Processo

Tragedia di Sementina: «Avanzando alla cieca ha infranto tutte le norme di sicurezza»

È stato condannato a 10 mesi di detenzione sospesi per omicidio colposo il 61.enne che il 28 giugno 2023 investì e uccise una 17.enne del Bellinzonese — L'accusa aveva chiesto un anno di carcere sospeso — La difesa il proscioglimento
© CdT/Gabriele Putzu
Irene Solari
18.02.2025 14:33

«Avanzando alla cieca ha infranto tutte le più basilari norme di sicurezza e di prudenza, venendo meno al dovere di diligenza che spetta ad ogni automobilista in queste situazioni. La sua colpa è grave sia dal punto di vista oggettivo che soggettivo». Così il giudice Amos Pagnamenta ha motivato la sentenza nei confronti del camionista 61.enne che il 28 giugno 2023 a Sementina investì e uccise una 17.enne del Bellinzonese, condannandolo per omicidio colposo a una pena di 10 mesi di detenzione sospesi per un periodo di prova di due anni.

Questa mattina l'accusa, rappresentata dal procuratore pubblico Zaccaria Akbas, aveva chiesto una pena detentiva sospesa di un anno. Il difensore Andrea Rigamonti, dal canto suo, si era invece battuto per il proscioglimento dell'imputato.

«Non era attento»

«La triste realtà è che l'imputato non era attento su quanto avveniva nella direzione di marcia mentre aveva rimesso in moto il camion, perché la sua testa era girata in un'altra direzione», ha proseguito Pagnamenta. «Se avesse prestato l'attenzione necessaria si sarebbe reso conto che la moto della giovane che si trovava proprio davanti a lui non era partita o che lei aveva perso il controllo del veicolo scivolando a terra. In ogni caso si sarebbe potuto fermare».

Su quest'ultimo punto - ha aggiunto il presidente della Corte - non è stato possibile determinare con certezza assoluta se la moto della vittima fosse rimasta ferma all'incrocio o se la giovane avesse sbagliato la manovra cadendo a terra, «ma in ogni caso questa distinzione non è stata ritenuta determinante dalla Corte nel motivare la sentenza». Infatti, ha proseguito il giudice, «se l'autista del camion avesse prestato la dovuta attenzione alla direzione di marcia si sarebbe accorto della sua presenza». Inoltre il nesso causale non è stato interrotto (come sostenuto dalla difesa) dall'eventualità che la giovane abbia perso repentinamente il controllo della moto: «Gli automobilisti devono sempre prestare attenzione e prevedere ampiamente i movimenti degli altri utenti della strada».

Un altro punto sollevato dal presidente della Corte riguarda il fatto che la 17.enne avesse la 'L' di allieva conducente sul proprio mezzo. «L'imputato aveva visto la 'L' ed era consapevole della situazione. In questi casi bisogna tener conto dei rischi accresciuti: il fatto che fosse un'allieva conducente imponeva a maggior ragione una prudenza accentuata».

Una tragedia

Il caso approdato oggi in aula è quello del tragico incidente avvenuto a Sementina il 28 giugno 2023. Un incidente che aveva spezzato la vita di una 17.enne del Bellinzonese. La giovane, mentre circolava all’incrocio tra le vie Ticino e Locarno in sella alla sua motocicletta, era stata investita dal camion guidato dal 61.enne che la seguiva procedendo nella stessa direzione. Vani, purtroppo, i soccorsi: la 17.enne era deceduta sul posto a causa delle gravi ferite. Una vera e propria tragedia che aveva scosso tutto il Cantone, suscitando profondo cordoglio e incredulità nella popolazione.

«Avrebbe dovuto vederla»

Una distrazione, seppur di pochi secondi, che non sarebbe mai dovuta avvenire, ha evidenziato questa mattina in aula l'accusa. «La moto della vittima, che si trovava ferma insieme a quella del padre davanti a lui prima di immettersi nell'incrocio, era ben visibile dal camion anche dallo specchietto di ingombro fino a due secondi prima dell'impatto, così come la 'L' che richiamava l'attenzione sul fatto che la giovane fosse un'allieva conducente», ha proseguito il pp citando la perizia fatta sulle cause dell'incidente. «L'imputato non è stato attento a quanto avveniva davanti a sé, ha girato la testa a sinistra mentre aveva già messo in moto il camion senza guardare nella direzione di marcia e così facendo ha urtato e investito la giovane. Se avesse guardato davanti a sé o nello specchietto di ingombro avrebbe visto che la moto della 17.enne non era ripartita. Quando si è alla guida anche una disattenzione di un secondo costituisce una colpa».

«Una tremenda fatalità»

«Quanto accaduto è stata una tremenda fatalità», ha ribadito l'avvocato difensore nella sua arringa. «Sono 30 anni che il mio assistito fa questo lavoro, ha passato centinaia di ore al volante e percorso migliaia di chilometri senza mai avere nessun tipo di problema. Adesso anche la sua vita è distrutta, gli è stato diagnosticato un disturbo da stress post traumatico e sta seguendo una terapia psicologica». Rigamonti ha poi ripercorso gli ultimi secondi prima del tragico incidente. «Bisogna precisare che l'uomo non ha urtato con il camion la moto della vittima facendola cadere. Purtroppo la giovane ha avuto un problema di padronanza del veicolo, dovuto forse anche alla sua poca esperienza, ed è caduta a terra mentre il mio assistito era girato a sinistra. Non era dunque più visibile quando l'uomo ha riportato lo sguardo sulla carreggiata». Secondo Rigamonti, il fatto che la vittima avrebbe perso in modo repentino la padronanza della motocicletta su una strada cantonale «costituisce un elemento non prevedibile: anche reagendo in un secondo non avrebbe potuto evitarla in nessun caso. Non si può quindi, a mente della difesa, rimproverare all'imputato l’imprevidenza colpevole».

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