Non avrai la mia reggia, fratello crudele
Il giubilo della Corte e del pubblico per il ritorno sulla scena della principessa Catherine, alias Kate Middleton, ricopre di glassa zuccherina le faide perenni tra i fratelli Windsor. La sorella Anna è la sola parente alla quale re Carlo è sinceramente e profondamente affezionato, e l’unica da cui accetta critiche anche pesanti. Ma se fossimo in epoca Tudor, e il mite ma iracondo Carlo III avesse la vena di follia criminale dell’antenato Enrico VIII, non c’è dubbio che si sarebbe già liberato dei due fratelli: avrebbe spedito Edoardo su un campo di battaglia e Andrea direttamente alla Torre. Nell’impossibilità di regnare come monarca assoluto, sono mesi che Sua Maestà prova almeno a far sloggiare l’«impresentabile» Andrea dalla reggia che occupa nel parco di Windsor. The Royal Lodge vanta trenta camere da letto e saloni a perdita d’occhio nel cuore di una tenuta valutata complessivamente 30 milioni di sterline. Il duca di York alleggeriva tra questi muri grondanti lusso il peso dell’esilio dai ruoli pubblici impostogli a causa della sua amicizia con il pedofilo Epstein. Mamma Elisabetta gli aveva affittato la reggia per pochi spiccioli nel 2003, con un contratto in scadenza addirittura nel 2078. Carlo, una volta salito al trono, ha subito manifestato progetti immobiliari ben diversi.
Al fratello reprobo ha mantenuto di tasca sua la «paghetta» annuale di oltre un milione di sterline ma gli ha chiesto anche di sgombrare alla svelta il Royal Lodge, per passarlo alla famiglia dell’erede al trono William. In cambio, gli ha offerto di trasferirsi nel Frogmore Cottage, la lussuosa villa svuotata da Harry e Meghan. Forte del contratto pluridecennale, Andrea ha fatto orecchio da mercante. Carlo ha provato a persuaderlo con le buone, ad esempio riammettendolo alle riunioni di famiglia per le feste comandate. Niente da fare. Con tipica testardaggine da spare (invidioso erede di scorta lo è stato a lungo anche lui, prima della nascita dei nipoti), il duca ha ribadito il no al trasloco. Al monarca non è rimasto che l’uso della forza. Impossibile lo sfratto legale, e impensabile il ricorso ai cannoni, Sua Maestà ha fatto ricorso alle tecniche dell’assedio. Il contratto impone all’inquilino dell’imponente magione spese astronomiche di mantenimento, e così Carlo ha tagliato al fratello la generosa indennità annuale. Per metterlo all’angolo, gli ha pure tolto la squadra di protezione privata indispensabile per vivere nel parco reale di Windsor: per evitare lo sfratto Andrea avrebbe così dovuto tirar fuori di tasca sua i milioni, che non ha, necessari alle operazioni di sicurezza. In poche parole, come ha commentato un’autorevole fonte di Palazzo, Sua Maestà ha reso la vita del fratello nel tanto amato Royal Lodge «cold and uncomfortable», insomma fredda e scomoda. La resa, nei calcoli del sovrano, non poteva tardare. Errore.
Con un clamoroso colpo di scena, il duca di York ha comunicato ai giannizzeri reali di aver trovato i fondi per il costoso mantenimento della sua reggia campestre. A Corte in verità hanno subito arricciato il naso. In passato i denari che riempivano i forzieri di Andrea avevano sempre provenienze opache, fossero affari con oligarchi kazaki, turbo-finanzieri indiani o con l’amico miliardario pedofilo. Ma stavolta l’annuncio del reale inquilino ha avuto il sigillo di approvazione del gran controllore dei conti di Carlo. Sir Michael Stevens, che occupa il decisivo posto di «Keeper of the privy Purse», ovvero «guardiano della borsa privata» del sovrano, ha esaminato la provenienza dei quattrini di Andrea, e ha stabilito che le fonti sono legittime.
Che ci voglia un contabile, sia pure reale, per garantire che i soldi del fratello del re sono puliti, la dice lunga sulle condizioni morali della monarchia. Certo, i sudditi, e non solo loro, sono felici e sollevati di rivedere la bella, solare figura della principessa del Galles tornare al centro della rappresentazione monarchica. Ma sono in tanti a chiedersi se lo spettacolo non costi troppo, e ne valga la pena. Per i critici i Windsor incamerano montagne di denaro – dalle casse dello Stato e dalle rendite dei loro feudi- e non pagano le tasse. Carlo e William hanno replicato che invece le pagano, ma solo su una frazione dei redditi e su «base volontaria». Più o meno, è quel che fanno ovunque gli evasori fiscali, ma almeno non portano la corona.