Le debolezze dell'Unione Europea e l'uragano Donald Trump

Emmanuel Macron ha convocato a Parigi i principali leader dell’UE, nonché il premier britannico Keir Starmer e il segretario generale della NATO Mark Rutte per cercare di reagire all’uragano Donald Trump che nella foga di mostrare il suo ruolo guida sullo scacchiere internazionale sta mettendo a dura prova la collaborazione che da decenni caratterizza i rapporti tra le due sponde dell’Atlantico.
A far scattare l’allarme in diverse capitali europee non vi sono stati solo i toni irrispettosi usati dal vicepresidente statunitense Vance nei confronti della dirigenza politica tedesca e più in generale europea nel corso della Conferenza sulla sicurezza tenutasi negli scorsi giorni a Monaco di Baviera, ma anche il piano di pace portato avanti dal presidente USA per porre fine alla guerra scatenata da Mosca contro l’Ucraina il 24 febbraio del 2022.
Un negoziato di pace che tutti auspicano, ma che l’inquilino della Casa Bianca sta portando avanti a modo suo, trattando direttamente con Putin e lasciando nell’angolo i Paesi dell’Unione europea e le stesse autorità ucraine. Washington cerca di rassicurare Kiev sostenendo che a Zelensky non verrà imposta una pace decisa solo da russi e americani. In Ucraina però prevale il pessimismo, soprattutto dopo il no di Trump a una futura entrata dell’ex Repubblica sovietica nella NATO.
Del resto il presidente USA ha già definito «poco realistico» il ritorno in mani ucraine dei territori strappati da Mosca a Kiev nel corso del conflitto. Pertanto le ultime speranze ucraine per una pace giusta si riversano ora sull’aiuto europeo.
Questa sera, al termine del vertice di Parigi, Ursula von der Leyen e il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa hanno pubblicato sui social media un messaggio a sostegno di Kiev nel quale si afferma che a Parigi è stato ribadito che l’Ucraina merita la pace attraverso la forza. Una pace rispettosa dell’indipendenza, dell’integrità territoriale e con forti garanzie di sicurezza.
Una dichiarazione forte che si discosta dalle prese di posizione di Washington decisamente più blande nei confronti di Mosca. Domani è previsto il primo faccia a faccia in Arabia Saudita tra la diplomazia russa e quella americana. La Casa Bianca ha già messo le mani avanti affermando che a Riad non si discuterà su un piano di pace per l’Ucraina, ma è chiaro che per ora l’UE è tagliata fuori dai negoziati.
L’amministrazione Trump apparirebbe quanto mai arrogante imponendo al Vecchio continente una soluzione negoziale in Ucraina decisa da Washington e Mosca. Tuttavia l’UE al momento è solo in grado di pianificare un futuro potenziamento del suo sistema difensivo, ma non potrebbe realisticamente permettersi di sostenere Kiev in un prolungamento del conflitto bellico in atto contro l’invasore russo. Il male minore per l’UE è puntare su una non facile riappacificazione con l’uragano Trump.