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L'intelligenza potrà mai essere artificiale?

Le nuove tecnologie sono un’opportunità oppure una minaccia? Usate Chat GPT? Scriveteci! [email protected] - WHATSAPP 079 674 95 21
Prisca Dindo
03.05.2023 06:00

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Il tema in discussione questa settimana è legato alle nuove tecnologie. In particolare Chat GPT, che ormai è sulla bocca di tutti. Chat GPT è l'ultima frontiera dell'intelligenza artificiale. Basta fornirgli un paio di elementi e opplà, la nuova piattaforma crea la risposta a qualsiasi nostra domanda grazie ai suoi potentissimi algoritmi. Gli si può chiedere di scrivere qualsiasi testo: Favole, racconti, saggi, ricette, poesie, articoli giornalistici, tesi universitarie e brani musicali. Non solo: più lo si utilizza e più aumenterà la sua precisione poiché impara da solo. Di recente Chat GPT è stato affiancato da un’altra diavoleria digitale. È Midjourney, il software in grado di inventare immagini che sembrano vere, o persino creare opere d’arte. Le foto di Papa Francesco con il piumino modaiolo o di Donald Trump che fugge dai poliziotti di New York sono le sue creazioni più spettacolari.Queste intelligenze artificiali generative, così vengono chiamate Chat GPT e Midjourney, cominciano a interessare le aziende. Tanto che il timore per l’occupazione aumenta di giorno in giorno. Uno studio di Goldman Sachs avverte che l’intelligenza artificiale produrrà un esercito di disoccupati in tutto il mondo. I posti di lavoro a rischio sarebbero addirittura 300 milioni; in Europa e negli Stati Uniti l’automazione colpirebbe un quarto delle persone occupate. Rimarranno a casa innanzitutto coloro che fanno lavori ripetitivi, come gli operatori di cassa, i commessi, gli impiegati amministrativi, eccetera. Tuttavia neppure gli avvocati i giudici e i contabili possono dormire sonni tranquilli.  Per evitare il caos, gli esperti suggeriscono di investire nello sviluppo di competenze specializzate, capaci di adattarsi all’evoluzione del mercato del lavoro. Ma basterà? E voi? Cosa pensate di questi nuovi strumenti tecnologici? Sconvolgeranno davvero il mondo del lavoro oppure dopo l’euforia iniziale finiranno per deludere? Secondo voi l’intelligenza artificiale rappresenta un’opportunità oppure una minaccia?

Queste le domande che vi abbiamo sottoposto. DI seguito, le vostre riflessioni. 

 SBAGLIATO CHIUDERSI A RICCIO

Innanzitutto penso che l’atteggiamento di rifiuto a Chat GPT sia sbagliato, seppur comprensibile. Personalmente ho fatto un piccolo test casalingo con mio figlio apprendista che ha diciassette anni. Dopo la sua iniziale sorpresa che proprio io gli proponessi l’uso dell’AI per la sua ricerca scolastica, si è lasciato coinvolgere. Ha concluso il lavoro con un’insolita motivazione lavorando al progetto per alcune ore. Quindi a mio giudizio l’obiettivo è stato raggiunto. Tra l’altro penso che sia molto importante parlarne, spiegare esattamente di cosa si tratta. Io lavoro alla scuola universitaria federale per la formazione professionale e in Linkedin ho creato insieme ad alcuni colleghi un gruppo sul tema “Didattica ed innovazione”.

Rosalba Scarpetta

Per lo studio ChatGPT si sta rivelando uno strumento prezioso. La piattaforma parla tutte le lingue e conosce miriadi di enciclopedie, tanto che molti studenti hanno approfittato della sua sterminata conoscenza per farle scrivere la loro tesi. Per dribblare questi «furbetti» dell’intelligenza artificiale l'Usi, l’Università della Svizzera italiana, ha adottato lo scorso gennaio alcune misure per prevenire le possibili frodi messe a segno durante gli esami.

 GLI ALGORITMI NON POSSONO SOSTITUIRE LA SENSIBILITÀ UMANA

Dunque, storicamente, sembrerebbe che, all'avvento di ogni nuova tecnologia, dopo un iniziale clamore e timore, le opportunità di lavoro siano aumentate, in favore della popolazione. Ora: se facessi il positivista ti direi che la scienza e il progresso tecnologico sono elementi inalienabili per la società del futuro.Se, invece, rifletto in cuor mio, dico che la potenza auto generatrice della ChatGPT mi spaventa un po'. L'ho testata e mi ha impressionato con quale fondati e adeguati ragionamenti rispondesse ai miei quesiti. Devo dire, strabiliante!Da cui: perché bandire concorsi per insegnanti, giornalisti, ma anche avvocati e persino medici, quando una macchina li sostituisce con una perizia sconcertante?Che sia arrivata l'ora di andare tutti, ma proprio tutti, in pensione? Credo che l'intuito che guida certe nostre decisioni e la sensibilità umana (sempre meno) che ci contraddistingue dalle altre forme di vita, non possano essere sostituiti da algoritmi, pur sopraffini e auto generatori di nuove conoscenze e apprendimenti. "Affaire à suivre!"

