Lugano stima di perdere 24 milioni ma spera nell’ennesima «rimonta»
D’accordo, parlare di «Finanze da horror» o di «Sprofondo rosso» è forse eccessivo, soprattutto perché siamo di fronte a previsioni che andranno confermate o smentite tra circa un anno, ma se fossimo in un film, la sua trama, al Municipio, non piacerebbe molto. Anche perché il «rosso» c’è, eccome. Il protagonista, lo avrete intuito, è lui: il Preventivo 2025 della Città di Lugano. Siamo ai primi capitoli di questa trama, ossia la presentazione al pubblico del documento; il passo che precede la discussione politica in Commissione della gestione. Protagonisti: un disavanzo di 23,9 milioni e un Piano finanziario 2025-2028 da cui emerge un progressivo peggioramento dei risultati di esercizio, con il deficit che passerebbe da -23,9 milioni di franchi del 2025 a -37 milioni nel 2028, per un totale negativo di gestione corrente sul quadriennio di 111,8 milioni.
«Preoccupati? No»
«Siamo preoccupati? No», ha affermato in conferenza stampa il capodicastero Finanze, Marco Chiesa. «La Città è estremamente propositiva e ha già deciso dove investire per continuare ad essere attrattiva e offrire servizi a vantaggio della città stessa, così come della regione». Lugano del resto non vuole rinunciare a investire, ma se fa in modo eccessivo e non attua dei risparmi, le cose rischiano di peggiorare: questo il senso del Piano finanziario.
Da rosso a nero
Il passaggio da cifre rosse stimate a cifre nere effettive, comunque, non è uno scenario nuovo. Già negli anni scorsi i Preventivi erano vergati con la penna rossa (2024: -8,9 milioni; 2023: -5,4 milioni; 2022: -24,2 milioni; 2021: -21,6 milioni) con i Consuntivi che poi mostravano cifre nere, principalmente grazie e sopravvenienze fiscali. Questa volta, però, il discorso è un po’ diverso. Già, perché una delle grosse novità è la decisione praticamente obbligata di alzare il moltiplicatore delle persone giuridiche dal 77% all’82% per limitare gli effetti della riforma fiscale che prevede, dal 2025, la riduzione dell’aliquota cantonale dall’8% al 5,5%. «Ciò non vuol dire che le aziende saranno penalizzate: con la riduzione dell’aliquota la pressione fiscale scenderà del 27%», ha precisato Chiesa. In sostanza, questa manovra consente di limitare il calo del gettito delle aziende da 59 a 49 milioni, mentre quello delle persone fisiche dovrebbe salire da 198 a 209 milioni, «evitando così un calo del gettito complessivo».
I rapporti con il Cantone
Quest’ultimo aspetto ci riporta a un’annosa questione sul tavolo del Municipio: la politica «estera», i rapporti con il Cantone. Se su alcune voci di spesa, come i costi del personale, il Municipio ha margine di manovra, su altre lo stesso è pari a zero. Parliamo ad esempio delle uscite milionarie che ogni anno prendono la via di Bellinzona: i contributi di livellamento, cioè lo strumento principale di perequazione intercomunale, ma anche quelli per le case per anziani, oppure per gli Spitex, o ancora quelli versati al Cantone per i fondi centrali AVS, AI, IPG e casse malati. A titolo di esempio, le spese di trasferimento sono lievitate dai 197,7 milioni del Preventivo 2024 a 204 milioni. A questo si aggiunge l’ancora irrisolta questione dei contributi di centralità, ossia il sostegno che i Comuni limitrofi dovrebbero dare a Lugano per le opere di interesse regionale come il LAC o il PSE. «È un tema», ha sottolineato Chiesa. «Non vogliamo pretendere qualcosa dai sindaci della cintura, ma sederci a un tavolo per discutere di come Lugano può continuare a essere attrattiva. Ovviamente, questo non risolve tutti i problemi della città».
«Servono riforme»
Il sindaco Michele Foletti ha tenuto a sottolineare che «l’amministrazione e l’Esecutivo hanno tenuto sotto controllo la spesa già nel Preventivo 2024. Sono esercizi che la Città sa fare; ci penalizzano le uscite che non possiamo controllare». A questo proposito, il sindaco ha criticato «l’inattività della politica cantonale». D’altronde, ha ricordato, «aspettavamo tutti la riforma Ticino2020, la revisione della perequazione e una decisione sul moltiplicatore differenziato (il tema è pendente in Commissione Costituzione e leggi del Gran Consiglio, ndr) e l’unica cosa che è cambiata è stata la riduzione dell’aliquota per le persone giuridiche». Quella più penalizzante per la città. «Senza la dinamicità di Lugano, il Ticino avrebbe qualche problemino in più». Il tema, ha affermato, verrà portato in Parlamento coinvolgendo i deputati luganesi. Ma quale margine di manovra ha, realisticamente, Lugano? In inferiorità numerica in Governo e in Parlamento e con un progetto importante, la Cittadella della Giustizia, criticato politicamente dai deputati del Sopraceneri e per finire impallinato in votazione popolare (anche da Lugano, va detto), lo scenario è tutt’altro che favorevole. «In questo Cantone ci vogliono riforme per i Comuni che stentano ad arrivare», ha replicato, lapidario, Foletti. «Paghiamo delle procedure lunghissime e un riversamento di oneri dal Cantone senza che ci sia un reale beneficio. E le tempistiche per i progetti si allungano», gli ha fatto eco la capodicastero Sicurezza e Spazi urbani, Karin Valenzano Rossi.
Manovra di rientro
Tornando sulle rive del Ceresio, il Municipio ha confermato di voler puntare su una visione non a breve termine, sull’arco di una legislatura, bensì a medio termine e ha costituito un gruppo di lavoro con l’obiettivo di presentare una serie di proposte che permettano di ritrovare un equilibrio finanziario. Gli ambiti di riflessione concernono la spesa corrente, gli investimenti e il perimetro di attività dell’amministrazione, e il risultato sarà presentato entro la prossima estate.