Il commento

Il primo Natale senza Elisabetta II

Era il 1957 quando Elisabetta II, abbandonato il tradizionale messaggio radiofonico, si affacciò la prima volta dagli schermi televisivi per augurare Buon Natale ai sudditi
Antonio Caprarica
21.12.2022 21:00

Era il 1957 quando Elisabetta II, abbandonato il tradizionale messaggio radiofonico, si affacciò la prima volta dagli schermi televisivi per augurare Buon Natale ai sudditi. Da allora, per gli inglesi non era Natale senza il discorso della regina, ogni anno puntuale alle 15 del 25 dicembre, dopo il tacchino e il Christmas pudding . I tre minuti , o poco più, di quella apparizione dalla voce educata, ferma, lievemente nasale rappresentavano un rito di rassicurazione e di speranza. Sarà dura, questo Natale, farne a meno.

È un passaggio che il regno affronta col cuore pesante. Crisi economica e crisi politica , con tre primi ministri in altrettanti mesi, hanno portato a esaltare il fattore di stabilità rappresentato dalla corona. Purtroppo a portarla in capo non c’è più lei, la statista veterana che i colleghi più giovani accostavano con un misto di reverenza e timore.

Carlo III ha avuto settant’anni per allenarsi al mestiere , e lo sta svolgendo con competenza e serietà. Ma il carisma è un’altra cosa.

Per di più, nell’attesa del primo messaggio natalizio del fresco sovrano, sembra che i venti di crisi squassino la famiglia reale quanto (se non più) le altre principali istituzioni del paese. Appare evidente , dopo la saga narcisistica firmata su Netflix da Harry e Meghan, che il ramoscello d’olivo offerto dal re al figlio e alla nuora ribelli è stato respinto, anzi spezzato. E dopo l’attacco frontale che i Sussex hanno mosso a lui e alla moglie Kate, è altrettanto certo che l’erede William è deciso a tagliare ogni ponte col fratello minore che aveva protetto per tutta la vita. Una famiglia in guerra, fratturata e divisa, è precisamente il contrario di quei sentimenti di unità e concordia che la famiglia reale si suppone debba ispirare al paese. Accadeva anche ai tempi di Elisabetta ma la sua aura teneva il trono al di sopra di queste miserie.

Ora i «Windsor americani» sono sempre più avviati sulla china autodistruttiva percorsa nel Novecento dal pro-zio Edoardo, l’ex re trasformato in patetica suppellettile del salon parigino della moglie americana Wallis Simpson. Sull’altro fronte, i Windsor londinesi serrano i ranghi nello sforzo di minimizzare i danni. Lo stesso giorno in cui i Sussex sparavano in tv la seconda e più pericolosa salve delle loro cannonate, Carlo e Camilla, William e Kate coi loro bambini, Edward e Sophie coi loro figli, e pure le figlie dell’ostracizzato Andrea di York, ormai tenuto lontano come un fuori-casta , mettevano in piedi a beneficio del pubblico un festoso spettacolo di unità.

Eccoli tutti assieme, allegri e sorridenti come se nulla fosse successo, alla cerimonia dei canti di Natale patrocinata dalla neo-principessa del Galles nell’abbazia di Westminster. Bella e radiosa come non mai, Kate sembrava decisa a lanciare un messaggio opposto a quello degli antagonisti Sussex . Sorridente e rilassata quanto loro rancorosi e vendicativi, altruista e generosa quanto loro concentrati su se stessi e le loro ripetute lamentazioni. In effetti in Inghilterra non sembra esserci partita. Dopo diciotto mesi di esternazioni a base di recriminazioni e presunti torti subìti, la popolarità dei Sussex sull’isola è crollata. Perfino il premier Rishi Sunak , il primo di origini indiane, è intervenuto per negare che quella britannica sia – come accusa Meghan - una società razzista , «e io ne sono la prova».

La linea della famiglia reale - ostentare noncuranza e perfino magnanimità- sembra pagare. Carlo si è spinto a invitare la coppia all’incoronazione , il prossimo 6 maggio. E’ altamente improbabile che compaiano, ma dovessero mai farlo rischierebbero molti più fischi di quelli rimediati a giugno sui gradini della cattedrale di St. Paul , alla funzione per il Giubileo di Platino della nonna regina.

Se fosse ancora su questa terra, di sicuro Elisabetta approverebbe l’aplomb del successore e parenti. Dopo tutto, era lei la regina che aveva « le emozioni» in nome del superiore dovere del monarca. Ma in segreto il suo cuore avrebbe sanguinato per il nipote al quale non rifiutava niente, e che dopo la morte l’ha raffigurata come un’ipocrita filistea, muta e indifferente mentre lui, poverino, veniva bullizzato da padre e fratello. Chissà, forse avrebbe trovato conforto nei versi di Shakespeare : «La follia, mio signore, come il sole va passeggiando per il mondo, e non c’è luogo dove non risplenda». Specie in California.

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