L'intervista

«Zanini in lista? Tra quattro anni avremmo lo stesso problema»

A Lugano incombe la discesa di Amalia Mirante e in casa PS resta da sciogliere il nodo Zanini Barzaghi – Ne parliamo con il capogruppo Carlo Zoppi
© CdT/Chiara Zocchetti
Nico Nonella
28.11.2023 06:00

Le Comunali del 2024 sono dietro l’angolo e risultati delle ultime Federali vi hanno visto in calo a Lugano. Come se lo spiega?
«L’aspetto positivo è che i voti d’area sono rimasti stabili. Come partito direi che siamo in linea con il calo generale avvenuto nel cantone. I fattori dietro a questo trend sono molti, fra cui la direzione presa dal PSS su temi strategici come l’adesione all’UE. Una politica utile forse ai poli urbani dell’altopiano ma meno adatta alle regioni periferiche come la nostra che vivono tutt’altra situazione. Ci sono poi fattori locali che non hanno aiutato la causa della sinistra unita, come la spaccatura interna al partito che ha favorito la nascita di altri movimenti, generando una divisione sia interna che tra i suoi elettori portando a un indebolimento del fronte progressista».

Quanto è concreta la possibilità di perdere il seggio in Municipio?
«Un rischio c’è ma abbiamo ancora tutte le carte da giocare per scongiurare questo scenario e ottenere un buon risultato. Dobbiamo crederci e lottare uniti. Una presenza socialista nella prima città del cantone è indispensabile e la frammentazione aiuta solo la destra. Seppure in maniera discreta, i rappresentanti socialisti sono riusciti a portare cambiamenti importanti a favore della popolazione».

Dobbiamo pensare al bene della sinistra su un periodo più lungo di una legislatura

Come difenderlo? Con un nome forte oppure con tanti volti nuovi?
«Dobbiamo pensare al bene della sinistra su un periodo più lungo di una legislatura e garantire un ricambio nelle persone impegnate per la cosa pubblica. Indubbiamente, un rinnovamento nel Municipio porterebbe nuove energie e agevolerebbe un dialogo più stretto sulle problematiche effettivamente percepite dalla popolazione».

L’uscente Cristina Zanini Barzaghi si è detta a disposizione per un altro mandato in deroga. È evidente che la questione non è stata risolta per tempo: non temete possa penalizzarvi?
«Focalizzarsi su nuovi volti a livello comunale potrebbe favorire risultati più significativi. Concentrare più cariche su poche persone non è una soluzione ottimale. Si rischia di non svolgere bene le proprie funzioni. Il ricorso all’usato sicuro potrebbe portarci a guadagnare forse una legislatura, ma ci ritroveremmo fra quattro anni ancora alle prese con lo stesso problema e magari con meno alternative a disposizione».

Lei sarà della partita?
«Mi sono messo a disposizione perché credo che il coraggio apra nuove prospettive e offra nuove opportunità mentre la paura ci arrechi solo danno. È importante che ci sia una persona competente sui dossier, che conosca la città, che sappia costruire ponti con le altre forze politiche e che rappresenti anche la popolazione con cui vive e passa gran parte delle proprie giornate».

Vi preoccupa di più la fine dell’alleanza con i Verdi oppure l’annunciata candidatura di Amalia Mirante con Avanti e MTL?
«Mi dispiace che i Verdi non siano della partita. Una decisione che rispetto e che ho interpretato come una questione loro interna e non rivolta contro di noi, anche perché in Consiglio comunale abbiamo lavorato bene in maniera sinergica. Ritengo però che in politica sia fondamentale coniugare competenza, empatia e una profonda comprensione delle problematiche locali. Ho dedicato molti anni alle persone e ai progetti locali ora mi sento pronto per contribuire al benessere della nostra comunità, offrendo un servizio attento e mirato alle reali esigenze dei cittadini, come gli effetti sempre più evidenti del rincaro generale dei costi della vita e un mercato del lavoro sempre più selvaggio. La politica dovrebbe essere guidata dalla volontà di risolvere problemi e migliorare la vita della comunità, piuttosto che cercare popolarità con dichiarazioni generiche. Confido che i cittadini siano in grado di distinguere chi è autenticamente impegnato nel servizio pubblico comunale e chi non conosce la città e la considera una soluzione di ripiego.

Come sinistra non possiamo rimanere sordi di fronte a quelle fasce della popolazione più fragili che chiedono di essere tutelate e che ora preferiscono affidarsi a forze politiche ai nostri antipodi

In questi anni il gruppo PS ha spesso sposato la linea del Municipio su alcuni temi, come la gestione pubblica dell’aeroporto, mentre la linea della direzione era più critica. Che cos’è quindi il PS di Lugano? Partito di governo o di opposizione?
«Il gruppo in Consiglio comunale è una forza costruttiva che si impegna ad affrontare i problemi e a modificare in meglio la situazione nel mondo reale. Questo lo si può fare solo valutando i temi caso per caso, per capire ad esempio dove privilegiare un utilizzo oculato delle risorse e dove invece promuovere progetti che contribuiscano alla qualità di vita. Purtroppo, oggi, sembra che sia favorito chi alza di più la voce, ma urlare non porta necessariamente dei risultati. Anche profilarsi a tutti i costi e dire di no a tutto serve a poco. La chiave potrebbe essere la capacità di trovare soluzioni attraverso il dialogo. Abbiamo costantemente difeso le questioni cruciali per la sinistra e promosso iniziative razionali attraverso la comunicazione con il Municipio e le altre forze politiche».

In ottica Comunali avete consolidato l’alleanza con il PC, il cui elettorato fra l’altro, alle ultime Federali, ha mostrato un forte sostegno (1.400 voti) al democentrista Marco Chiesa. Considerato che le idee dei comunisti, soprattutto a livello nazionale e internazionale, sono molto diverse dalle vostre, non è un controsenso correre con loro?
«Oggi è meno importante di un tempo la suddivisione classica fra destra-sinistra. Ci sono nuove fratture sociali che stanno prendendo sempre più piede, come quella fra perdenti e vincenti del sistema economico attuale. Come sinistra non possiamo rimanere sordi di fronte a quelle fasce della popolazione più fragili che chiedono di essere tutelate e che ora preferiscono affidarsi a forze politiche ai nostri antipodi. La collaborazione a livello comunale funziona bene. Non siamo d’accordo su diversi temi con il PC e rimarchiamo le nostre differenze senza trasformarle in totem insuperabili. Insieme possiamo costruire un’azione politica unitaria sui temi che condividiamo, concentrandoci sulla nostra reale priorità: contrastare le politiche liberiste che indeboliscono lo Stato, i servizi pubblici e rendono i cittadini una semplice forza lavoro».

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