L'editoriale

Il lato oscuro del turismo di massa

A Étretat, in Normandia, si riversano orde intere di visitatori (fino a 10 mila al giorno), tutti racchiusi in uno spazio minuscolo, di appena quattro chilometri quadrati, e il villaggio si spopola, perché diventa invivibile per chi ci abita
Giona Carcano
11.04.2023 06:00

I turisti sono un problema? No, ma possono diventarlo. Mentre in Ticino si fa la conta dei pernottamenti pasquali – il tasso, per buona pace delle cassandre, è stato buono –, in altre parti d’Europa i visitatori si stanno trasformando in una piaga. Tipo le locuste in Egitto, per intenderci. È il caso di una particolare località della Normandia, Étretat. Solamente durante l’inverno i 1.200 abitanti possono tirare il fiato. Nella stagione fredda, nemmeno il più intrepido dei turisti metterebbe piede lassù, fra il vento che spazza incessantemente la costa e lo stesso clima che si respira in molti dipinti di Turner. Ma l’incubo, puntuale, non tarda ad arrivare per gli abitanti di quel villaggio.

Sono i primi caldi primaverili a risvegliare orde intere di visitatori che si riversano nella località per ammirare le maestose falesie che si gettano dritte dritte nelle acque del canale della Manica. Nei giorni peggiori, arrivano fino a 10 mila persone. Tutte racchiuse in uno spazio minuscolo, di appena quattro chilometri quadrati. Lungo i sentieri che si inerpicano sulla cima delle scogliere, frotte di turisti avanzano lentamente in fila indiana. Ma la coda, a ben guardare, è ovunque. Come racconta a Le Monde un abitante, per acquistare un croissant alla panetteria del paese bisogna attendere almeno mezz’ora. Non solo: l’erba delle colline non esiste praticamente più, perché è calpestata da decine di migliaia di piedi ogni giorno, dalla primavera all’autunno. Inoltre, i cestini della spazzatura non bastano, tanto che i gabbiani banchettano sparpagliando in un’area di chilometri ogni tipo di rifiuto. E poi ci sono gli elicotteri di soccorso, costretti a intervenire per trasportare in ospedale chi si infortuna, magari perché – sulle scogliere – ci è salito in ciabatte. O, peggio, per trasportare i cadaveri di quei turisti che pur di farsi un selfie cadono di sotto. Tre gli incidenti mortali nel 2022: un record. Il fenomeno del sovraturismo, assicurano, è aumentato esponenzialmente per due fattori. Da un lato la pandemia, che ha spinto la domanda interna. Dall’altro Netflix e la serie francese Lupin (che si ispira al personaggio creato da Maurice Leblanc, un precursore dei turisti d’oggi visto che pure lui si recava in Normandia in villeggiatura), ambientata in parte a Étretat. Il risultato di queste orde disordinate e selvagge? Il villaggio si spopola, perché diventa invivibile per chi ci abita. 

Una situazione molto simile a quella che ritroviamo alle Cinque Terre, in Liguria. È cronaca di questi giorni: a Pasqua, in particolare a Manarola, Vernazza e Monterosso, i flussi turistici hanno raggiunto dimensioni difficilmente gestibili. Lungo le banchine della stazioni, giù fino ai centri, migliaia e migliaia di visitatori hanno occupato vicoli, bar, ristoranti, marine. Un turismo mordi e fuggi, proprio come in Normandia. E che produce effetti deleteri per il paesaggio e l’ambiente. Tanto che si pensa di introdurre un limite massimo.

È il lato oscuro del turismo. Un turismo ingestibile, informe. E che riguarda anche noi: gli esempi di Lucerna e Interlaken sono lì a dirci che pure la Svizzera non è esente da questi rischi. Così come le nostre strade. Basti pensare alle code infinite ai due lati del San Gottardo, una galleria dove un veicolo in avaria o dieci fondamentalisti dell’ambiente riescono a mandare in tilt l’intero asse. Per fortuna, ci pensa la polizia urana a farci tornare il sorriso. Nel giudicare positivamente il nuovo sistema di gestione degli ingorghi, commenta: «Con un picco di 19 chilometri, la lunghezza della coda al portale nord è stata inferiore di tre chilometri rispetto all’anno scorso». Non male, dai. E gli interventi delle pattuglie? «Si è registrata un po’ di tensione solo all’entrata di Wassen, dove la polizia è dovuta intervenire più volte a causa di aggressioni nei confronti dei membri del servizio di viabilità». Un successone, insomma. 

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