Neogenitori

Un congedo di 38 settimane per mamma e papà

La Commissione federale per le questioni familiari ipotizza un modello flessibile per entrambi i genitori – In Ticino si attende la possibile introduzione di due settimane supplementari
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Luca Faranda
14.02.2023 21:45

Non più un congedo maternità di 14 settimane e di due settimane per i neo-papà, ma un congedo parentale di 38 settimane da ripartirsi tra i due genitori. La proposta, avanzata dalla Commissione federale per le questioni familiari (COFF), mira ad aggiungere in futuro 22 settimane supplementari alle 16 già previste dalla legge.

«Cosa aspetta la Svizzera?», si chiede la commissione extraparlamentare, che funge da organo consultivo per il Consiglio federale e il Parlamento. Stando alla COFF, il congedo parentale è uno degli elementi fondamentali di una politica familiare moderna ed ha già dato «ottimi risultati a livello internazionale».

Ripartizione paritaria

Attualmente le neo-mamme hanno diritto a un totale di 98 giorni di assenza dal lavoro. Dal primo gennaio 2021 i padri possono invece fruire di un «permesso» di dieci giorni entro sei mesi dalla nascita di un figlio. Il congedo - approvato da oltre il 60% dei voti favorevoli nel settembre 2020 - è finanziato tramite le indennità di perdita di guadagno, così come avviene per l’indennità di maternità.

In futuro, la commissione extraparlamentare - che già nel 2010 aveva presentato la proposta di introdurre un congedo parentale - auspica una ripartizione paritaria, con 19 settimane di congedo per ciascun genitore. Ci sarebbe però anche la possibilità di scegliere un’alternativa più flessibile, ma comunque con alcuni paletti: per le madri un totale tra 16 e 23 settimane, mentre per i padri tra 15 e un massimo di 22 settimane.

La proposta di un congedo parentale nazionale, agli occhi della commissione, «sosterrebbe la partecipazione delle madri al mercato del lavoro», oltre ad avere effetti positivi per le famiglie e la società.

Un’unica soluzione nazionale

Negli ultimi anni, l’idea di sostituire i congedi di maternità e di paternità con quelli parentali non ha fatto breccia. Lo scorso maggio, con un netto 64,8% di no, gli zurighesi avevano respinto l’introduzione di un congedo di 18 settimane sia ai padri che alle madri. Proposte simili sono state anche portate avanti a Ginevra (24 settimane per entrambi i neo-genitori) e Vaud (34 settimane), ma sono ancora lontane dal diventare realtà. La Commissione, tuttavia, è dell’idea che sia necessaria un’unica soluzione nazionale e non 26 soluzioni cantonali. Al momento in Svizzera non esiste una base legale che disciplina il congedo parentale, anche se alcune aziende lo hanno già implementato.

«Una necessità» pure in Ticino

E il Ticino? Nel gennaio 2021 il Gran Consiglio aveva approvato l’introduzione di un congedo parentale di due settimane. Si potrebbe dunque trattare del primo cantone in Svizzera a compiere questo passo. La proposta, contenuta nel rapporto di minoranza di Nadia Ghisolfi (Centro), è nata come controprogetto commissionale all’iniziativa parlamentare presentata nel 2017 dal deputato socialista Raoul Ghisletta per un prolungamento di sei settimane del congedo maternità.

«Il congedo parentale è indubbiamente una necessità in Svizzera e in Ticino», spiega dal canto suo la granconsigliera Nadia Ghisolfi, secondo cui la priorità deve comunque essere data alle neo-mamme «per questioni fisiche e fisiologiche». La società è cambiata, aggiunge la deputata del Centro, e il congedo parentale permetterebbe di dare un ruolo maggiore anche alla figura del padre. «Continuiamo a lavorare in questa direzione, perché tutti i componenti della famiglia hanno un ruolo molto importante».

Un rapporto a metà anno

«A livello federale non c’è una base legale chiara, ma è importante iniziare a muoversi già sul piano cantonale. Questa zona grigia, dopo l’introduzione del congedo paternità, apre uno spiraglio nell’interpretazione e nell’applicazione di un eventuale congedo parentale, anche attraverso l’estensione di quelli attualmente in vigore (14 settimane per le madri e dieci giorni per i padri). Il Consiglio di Stato, su questa base, potrebbe elaborare un progetto che rientri nei parametri dati dalla legge federale. L’ideale, in realtà, sarebbe che Berna chiarisca la questione e che poi ogni cantone possa decidere di fare qualcosa in più», chiosa Ghisolfi.

La proposta sul congedo parentale di due settimane è da due anni sul tavolo del Consiglio di Stato, chiamato a elaborare la legge d’applicazione. «Sulla questione - fanno sapere dal Dipartimento della sanità e della socialità - è stato creato un gruppo di lavoro interdipartimentale ad hoc, che sta effettuando valutazioni di tipo tecnico e sta soprattutto studiando la fattibilità giuridica. Gli approfondimenti sono in corso e il rapporto finale è atteso per la metà del 2023».