Il commento

Reali e tabloid, coppia di fatto

La verità è che monarchia e tabloid sono inestricabilmente intrecciati da oltre un secolo
Antonio Caprarica
21.12.2023 06:00

Piers Morgan è furioso. Piers Morgan soffia fuoco dalle narici. Proprio come i draghi, del resto, a cui il principe Harry, novello San Giorgio, lo ha paragonato quando si è detto pronto a pagare un prezzo pur di uccidere gli orribili mostri della stampa popolare britannica. Al nostro lettore il nome Piers Morgan dirà forse poco. Ma in Inghilterra, terra a quanto sembra piagata dalla terrificante genia dei draghi-tabloid, Piers Morgan è una specie di marchio di garanzia del giornalismo più aggressivo e spregiudicato. Per di più, da ex amico dell’allora attrice californiana Meghan Markle, è diventato il nemico n. 1 di Meghan duchessa di Sussex. Il che, agli occhi dell’innamorato consorte, ne fa una versione paffuta e depilata di Belzebù.

Ma anche il diavolo ogni tanto finisce in trappola. Pochi giorni fa l’Alta Corte di Londra ha riconosciuto il tabloid Mirror, che Morgan ha diretto per oltre un decennio, colpevole di intercettazioni illegali ai danni di Harry. Lo ha pertanto condannato a risarcire il principe con 150 mila sterline per la pubblicazione di articoli realizzati proprio grazie a questa pratica criminale. Che nel mondo senza regole della stampa popolare inglese le intercettazioni abusive, tanto dei telefoni che delle mail, siano moneta corrente, è un segreto di Pulcinella. Addirittura, il più antico settimanale britannico, il News of the World, di proprietà di Rupert Murdoch detto «lo Squalo» (e questo rende l’idea…), nel 2011 fu costretto a chiudere proprio per aver spiato abitualmente tutte le celebrità dell’isola, oltre ovviamente alla famiglia reale.

Harry insomma ha ragione a trascinare in tribunale buona parte dei giornali inglesi per le campagne che hanno condotto ai suoi danni senza curarsi della liceità dei mezzi. Ha ragione a lamentare che l’incessante e oppressiva attenzione della stampa ha pesantemente condizionato la sua vita di relazione, e probabilmente provocato la fine della sua prima seria storia d’amore con Chelsy Davy. Ha ragione a prendersela con reporter e paparazzi, che non gli hanno mai perdonato leggerezze né scandali, puntualmente sbattuti in prima pagina.

Senonché, ogni tanto anche al diavolo può scappare una verità. E stavolta è capitato a Piers Morgan. Dopo la scudisciata in faccia della sentenza dell’Alta Corte, l’adirato giornalista si è presentato alle telecamere non solo per negare ogni colpa (e su questo il dubbio è lecito) ma soprattutto per chiedere a Harry con quale autorità morale muovesse le sue accuse. Il principe che si sente violentato nella sua intimità dall’intrusione dei tabloid non è forse lo stesso – ha attaccato Morgan– che in cambio di decine di milioni ha messo in piazza i panni sporchi della sua famiglia? Non è sempre lui che ha rovesciato fango a palate, via stampa e tv, sui suoi famigliari più stretti? E perfino sui parenti più anziani e rispettabili come i defunti Elisabetta e Filippo? Insomma la veste immacolata del crociato indossata da Harry somiglia piuttosto a un costume di scena hollywoodiano.

La verità è che monarchia e tabloid sono inestricabilmente intrecciati da oltre un secolo: è dalla fine dell’Ottocento che i secondi usano ogni genere di pettegolezzo sulla prima per moltiplicare le vendite tra i leali sudditi, e la prima tacitamente acconsente per restare costantemente al centro dell’attenzione e della vita nazionale. Quando una giovanissima Elizabeth Bowes-Lyon, poi divenuta la celebrata Regina Madre, annunciò alla sua mamma l’intenzione di sposare il futuro Giorgio VI, la nobile genitrice reagì orripilata: «Ma sei matta? Non lo sai che i reali finiscono ogni giorno in pasto al pubblico come pesce per i trichechi?» E si capisce. La monarchia sarà pure un anacronismo, ma corna, tradimenti e liti della famiglia reale sono materia sempre terribilmente fresca e attuale, visto che sono identiche a quelle di milioni di famiglie «normali». Da quarant’anni in qua, dal matrimonio di Diana con Carlo passando poi per tutte le tragedie pubbliche e private che ne sono seguite, le vicende dei Windsor alimentano, attraverso i mezzi di comunicazione di massa, l’immaginario globale. E il consenso in patria. In moltissimi casi sono proprio i reali protagonisti a manipolare questa attenzione per fini strettamente personali. Nessuno sembra saperlo meglio dei Sussex. Ma se Harry vuole finalmente spegnere le fiamme dei draghi non ha bisogno di lancia né di tribunali. Basta che se ne stia finalmente zitto.