Il commento

Lugano fissi le priorità, altrimenti è dura

Per i prossimi quattro anni sono già stati votati o pianificati investimenti per 261 milioni di franchi
Giuliano Gasperi
18.10.2024 06:00

Lugano non è ancora in overbooking – in gergo turistico, il momento in cui le prenotazioni superano i posti disponibili – ma poco ci manca. Qui però non parliamo di posti letto, bensì degli investimenti già votati o pianificati dalla Città nel prossimo quadriennio. Ottantadue milioni nel 2025, sessantotto nel 2026, sessanta nel 2027 e quarantanove nel 2028, per un totale di 261 milioni. Per darvi un’idea delle uscite principali, abbiamo 37 milioni per la nuova sede del Dicastero Servizi Urbani, 21 per comprare gli stabili della RSI a Besso, 20,8 per partecipare al Piano dei trasporti del Luganese, 15 per il centro sportivo al Maglio, 12,3 per Cornaredo Sud, 9 per ammodernare gli impianti di depurazione del CDALED, 8 per la manutenzione delle strade e altri 8 per rinnovare l’infrastruttura informatica. Se consideriamo che il Municipio, tempo fa, aveva quantificato in circa sessanta milioni la quota annua ideale per essere propositivi senza mettere a repentaglio la stabilità finanziaria, qualche preoccupazione viene guardando i dati attuali. Gli importi in uscita sono relativamente alti e il margine di manovra di Palazzo civico piuttosto ridotto, a meno di rinunciare ad alcune spese pianificate o di far scadere qualche credito già stanziato dal Consiglio comunale, salvo poi dover rifare tutta la trafila da capo. Non si può negare che questo piano degli investimenti abbia anche un risvolto positivo non da poco: se Lugano spende tanto significa che non ha perso la sua forza progettuale, che continua a creare lavoro e che nei prossimi anni andrà a migliorarsi in diversi ambiti, diventando ancora più attrattiva.

L’altra faccia della moneta mostra però un debito verso terzi che ammonta ancora a circa 900 milioni di franchi, i cui interessi generano spese per una decina di milioni l’anno. In pratica, i prestiti in corso costano quanto il leasing per i nuovi stadio e palazzetto, che la Città dovrebbe cominciare a pagare nel 2026. La situazione non diventa più rassicurante se prendiamo in considerazione i soli risultati d’esercizio previsti nei prossimi quattro anni, pur ricordando che sono stati stimati, come sempre, in base al principio del “guardate cosa ci succederà di male se non risparmiamo”. Complessivamente, dal 2025 al 2028, la regina del Ceresio andrebbe sotto di circa 112 milioni. Se non risparmiamo. Il punto è come e dove risparmiare. Alcune risposte in tal senso dovrebbero arrivare dal gruppo di lavoro appena istituto dal Municipio, chiamato a proporre misure legate alla gestione corrente, ai compiti della Città e agli investimenti. A questi ultimi, sostanzialmente, vanno assegnate delle priorità. Cosa non può attendere e cosa, invece, può essere rimandato di qualche anno? Scelte strategiche, queste, attraverso cui Lugano deciderà che tipo di città vuol essere. Negli ultimi anni la questione è stata più volte oggetto di scontro fra il sindaco ed ex capodicastero Foletti e una parte del Consiglio comunale, in particolare su chi, tra Esecutivo e Legislativo, dovesse fissare queste benedette priorità, perché tutto non si può fare. La speranza è che la politica luganese tenga in considerazione e analizzi a fondo la reale necessità dei vari progetti e servizi, oltre che il loro costo. In questo, la legislatura precedente non si è chiusa benissimo, con la disgraziata decisione del Consiglio comunale di non approvare la realizzazione di un asilo nido provvisorio a Pregassona: un progetto necessario – visto quanto sono lunghe le liste d’attesa per le famiglie che vogliono iscrivere i loro piccoli – e nemmeno troppo costoso. C’è da migliorare.

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