Commento

Segreti e parenti, le spine di Carlo

I Windsor sono bravi a tenere segreti, ma non tutti e non sempre: da Harry al principe Andrea, il cui nome ricorre ben 69 volte nelle 900 pagine del processo alla complice di Epstein
Antonio Caprarica
11.01.2024 06:00

Ci sono segreti e segreti. Su uno particolarmente innocuo ha deciso di scherzarci sopra lui stesso, re Carlo. Le vacanze di Natale hanno regalato ai telespettatori britannici un documentario sul loro sovrano «dietro le quinte». Una tipica «operazione simpatia» che offre tra le scene clou le prove dell’incoronazione a Westminster Abbey. Quando gli posano sulle spalle la supertunica , il mantello intessuto d’oro indossato nel 1820 da Giorgio IV, re Carlo si rivolge al figlio ed erede William sorridendo: «Allacciamela tu, che non hai le dita a salsicciotto come le mie».

Sembra solo una battuta ma è la fine di un segreto. Pochi sapevano fuori dal Palazzo che Sua Maestà soffre di un disturbo artritico che gli provoca un periodico gonfiore delle dita di entrambe le mani. Sulle condizioni di salute dei monarchi la Casa reale inglese ha sempre mantenuto un riserbo assoluto. Un tempo perfino le gravidanze reali erano segreto di Stato: la prima di Elisabetta II fu tenuta nascosta sin quasi alla fine, e lo stesso silenzio totale ha accompagnato la malattia terminale della sovrana.

I Windsor sono bravi a tenere segreti. Ma non tutti e non sempre. Ad esempio, la scomparsa regina fu magistrale nel seppellire negli archivi reali i documenti che provano i contatti tra i suoi parenti più stretti ( lo zio Edoardo VIII, il padre Giorgio VI, il terzo fratello duca di Kent…) e il regime nazista in Germania. Al contrario, di sicuro il futuro sovrano William non è felice che il suo carattere prono alle fitte di rabbia sia ormai di dominio pubblico, dopo che il fratello Harry ha raccontato come in un attacco d’ira lo abbia afferrato al collo e scaraventato per terra. Ma i segreti svelati dal duca di Sussex non sono niente rispetto a quelli che un altro cadetto, il principe Andrea, tenta inutilmente di tenere nascosti. E sono una seria minaccia per tutti i Windsor. Al duca di York è costato dieci milioni di sterline, donate da mammà, comprare il silenzio di Virginia Giuffre, la sua accusatrice del caso Epstein. Ma non riesce a mettere a tacere il fantasma del miliardario americano pedofilo, morto suicida in carcere.

Nelle novecento pagine del processo alla sua complice Ghislaine Maxwell, appena rese pubbliche dal tribunale di New York, il nome di Andrea ricorre ben 69 volte. È accusato di aver costretto l’adolescente Virginia a dormire con lui, di aver partecipato a un’orgia con numerose altre ragazze minorenni sull’isola caraibica di Epstein, e una nuova voce dal passato – Johanna Sjoberg – racconta di quando, lei ragazzina, Andrea se la strinse accanto su un divano, nella reggia newyorkese del miliardario pedofilo, palpandole il seno.

Il duca, che lo scorso Natale a Sandringham era stato finalmente riammesso in seno alla famiglia, al punto da sfilare nella processione dei reali tra il castello e la chiesetta, si trova di nuovo davanti il muro del disprezzo del pubblico e l’ostracismo famigliare. I tabloid lo hanno subito condannato alla gogna, e la passeggiata natalizia con i regali parenti ha spinto addirittura qualche commentatore a mettere in dubbio il discernimento di Carlo.

Stavolta pure la politica, che fu compiacente ai tempi di Johnson, non se ne sta zitta. Il leader laburista Keir Starmer, ex procuratore della Corona e probabile nuovo primo ministro, ha sollecitato Scotland Yard a indagare sulle nuove accuse mosse al principe. Il nipote William del Galles, preoccupato dei riflessi sul trono che erediterà, aveva già sollecitato inutilmente dal padre l’allontanamento definitivo del reprobo. Ora ha nuove ragioni per insistere. Che fare di Andrea è il primo problema di Carlo III nel 2024. Ma non il solo. Non è più un segreto, nella Londra che conta, che «il partito di William» aumenti la sua forza e la pressione a Corte. L’erede e la consorte Catherine, con i loro tre splendidi bambini, appaiono la coppia perfetta per il trono. Ora, non tra vent’anni. Abdicazione una parolaccia? Dopo l’addio di Margrethe II di Danimarca, che a 83 anni ha lasciato il posto al figlio 55.enne, piuttosto un esempio.

Perfino il repubblicano Guardian ora copre di lodi Carlo, ma per esortarlo in conclusione a lasciare il posto al primogenito quarantenne. Che agli occhi degli inglesi è soprattutto il figlio di Diana, la “principessa del popolo”. Come lei giovane, informale, alla mano. E senza scandali sulle spalle. Quali credenziali migliori per garantire alla monarchia inglese un posto nel XXI secolo ?