Un giornale dagli anni del piombo

IL COMMENTO DI FABIO PONTIGGIA SUL 125.ESIMO DEL CORRIERE DEL TICINO
Fabio Pontiggia
Fabio Pontiggia
22.10.2016 06:00

di FABIO PONTIGGIA - C' era una volta il piombo. I giornalisti che oggi hanno i capelli grigi e che un tempo erano giovani di belle speranze, al termine della loro giornata scendevano a tarda ora in tipografia; le vecchie linotype inghiottivano le barre di piombo nel crogiolo, le fondevano e poi sputavano, a una a una, le righe degli articoli ricopiati dai linotipisti, veri maestri della tastiera. Le pile raffreddate con le linee dei caratteri (di qui il nome: line of types) venivano prese in consegna dagli impaginatori, che come giocolieri le sollevavano in aria (qualcuna cadeva anche; ed erano guai) e le sistemavano nelle pesantissime lastre, con i punzoni per i titoli in corpo grande e i cliché delle fotografie. Prima che il bozzone fosse pronto, si leggeva la pagina al contrario, avvolti dall'odore del piombo frammisto al profumo dell'inchiostro. Un altro mondo.

Con la rotativa a bobina, la linotype è stata un'invenzione tecnologica straordinaria in un periodo (la seconda metà dell'Ottocento) di straordinaria forza innovativa. Il suo ideatore, l'orologiaio tedesco Ottmar Mergenthaler, è stato definito il secondo Gutenberg.Il «Corriere del Ticino», nato in quella temperie, è stato sfornato così per decenni, seppure con macchinari via via affinati quanto ad efficienza e qualità della stampa. Quest'anno festeggia i 125 anni dalla fondazione. Il piombo è solo un ricordo; i rivolgimenti tecnologici hanno cambiato completamente il modo di produrre il giornale, prima con la fotocomposizione e poi con la digitalizzazione. Il computer ha soppiantato la macchina per scrivere e la linotype. La rotativa è rimasta, perché i lettori sono ancora molto affezionati al giornale stampato sulla carta. Ma è arrivato il web, con il giornalismo istantaneo. Le notizie pubblicate corrono quasi alla stessa velocità dei fatti che le sostanziano. Una miriade di informatori più o meno attendibili ha invaso la rete e sommerge il pubblico che vuole informarsi. Le testate gratuite fanno una concorrenza micidiale (altro che Uber per i tassisti). Siamo letteralmente bombardati di notizie, quasi assediati, a tutte le ore.

Il «Corriere del Ticino» ha affrontato questi cambiamenti forte della sua storia: 125 anni di giornalismo al servizio del lettore e del Paese. Siamo nati sei secoli dopo il Patto del 1291, in concomitanza con il difficile e non sempre lineare passaggio del Ticino all'era della conciliazione e della collaborazione dopo le violenze dell'Ottocento. Il nostro fondatore Agostino Soldati guidò il Governo misto insediato dopo l'uccisione del consigliere di Stato Luigi Rossi durante la cosiddetta rivoluzione liberale del 1890. Era piombo anche quello, seppure di altra natura. Possiamo dire che il «Corriere» ha accompagnato il Ticino moderno lungo tutta la sua traiettoria di sviluppo e di crescita, nei momenti belli e in quelli meno belli, informando il pubblico sui fatti grandi e piccoli che hanno segnato quotidianamente le vicende della nostra realtà e di quella fuori dai nostri confini. Questa storia è la migliore garanzia per il lettore di oggi e per quello di domani. Nessuna testata nella Svizzera italiana può vantare una durata così. Segno che chi ci ha preceduti nel non facile mestiere di fare questo giornale ha saputo affrontare i cambiamenti con intelligenza, con il necessario coraggio, la sufficiente prudenza e comunque in modo vincente.

Oggi a Lugano ci sarà una festa che ci avvicinerà alla data dell'anniversario, il 28 dicembre. Ne riferiremo nell'edizione di lunedì. Il conto alla rovescia è scandito dalle pagine storiche che ogni giorno pubblichiamo: mancano 54 edizioni. Il lettore ha così potuto toccare con mano i mutamenti che sono intervenuti nel modo di pubblicare le notizie. La pagina odierna è del 1962. Venne stampata ancora con il piombo. La rivoluzione tecnologica che ci ha portato dalla stampa a caldo a quella a freddo era di là da venire. Ma la missione del «Corriere del Ticino» era e rimane sempre quella indicata dal fondatore. Informare, cioè rendere conto di ciò che accade, in modo indipendente, non al servizio di partiti, associazioni, autorità. Offrire al lettore chiavi di interpretazione (che sono sempre opinabili) di quel che accade, secondo i principi e i valori che sono sempre stati gli ispiratori della testata: libertà, rispetto delle regole (e delle persone), apertura al progresso, disponibilità a confrontarsi civilmente con chi la pensa diversamente. Continueremo su questa strada per portare il «Corriere» nelle case dei lettori.

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