Un “Giardino dei Giusti” per ricordare e non ripetere

Inaugurato al Parco Ciani di Lugano lo spazio che celebra le gesta di quattro ticinesi, tre uomini e una donna distintisi nell'aiuto a chi era ingiustamente perseguitato
Paolo Gianinazzi
27.04.2018 06:00

LUGANO - "La fine di un progetto, l'inizio di una nuova avventura". Così da diversi oratori è stata definita ieri pomeriggio l'inaugurazione ufficiale del Giardino dei Giusti di Lugano. Nella splendida cornice di Parco Ciani si è infatti conclusa l'iniziativa "Lugano Città Aperta" con l'apertura del luogo – una prima in Svizzera – che celebra le gesta di quattro personalità ticinesi (Francesco Alberti, Carlo Sommaruga, Anna Maria Valagussa e Guido Rivoir) che negli anni più bui del secolo scorso, con il loro coraggio, hanno contrastato l'oppressione e salvato la vita a chi era perseguitato. Un luogo simbolico in un momento simbolico: l'iniziativa infatti è stata promossa proprio nell'ottantesimo anniversario della promulgazione delle leggi razziali in Italia. Leggi che, drammaticamente, diedero il via ad un esodo che toccò profondamente anche il nostro Cantone.

Alla cerimonia, tenutasi tra la Biblioteca Cantonale e il Ceresio alla presenza di un folto pubblico, hanno preso parte diversi esponenti del mondo politico e civile: dal sindaco di Lugano Marco Borradori al presidente della Fondazione Federica Spitzer Moreno Bernasconi, dall'ambasciatore italiano in Svizzera Marco Del Panta Ridolfi, al giornalista Gabriele Nissim, fondatore dell'associazione GARIWO che promuove i Giardini dei Giusti nel mondo, dal rettore dell'USI Boas Erez al presidente del Consiglio di Stato Ticinese Claudio Zali al consigliere federale Ignazio Cassis, che ha concluso le allocuzioni. In serata, conclusione della celebrazione al LAC, nel cui ambito è stato consegnato il Premio Federica Spitzer 2018.

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