Massimo Melasecca

 DAPPRIMA PENSIAMO ALLA FORMAZIONE TRADIZIONALE

Ce ne è proprio bisogno dell’Intelligenza artificiale? Non sarebbe meglio investire nella formazione di milioni di persone semianalfabete che ancora non hanno questa possibilità? Un domani a cosa servirà avere un cervello se deleghiamo tutto alle macchine? Mah… forse sto solo invecchiando.

Jonathan Rossi

 È UN'EVOLUZIONE, NON UNA RIVOLUZIONE!

Avete in mente HAL 9000 di “2001 Odissea nello spazio”, il film capolavoro di Stanley Kubrick? Il supercomputer di bordo della nave spaziale Discovery dotato di sentimenti e di una “psiche” instabile e malata? Inquietante oggi come cinquantacinque anni fa. Ma, oggi come allora, è ancora l’uomo che fa la differenza. E credo che lo farà praticamente per sempre perché le macchine sono intelligenti tanto quanto le informazioni che riescono a ottenere ed elaborare. Poi si fermano lì. Prendiamo il giornalismo: non sparirà ma cambierà. Anzi, a dire il vero questa professione è già cambiata da tempo. Mi riferisco ad esempio al ‘data journalism’: i giornalisti dovranno essere sempre più bravi ad interpretare i dati che le macchine ci forniranno. Insomma, non la vedo male in prospettiva. Ma ho anche 54 anni, una buona situazione e una casa. Se resto senza lavoro, non vado a vivere sotto un ponte. So però che non è così per molte persone, forse la maggioranza. Questo, in effetti, è preoccupante ma fintanto che c’è la rete sociale e lo Stato, allora dovremmo poter reggere il colpo durante la transizione

Alex Lorenzetti

 LE EMOZIONI NON INTERESSANO AGLI ALGORITMI

L’AI non può riprodurre l’unicità genetica, ma immagazzinare ed elaborare l’epigenetica. Quanto saremmo intelligenti se potessimo raccogliere, ricordare ed elaborare l’opera umana di millenni? Una AI praticamente perfetta, una plasticità che l’uomo non potrà mai avere. Le emozioni sono legate alla nostra imperfezione, per l’AI non avrebbero senso.

Yuri Campana

 I 40ENNI SONO IN PERICOLO!

A me non preoccupa molto l’intelligenza artificiale visto che ho sessant’anni e fra poco andrò in pensione, anzi mia figlia mi ha spiegato come funziona e magari presto chiederò pure io aiuto a Chat GPT per qualche consiglio… Mi preoccupano invece le persone che adesso hanno quarant’anni, che non sono più giovani ma neppure vicine alla pensione come me. Loro sì che potrebbero avere problemi se i loro datori di lavoro cominciassero ad impiegare attivamente strumenti di questo tipo…. penso che per loro sarebbe difficile adattarsi… l’intelligenza artificiale potrebbe lavorare meglio e più in fretta di loro… e dopo addio al lavoro..

Maria Schipani

Nei giorni scorsi il Corriere della Sera ha raccolto una testimonianza che permette di capire bene l’ impatto di questi nuovi strumenti tecnologici sulla quotidianità di ognuno di noi. Si tratta di un lettore del giornale italiano che si reca dallo psicanalista con regolarità e che sta meditando di sostituirlo con Chat GBT. «Basta provare ad utilizzare Chat GBT per capire il perché» dichiara al Corriere della Sera prima di spiegare i passi che compie per dialogare con la macchina. «Dapprima suggerite al computer di impersonarsi in uno psicanalista (indirizzandolo pure sulla scuola di pensiero), poi gli esponete un disagio, un trauma o un sogno ricorrente; in seguito gli chiedete di darvi delle chiavi di lettura: rimarrete a bocca aperta per la profondità di analisi. Dopodiché approfondite le risposte che vi ha dato e vi renderete conto di quanto ChatGPT si avvicini alla sensibilità di un terapista (parlo per esperienza)». Per ora il lettore del Corriere della sera dichiara che continuerà ad essere assistito da un terapista in carne ed ossa «ma se la tariffa del professionista dovesse diventare sempre più alta, cambierò idea». A buon intenditor…

 GLI AVATAR NON VANNO IN VACANZA

Tra foto di personaggi famosi, avatar che sostituiscono esseri umani nel presentare la meteo sul canale svizzero francese, l’intervista finta di Schumacher su un quotidiano tedesco, per cui la famiglia ha sporto denuncia, ecc., l’IA ci sta già fornendo le sue prime applicazioni. L’aspetto positivo nel mondo del lavoro sarà probabilmente un risparmio di fatica e tempo nello svolgimento di alcuni lavori, ma dovrebbe fermarsi all’aiuto per l’uomo e non alla sua sostituzione. I dirigenti del canale svizzero francese hanno detto che l’avatar impiegato da loro non si ammala e non chiede ferie, ecco questa è sicuramente una deriva pericolosa. Anche Chatgpt ha i suoi pro e contro. Può essere utile per velocizzare la stesura di una lettera o altro, ma non dovrebbe essere fonte unica di informazione, perché è impostato per attingere, tramite algoritmi, notizie dal web, ma quali? Quelle ripulite dai fact checkers come su FB? O magari quelle ideate dall’IA? O magari riportando un aspetto e non un altro? E il senso critico? Insomma, come tutte le tecnologie, anche la IA non è negativa in sè, dipende tutto dall’uso che se ne fa. Non bisogna quindi abbassare la guardia, prima di finire sostituiti da un avatar al lavoro o vivere in un metaverso quotidiano, tenendo sempre presente che l’intelligenza umana è e sarà superiore a quella artificiale.

Romina Marra

In occasione di un’intervista raccolta da Moneymag, il quotidiano online ticinese che si occupa di economia e finanza, il direttore dell’Istituto dalle Molle Luca Gambardella ha illustrato la posizione dello scienziato: «Noi specialisti siamo affascinati, perché non era affatto scontato arrivare fino a qui». Per Gabardella ChatGPT è più un’opportunità che una minaccia: «Perché non sono così spaventato? Perché la macchina non ragiona. Genera testo, conversazionale e non: basta. Ho provato a interrogarla, ho fatto delle domande che mi riguardano: ha sbagliato, ovviamente. Non possiamo chiederci quanto sia profondo il suo ragionamento, semplicemente perché non lo fa. Produce cose incredibili; su richiesta genera anche programmi per computer, ma non fa progetti. Sa usare stili diversi, trasforma uno scritto ironico in drammatico con una rapidità e risultati sorprendenti, ma ha dei limiti, che essa stessa conosce. Ho chiesto a ChatGPT se stava dicendo la verità. Mi ha risposto invitandomi a verificare le fonti».

 INTELLIGENZA? 

Per sostituire l’intelligenza è necessario che ci sia! Ma visto che spariamo razzi per cercare la vita nell’universo e per distruggerla sulla terra, dubito sia così. Infatti non è forse vero che gli strumenti creati dai pochi uomini intelligenti sono poi stati usati male dalla maggioranza nella migliore delle ipotesi per arricchirsi, nella peggiore per sopraffare il prossimo. Insomma l’intelligenza a mio parere non è cosa umana, perché se lo fosse, ci costringerebbe a occuparci prioritariamente della crescita della coscienza e dell’anima. Indispensabili per usare con intelligenza gli strumenti che creiamo in modo di vivere meglio, in pace, sereni e felici, praticamente il contrario di quanto facciamo. In sintesi non corrimano nessun pericolo dall’avvento “dell’intelligenza”artificiale, ma dai suoi padroni e utilizzatori probabilmente si. Comunque tranquilli, siamo fortunatamente così stupidi dal non percepirlo.

Andrea Genola

 POTREBBE DIVENTARE TUTTI MOLTO INFLUENZABILI 

L’intelligenza artificiale potrebbe significare una migliore assistenza sanitaria, automobili e altri sistemi di trasporto più sicuri e anche prodotti e servizi su misura, più economici e più resistenti. Può anche facilitare l’accesso all’informazione, all’istruzione e alla formazione. L’Intelligenza artificiale offre anche funzionalità di shopping virtuale che offrono consigli personalizzati o presentano le diverse opzioni di acquisto al consumatore. Però spesso gli esseri umani vengono manipolati dagli algoritmi. Con l’aumentare dei consigli si rischia che le persone si convincano che le scelte suggerite loro dagli algoritmi siano le proprie, finendo così per divenire influenzabili.Lo sviluppo dei sistemi di IA dovrebbe quindi confrontarsi a quattro principi etici considerati irrinunciabili: prevenzione da rischi, rispetto per l’autonomia umana, equità e spiegazione.

Bruna Balla