Venezia

Vendere Palazzo Trevisan? «Un errore imperdonabile»

A causa delle difficoltà finanziarie Pro Helvetia cesserà le attività culturali nella splendida residenza di proprietà della Confederazione - Per il Sonntagsblick si starebbe valutando anche la cessione - «Il Ticino deve capire la posta in gioco»
Francesco Pellegrinelli
22.07.2024 06:00

La reazione di Marco Solari va dallo sbigottimento all’indignazione. «Speriamo sia solo un petardo estivo, un fuoco di paglia destinato a bruciare velocemente senza lasciare traccia né danni». Questo l’augurio.

In realtà la notizia ha già ottenuto alcune conferme, almeno secondo il SonntagsBlick che ieri ne anticipava gli estremi con un articolo intitolato: «Keller-Sutter intende vendere Palazzo Trevisan a Venezia?».

La possibile vendita del gioiello veneziano, sede del consolato svizzero di Venezia e della fondazione svizzera per la cultura Pro Helvetia, viene evocata nell’articolo - citiamo - «a causa delle necessarie misure di austerità che la Confederazione sta portando avanti». Misure che hanno portato «Pro Helvetia a decidere di limitare le sue attività in loco a partire dal 2025 e di concluderle interamente nel 2026. Ciò significa - si legge ancora - che da quel momento in poi non ci saranno più offerte di residenza né programmi artistici».

Una decisione, quest’ultima, confermata direttamente dai vertici di Pro Helvetia al domenicale d’Oltralpe. Ed è proprio nel contesto della decisione di abbandonare Venezia quale centro culturale svizzero che il domenicale avanza l’ipotesi di una possibile vendita dello stabile. Per poi aggiungere: «Il ministro degli Esteri Ignazio Cassis dovrebbe però trovare una nuova sede per il consolato a Venezia situato nello stesso Palazzo».

Insomma, pare di capire che la notizia ruoti attorno a una decisione già presa (ossia di abbandonare Palazzo Trevisan quale presidio della cultura svizzera a Venezia) e una ancora da valutare (vale a dire la vendita integrale della proprietà della Confederazione). Quanto basta, comunque, per salire sulle barricate e difendere strenuamente la presenza dell’italianità elvetica in terra veneziana. Ne sono convinti Marco Solari e l’ex ambasciatore svizzero Bernardino Regazzoni. I quali hanno reagito con uguale sdegno alla notizia: «Il Palazzo Trevisan è un fiore all’occhiello della presenza culturale svizzera a Venezia. Alcuni anni fa ho partecipato al lancio di un programma di Pro Helvetia sulla messa in valore dei contenuti di Palazzo Trevisan per la promozione della cultura svizzera in Italia. Rinunciare al Palazzo renderebbe vano qualsiasi discorso sull’italianità e sulla presenza della Svizzera in Italia». Secondo l’ex ambasciatore, rinunciare a un gioiello come Palazzo Trevisan sarebbe un errore imperdonabile. Dello stesso avviso Marco Solari, il quale esorta la Confederazione a intervenire «con urgenza» per fare chiarezza su una questione che merita «tutta la nostra l’attenzione». Solari non esita a parlare di scelta scellerata. «È inaccettabile», dice. «Palazzo Trevisan è un luogo di cultura e presenza svizzera di estrema importanza. Un luogo capace di dialogare con la Biennale, un simbolo che racconta i legami storici e culturali di Venezia con la Svizzera e il Ticino». Solari ricorda, a questo proposito, la presenza degli artisti ticinesi a Venezia, così come l’esistenza nel nostro cantone della Fondazione Pro Venezia. «Basti pensare che nel XVII secolo la città di Zurigo e la Repubblica di Venezia avevano siglato trattati commerciali». E ancora: «Venezia, con Genova e Milano, è senza dubbio la città italiana più svizzera».

Quanto alle motivazioni economiche legate alla scelta di Pro Helvetia di abbandonare gli spazi e (forse) di vendere il Palazzo, l’ex ambasciatore Regazzoni richiama alla prudenza: «Un conto è risparmiare, un altro è farlo in questo modo. Esercizi di risparmio si presentano regolarmente nell’amministrazione pubblica. La questione è dove intervenire». Insomma, rinunciare a un simile biglietto da visita in uno dei luoghi più magici ed esposti culturalmente al mondo, sarebbe un errore inqualificabile. A fargli eco Solari: «Vendere è la soluzione più facile, ma non si risolvono così i problemi finanziari di Pro Helvetia». Di qui, l’esortazione di Solari: «Il Ticino deve capire la posta in gioco e chiedere a Berna di intervenire. Voler vendere Palazzo Trevisan significa non aver capito le sue potenzialità, cancellando con un colpo di spugna la storia, la cultura e l’italianità che esso rappresenta».

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