Il reportage

Viaggio sul treno degli studenti: «Era ora, così è tutta un’altra cosa»

Tanti apprezzamenti per il nuovo convoglio introdotto dalle Ferrovie federali: «Così si dividono le strade tra chi va verso Zurigo e chi studia nella Svizzera francese, ora spostarsi fino a Losanna è meno faticoso e più comodo»
Alcune zone sembrano strapiene, ma nei semestri scorsi poteva andare peggio: a questo giro, sono soprattutto i bagagli a ingombrare i corridoi © Keystone
Jona Mantovan
21.02.2023 06:00

Bellinzona, domenica sera. Mentre il baccano del Rabadan rieccheggia nel sottopassaggio della stazione, popolato a sua volta da bande di personaggi chiassosi e mascherati di tutti i colori, sul binario 2 è appena arrivato un treno. Moderno, fiammante, pulitissimo. A due piani. Destinazione? Losanna, partenza alle 19.20. È la novità della serata, in un certo senso. Centinaia di giovani, piano piano, salgono. Silenziosi, ordinati, a gruppetti. Quasi tutti con bagagli, anche voluminosi. Sono gli studenti ticinesi che rientrano nella Svizzera francese.

Trasferta più rilassata

Che sia Bienne o Friburgo, o la destinazione finale di questa spaziosa «astronave» sui binari, l’iniziativa di introdurre un treno tutto per loro – annunciata quasi in sordina dalle stesse Ferrovie federali – raccoglie molti apprezzamenti. Un passaggio prezioso, insomma, dedicato a tutti coloro che nei semestri passati hanno sofferto da una parte costanti sovraffollamenti e, dall’altra, i numerosi cambi tra una tratta e l’altra. La Svizzera italiana diventa più vicina alla sua “sorella maggiore”. «Anche se il tempo che ci si impiega nel percorso non è molto diverso da prima», sottolinea Giulia, 20 anni di Dino. La giovane studia economia a Friburgo. «Perché c’è una sosta di quasi venti minuti a Lucerna», aggiunge Emilie di Giubiasco, studentessa in ingegneria delle scienze della vita al Politecnico di Losanna e seduta qualche posto più avanti.

Vedo che le persone sono sedute. Certo, c’era un po’ di caos inevitabile per salire, ma alla fine posti liberi ce ne sono
Davide (di Bellinzona), Studente in chimica a Friburgo

Una bella scoperta

«Scoprire che c’era questo treno è stato un sollievo. Per una volta siamo riusciti a trovare posto», esclama Shadi, 22.enne di Locarno e ingegnere elettronico a Bienne.
Una storia un po’ diversa per Daniele, 21.enne di Agra e seduto di fianco a Giulia, anche lui in trasferta per Friburgo: «Non lo ricordavo più. Ammetto che è grazie a lei se siamo qui. L’avevo sentita, la notizia, ma me ne son reso conto solo cinque minuti prima di partire». I due, però, ringraziano la loro compagna di viaggio, Naima, «che ci ha tenuto i posti. Perché l’altro vagone era pienissimo, non si poteva passare, l’abbiamo quindi raggiunta». Intanto, dall’altoparlante, il capotreno annuncia in più lingue che ci sono «ancora 126 posti liberi in coda al treno».

Disordine inevitabile

«Beh, vedo che la gente qui è tutta seduta», nota Davide di Bellinzona, studente in chimica a Friburgo. «Ma alla salita c’era del caos, molte persone ammassate. Alla fine, però, il posto c’è. Bisogna capire come «spalmare» la massa sulla lunghezza complessiva delle carrozze».
Esperienza un filo differente per Vera di Canobbio, in trasferta per Friburgo, dove studia biomedicina. «Pensavo che ci sarebbero state meno persone, invece mi sembra pieno. Sarà anche per il fatto che ricomincia il semestre e tutti risalgono». È sempre Shadi, però, che mostra un filmato pubblicato qualche tempo fa sul suo profilo Instagram: «Guarda, quella domenica era così affollato che abbiamo viaggiato in piedi fino ad Arth Goldau. Eravamo così ammassati che occupavamo il passaggio “soffietto” tra un vagone e l’altro». Le immagini che scorrono sullo schermo del suo cellulare sono eloquenti.

«Avevo sempre sperato che si decidessero ad aprire i posti in prima classe», è l’idea di Thomas di Giubiasco. «Avrebbero risolto i problemi molto prima e in modo più semplice. Non penso, poi, che le quattro persone in prima classe si sarebbero offese. Ma per carità, hanno deciso di fare questo collegamento supplementare e non mi lamento. Anzi, è pure più comodo», aggiunge il 24.enne studente in psicologia «ma a settembre passo a scienze ambientali», precisa. Anche lui aspetta il capolinea, Losanna, che arriverà solo dopo le 23.15.
Il viaggio prosegue senza intoppi, le fermate si susseguono: Lucerna, Berna, Sursee, Zogingen. La lingua dominante cambia. I primi studenti cominciano a scendere quando i nomi delle località virano al francese.

Strategia giusta

Domenico, che scenderà a Bienne dopo essere partito da Locarno, riconosce la tattica delle Ferrovie federali. «Il carico dei viaggiatori-studenti è diviso dalla linea verso Zurigo e da questo gradito «extra» verso Losanna. Molto più comodo. Il fatto che ci siano meno persone del solito a bordo, si sente: attorno a noi ci sono ancora parecchi sedili vuoti», dice il 21.enne studente in ingegneria elettronica.
Ragazze e ragazzi approvano questo servizio annunciato a dicembre. «Speriamo che resti», confida Shadi. «Sì, lo useremo ancora, in futuro», sorridono Giulia e Daniele. «Ah, certo, non ci sono dubbi», esclama Emilie. Nel frattempo, arriva l’annuncio del capolinea. La fredda città sul lago Lemano accoglie centinaia di passeggeri con la testa alle lezioni del mattino dopo.

In via sperimentale — Il collegamento supplementare era stato annunciato dalle Ferrovie federali in via del tutto sperimentale già a dicembre. Una soluzione richiesta da anni da parte degli studenti ticinesi che devono raggiungere le sedi universitarie nella Svizzera francese. Il primo treno è partito domenica sera da Bellinzona alle 19.20, per arrivare a Losanna alle 23.16, e il viaggio si è svolto senza intoppi. Un collegamento non molto pubblicizzato, ma sfruttato da centinaia di giovani che l’hanno preferito al collegamento via Zurigo, per il quale erano obbligati a cambiare a Arth-Goldau e Lucerna.
Successo del “Binario 7” — La calca che si forma sui convogli della domenica sera in Ticino è, almeno in parte, conseguenza del successo dell’abbonamento “Binario 7” (o anche “seven25”), proposta a misura di studente, fino a 25 anni di età, e dal costo contenuto – 390 franchi all’anno o 39 al mese –, che permette di viaggiare su qualsiasi treno purché si salga dopo le 19.
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