Camere

Torna il doppio cognome, ma quante sono le possibili combinazioni?

Il Nazionale, dunque, ha trovato una soluzione per permettere alle coppie sposate di scegliere liberamente come chiamarsi – Gianini (PLR): «È un'esigenza della società» – Rimane l'incognita per le prossime generazioni: la parola ora agli Stati
©Chiara Zocchetti
Luca Faranda
06.06.2024 21:00

«Tòs det chi ti?». Un’espressione che in Leventina – in realtà un po’ ovunque, anche se in altre forme – si sente spesso per sapere di chi si è figli. Solitamente, già dal cognome è possibile arrivare a una risposta. Ma non sempre, anzi. «Pensiamo alle famiglie “non tradizionali”, oppure a chi si è sposato più volte. Non è sempre facile capire chi è figlio di chi solo dal cognome», aveva fatto notare a marzo il consigliere nazionale Simone Gianini (PLR). Le cose, in futuro, si faranno ancora più complicate? È ancora presto per dirlo, ma sui banchi della Camera del popolo è tornata per l’ennesima volta la questione della reintroduzione dei doppi cognomi.

Una decisione sbagliata

Fino al 2013 il diritto imponeva il cognome del marito o al massimo, per la moglie, il doppio cognome. In seguito a una sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo, il Parlamento aveva poi deciso di cambiare la legge, dando la possibilità di adottare il cognome della moglie, ma escludendo il doppio cognome. Da oltre undici anni, dunque, non è più possibile avere formalmente un doppio cognome: è ancora permesso averlo sulla carta d’identità o sul passaporto (è il cosiddetto cognome d’affinità), ma non sugli atti o sui certificati ufficiali. Lì bisogna scegliere solo uno dei due cognomi.

Nel dicembre 2017, l’allora consigliere nazionale Luzi Stamm (UDC/AG) aveva così chiesto - tramite un’iniziativa parlamentare - di modificare nuovamente la legge per consentire alle persone che si uniscono in matrimonio di adottare il doppio cognome. Nel frattempo sono passati oltre sei anni, ma il Parlamento non è ancora arrivato a una soluzione: c’era ampio consenso sulla possibilità di lasciare libera scelta ai coniugi, ma la politica si è poi inceppata quando la discussione ha riguardato i figli.

Errore di valutazione

Da oggi, finalmente, qualcosa si è mosso. «È una storia lunga e travagliata, dovuta a un errore di valutazione: mi chiedo come sia stato possibile arrivare al cambiamento di legge del 2013 che ha addirittura peggiorato le cose per le donne, impedendo il doppio cognome e quindi, di fatto, nella nostra società, obbligando di nuovo a prendere unicamente quello del marito», spiega Simone Gianini, membro della Commissione degli affari giuridici, che da tempo cerca di trovare la quadratura del cerchio su questo dossier.

In futuro ci sarà quindi piena libertà di scelta: i coniugi potranno nuovamente optare per il doppio cognome. Questa modifica del Codice civile – che ora passerà all’esame del Consiglio degli Stati – è stata approvata oggi a larga maggioranza dal Consiglio nazionale (a opporsi è stato parte del gruppo parlamentare dell‘UDC). «Siamo soddisfatti, perché è un’esigenza della società, richiesta dalla popolazione», spiega Gianini. Poco prima, in aula, il «ministro» della Giustizia Beat Jans aveva sottolineato l’importanza di questa riforma anche a nome del Consiglio federale. «La legge attuale non risponde ai bisogni delle persone».

Non più di due

Per principio, «ciascun coniuge conserva il proprio cognome». Tuttavia, su richiesta si potrà scegliere tra una lunga serie di combinazioni, come il cognome dell’altro coniuge o il doppio cognome. «Oltre a tutte queste possibili varianti, si potrà anche scegliere se inserire o meno il trattino per dividere i cognomi», aggiunge Gianini. In totale, dunque, sono oltre venti le possibili alternative. Anche perché i coniugi non devono necessariamente scegliere le stesse combinazioni.

Le cose, tuttavia, si fanno molto più complicate se uno o entrambi i coniugi hanno già cognomi composti (ad esempio Croci-Torti e/o Gut-Behrami). L’unica regola: non sarà possibile avere più di due cognomi. Saranno tuttavia ammesse tutta una serie quasi infinita di alternative. Eccone alcune (con e senza trattino):Croci-Behrami; Behrami Torti; Gut-Croci; Behrami Gut; Torti Croci; solo Gut; solo Torti e via dicendo.

E i figli? Questo è l’argomento più controverso che ha bloccato finora il dossier (l’ultima volta lo scorso marzo) a causa della complessità di applicazione, in particolare per quanto riguarda le future generazioni.

Società conservatrice

Il Nazionale, per semplificare il progetto, ha deciso di non estendere ai figli la possibilità di avere un doppio cognome. Ciò significa che mamma, papà e figli potrebbero avere tutti cognomi diversi. Rispetto a oggi si tratta di un passo indietro: i figli di un’ipotetica coppia sposata (riprendendo l’esempio di Gut-Behrami e Croci-Torti), ad esempio, potranno chiamarsi solo Gut, solo Behrami, solo Croci oppure solo Torti. Nessun’altra opzione. E dovrebbero stabilirlo in occasione del matrimonio.

Quale sarà il futuro? «Io sarei stato per una soluzione più liberale, permettendo quindi anche ai figli di avere un doppio cognome che rispecchiasse, se desiderato, la discendenza dai due genitori o almeno di quello che già ne porta uno doppio. Vedremo nella pratica quale sarà l’effetto della soluzione infine adottata, anche se temo che la tendenza rimarrà quella di una società piuttosto conservatrice – ci confida Gianini – con la propensione, in una coppia sposata, a dare ai figli il cognome del padre (oggi succede circa in tre casi su quattro, ndr). Vedremo se l’apertura nella scelta del cognome dei coniugi contribuirà a cambiare le cose».