Social

Twitter perde le spunte blu, ma con delle eccezioni

Anche gli account del papa, di Human Rights Watch e di Beyoncé non hanno più il segno distintivo di autenticità, a meno che non si paghi la cifra pattuita da Twitter Blue – Eppure Elon Musk sta già regalando la spunta ad alcuni VIP
© Shutterstock
Irene Solari
21.04.2023 14:00

Qualcosa è cambiato su Twitter, come del resto preannunciato. Ormai le novità sulla piattaforma social sono all’ordine del giorno da quando l’eclettico miliardario Elon Musk ne ha preso il controllo. E, questa volta, la modifica riguarda le tanto discusse e famose «spunte blu» di Twitter. Già, perché il segno distintivo che indica l'autenticità per gli account verificati è scomparso dalla piattaforma. A meno di non pagare la cifra dell’abbonamento a Twitter Blue: si tratta dell’entrata in vigore delle modifiche volute dal nuovo CEO, dopo l’acquisto da 44 miliardi del social avvenuto nel 2022 e le continue spinte per cercare di farlo fruttare.

La comparsa della frase «con abbonamento» che denota il pagamento per avere accesso alla spunta blu. © Twitter 
La comparsa della frase «con abbonamento» che denota il pagamento per avere accesso alla spunta blu. © Twitter 

La guerra alle spunte «ereditate»

Il cambiamento si è cominciato a vedere già nella giornata di ieri, giovedì, quando le spunte blu «ereditate» hanno iniziato a sparire dagli account Twitter che avevano già ottenuto la verifica in precedenza. Si tratta, come detto, dell’entrata in vigore delle nuove regole promosse da Musk e già annunciate da mesi. In sostanza, ora coloro che desidereranno avere la spunta blu accanto al loro nome dovranno sborsare la cifra di otto dollari al mese che consentirà di fare quel passo in più per ottenere l'abbonamento Twitter Blue. E, di conseguenza, la spunta. Fino ad ora alcuni account verificati sull’autenticità disponevano già della famosa spunta blu: soprattutto celebrità, ma anche giornalisti e media. Adesso, invece, qualsiasi profilo di Twitter potrà ottenere il segno distintivo, purché paghi. E chi decide di non sborsare i famosi otto dollari al mese? È molto semplice: addio spunta blu. Poco importa chi sia.

Il caos

Il cambiamento di ieri, come riporta il Guardian, ha generato il caos. Sono molti, infatti gli utenti di alto profilo che hanno deciso di non piegarsi alla nuova regola pagando la «tassa» per la spunta blu. E quindi perdendo il segno di autentificazione. Altri, invece, hanno addirittura fatto sapere che avrebbero abbandonato del tutto la piattaforma social. Tra questi nomi non di poco conto, come Human Rights Watch. Ma anche l’account ufficiale del Papa ha perso la spunta blu, un profilo che può vantare oltre 18,8 milioni di follower. Oltre a @Pontifex, sono rimasti sguarniti della preziosa autentificazione nomi del calibro di Beyoncé, con i suoi 15,5 milioni di follower, e una testata come il New York Times. Al momento si salva il profilo della Casa Bianca. Ma non si sa ancora per quanto, dato che l’istituzione aveva dichiarato di non avere intenzione di pagare gli 84 dollari l'anno necessari per iscriversi a Twitter Blue.

Il rischio di disinformazione

La rimozione della spunta blu rappresenta però ben più di un semplice vezzo. Si parla infatti, come ricorda il Guardian, di una garanzia di autentificazione e di complessi processi di verifica di un account. La questione ha infatti sollevato diverse preoccupazioni sul rischio di disinformazione e di falsi profili che potrebbero fingersi organizzazioni o persone legittime. Detto, fatto. Nella giornata di ieri, non appena la spunta blu è sparita, hanno fatto la loro comparsa diversi falsi account governativi, tra cui alcuni che si spacciavano per l'Internal Revenue Service degli Stati Uniti, proprio nel periodo della dichiarazione dei redditi americana. Altri account, invece, hanno modificato foto e biografie per trasformarsi in personaggi famosi: «Un falso Jeff Bezos ha twittato che stava sciogliendo Amazon e un falso John McCain ha twittato che il suo aereo era precipitato, ma il senatore dell'Arizona è morto nel 2018» si legge nell'articolo. Twitter ha comunque tenuto a precisare che gli account di enti governativi avrebbero potuto richiedere una spunta blu gratuita tramite un programma speciale. Tutto bene, quindi? Non proprio. Secondo quanto riferito da alcuni utenti le loro richieste non sono andate a buon fine.

Sparisce anche la dicitura «media affiliati allo Stato»

Un’altra novità riguarda la dicitura di «media affiliati allo Stato» e «media finanziati dal governo». Le indicazioni sono state rimosse dagli account. Lo ha riportato l'agenzia di stampa francese AFP, dopo un controllo condotto sulle pagine di alcuni dei principali media mondiali in lingua inglese presenti sulla piattaforma social. Secondo quanto emerso dalla ricerca, anche diversi account di media occidentali, russi e cinesi che avevano queste diciture in inglese ora non ne dispongono più. Una decisione che fa seguito anch'essa a quella di rimuovere le spunte blu.

Musk «grazia» alcune celebrità

Ma non è tutto. Secondo quanto twittato qualche ora fa dallo stesso Musk, alcuni VIP e personaggi pubblici sarebbero stati «graziati», ottenendo in regalo dallo stesso CEO la preziosa spunta blu. «Sto pagando io per qualche personaggio», ha scritto a chiare lettere l’imprenditore. Una spunta blu omaggio quindi, ottenuta anche senza versare un soldo, ma attribuita dalla magnanimità di Musk. Tra i beneficiari, per ora, ci sarebbero LeBron James e Stephen King. Anche se entrambi avevano manifestato contrarietà alla nuova politica di Twitter, dicendo pubblicamente che non avrebbero mai pagato per la spunta.

In questo articolo: