Le alghe dicono sempre la verità
Avete presente quando qualcuno se ne esce con «mah, io al cambiamento climatico non ci credo, in fondo il clima è sempre cambiato, non capisco tutto questo allarmismo» dimostrando una palese ignoranza riguardo ad informazioni e basi scientifiche necessarie a prendere le distanze dalle conclusioni (generalmente errate) date dalle sole sensazioni personali? Ecco, se animali e piante potessero rispondere a quella affermazione, direbbero… nulla. Semplicemente perché non perderebbero tempo a disquisire su questioni di lana caprina come facciamo noi umani in attesa di un domani migliore, nella speranza che tutto torni ad essere «come ai vecchi tempi» da solo, senza cambiamenti nel nostro stile di vita. No, gli animali (e le piante e l’intero ecosistema in cui viviamo) trasformano i loro comportamenti, cercando di adattarsi ad una nuova situazione che, per loro, non può semplicemente essere negata. Ecco, quindi che osserviamo un cambiamento nelle abitudini degli animali selvatici, la scomparsa o il fiorire di specie che prima si inserivano in equilibrio tra le altre, la comparsa di altre specie – magari invasive – che prima non si sarebbero mai sognate di proliferare alle nostre latitudini o altezze. Per non parlare del ritmo di fusione – o forse sarebbe opportuno parlare di «sparizione» – dei ghiacciai sulle nostre montagne. Ma se i ghiacciai non li abbiamo davanti agli occhi tutti i giorni, altre situazioni invece sì: per dire, le famose alghe del Ceresio, i terrificanti cianobatteri, dai quali i bagnanti sono stati prontamente messi in guardia nelle scorse settimane sono ancora lì, a metà settembre, e sembra che ci stiano proprio bene ad occupare in modo «irritante» gli spazi che sarebbero destinati agli ultimi scampoli di bagni estivi. E il fatto che ormai sembrano alternarsi, più che le stagioni, periodi di siccità e devastanti tempeste tropicali, manco fossimo in India o nel Borneo, dovrebbe metterci sull’attenti, non semplicemente indurci ad aspettare che finiscano. Perché molto probabilmente non finiranno, e se proprio non vogliamo credere ai climatologi, almeno ascoltiamo i messaggi – inequivocabili – che la natura ci urla. Dopotutto, che interesse hanno le alghe a mentire?