscale. Essi incidono su una ventina di leggi. Ad esempio? Il calcolo delle rette per le case anziani si basa anche su questo parametro. La stessa cosa vale per la concessione di borse di studio, oppure per le prestazioni complementari alla rendita AVS. A un aumento dei valori di stima, dunque, potrebbe corrispondere una diminuzione delle persone beneficiarie di questi aiuti. Ecco perché, come fatto notare dal deputato Fabio Schnellmann (PLR), «se non bloccassimo l’aumento dei valori di stima, andremmo a creare ulteriore povertà in Ticino. È sbagliato pensare che chi possiede una casetta sia ricco». Guardando poi al pareggio di bilancio per le finanze cantonali, Schnellmann si dice convinto che l’obiettivo resta raggiungibile e che occorre «una gestione oculata delle uscite, senza continuare a mettere la mani nelle tasche dei cittadini». Oppure, per dirla con le parole di Pamini: «L’aumento dei valori di stima non dovrà servire a fare ‘‘cassetta’’».
Dal canto suo, il deputato Michele Guerra (Lega) ha ricordato che «già oggi in Ticino la proprietà è discriminata. E un aumento dei valori di stima sarebbe un’ulteriore discriminazione». E a tutto ciò, va sommato l’attuale contesto macroeconomico: «Se dovesse aggiungersi pure l’aumento dei valori di stima, sarebbe un macigno per il ceto medio».
La reazione
Un’opinione ben diversa sulla proposta del fronte borghese viene fornita dal capogruppo del PS Ivo Durisch, da noi raggiunto al telefono. «Neutralizzare l’aumento dei valori di stima di fatto significa – ancora una volta – fare degli sgravi, stimati dagli stessi iniziativisti in circa 500 milioni». Per Durisch si tratta quindi dell’ennesima misura a favore dei redditi alti: «Anche se loro dicono il contrario, così facendo si favoriscono i grandi capitali. Dicono che è mirata per il ceto medio. Ma prima voglio vedere con quali misure concrete intendono neutralizzare l’aumento... Sono sempre stati maestri nell’aiutare i benestanti. Pensiamo, invece, a ciò che potremmo fare per aiutare il ceto medio con 500 milioni. Potremmo allargare i beneficiari di sussidi cassa malati o aumentare le misure di politica famigliare, oltre a pensare a un aiuto concreto agli anziani con poche entrate, ma una casa propria».