Il commento

Donald Trump, il conto non torna

L’economia mondiale è stata devastata dalle improvvide iniziative tariffarie, poi provvisoriamente riviste, del presidente degli Stati Uniti
Giovanni Barone Adesi
Giovanni Barone Adesi
14.04.2025 06:00

L’economia mondiale è stata devastata dalle improvvide iniziative tariffarie, poi provvisoriamente riviste, del presidente degli Stati Uniti. Donald Trump pensa, che a parte effetti finanziari e monetari di breve periodo, potrà raggiungere a breve il pareggio della bilancia commerciale e in seguito una grande prosperità per gli Stati Uniti. Tralasciando il fatto che l’economia americana dovrebbe cercare di non fallire per arrivare dove desidera, il suo programma cozza contro un’identità contabile illustrata duecento anni fa da David Ricardo e accettata da tutti. Il deficit commerciale è sempre necessariamente equilibrato da un investimento identico proveniente dall’estero. Oggi (o almeno fino all’altro giorno) gli Stati Uniti nella percezione degli investitori offrono le migliori opportunità d’investimento. Pertanto il resto del mondo, alla ricerca delle migliori opportunità, invia capitali in America. L’altra faccia della medaglia è il deficit commerciale americano. Il valore della moneta, o il fatto che i proventi dei servizi non siano inclusi nel conto, non cambia questa legge, solo la dimensione del risultato.

Se quindi Trump facesse sparire il deficit commerciale, dovrebbe tagliare gli investimenti nell’economia americana, oppure i consumi. In entrambi casi non potrebbe realizzare il programma di riportare l’industria in America e creare prosperità simultaneamente. Anche i suoi sostenitori più accaniti, come Musk, hanno ripensamenti quando colgono il significato dell’identità ricardiana. Wall Street, che non è sprovveduta, ha capito che l’amministrazione si è infilata in un vicolo cieco, contro un nemico infinitamente più potente della Cina.

L’unico modo per realizzare il suo programma, che necessita di massicci investimenti per aumentare la produzione domestica (probabilmente usando robot), senza penalizzare molto i consumatori americani, richiede necessariamente l’investimento dall’estero, quindi un maggiore deficit commerciale. Questo forse non è saggio, ma farebbe quadrare il conto. Eliminando a breve termine il deficit commerciale, Trump si dà la zappa sui piedi da solo, ricadendo nel quarto quadrante del noto diagramma del compianto Prof. Cipolla, dove si trovano quelli che riescono a danneggiare se stessi e tutti gli altri allo stesso tempo.

Purtroppo le istituzioni umane sono lente a reagire per correggere i propri errori, ma la logica della contabilità non concede tregue.

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