L'intervista

Migliorare il traffico al San Gottardo si può, parola di urano

Il granconsigliere Ludwig Loretz ha proposto un sistema di prenotazione per attraversare il tunnel, prendendo spunto dal porto di Amburgo
© CdT/Chiara Zocchetti
Andrea Stern
Andrea Stern
23.04.2023 06:00

Arriva dal porto di Amburgo l’ispirazione della proposta del granconsigliere urano Ludwig Loretz (PLR) di introdurre un sistema di prenotazione per poter attraversare il tunnel del San Gottardo, accolta all’unanimità dal suo Parlamento. «Loro erano confrontati con un afflusso eccessivo di camion nella zona portuale - spiega il garagista di Andermatt -. Nel 2017 hanno installato un sistema digitale a slot, grazie al quale ora riescono a distribuire molto meglio gli accessi».

Signor Loretz, tra un porto e una galleria alpina ci sono alcune differenze.
«È vero, ma la stessa idea è in discussione anche al Brennero, dove si vorrebbe introdurre un sistema di slot per il traffico pesante».

Perché lei vorrebbe estendere il sistema di prenotazione ai veicoli leggeri?
«Anche noi potremmo iniziare con il solo traffico pesante, per fare esperienza. Ma se l’obiettivo è fluidificare il traffico, non ci si può limitare ai camion, che rappresentano una piccola parte dell’insieme dei veicoli».

Però non tutti i viaggi possono essere pianificati in anticipo.
«Molti sì. L’idea di base sarebbe che le persone cambino le loro abitudini. Il tunnel del San Gottardo non è sfruttato al 100% sull’arco dell’intera giornata. Noi vorremmo favorire gli attraversamenti nelle ore meno affollate, il mattino presto o la sera tardi, evitando che tutti si mettano al volante alle 9 del mattino».

Dove dovrebbero fermarsi le auto in attesa del loro turno?
«Questo è un aspetto che resta da chiarire. Si dovrebbero trovare delle aree apposite. Mi rendo conto che si tratta di uno dei punti problematici nell’applicazione della proposta».

Non crede che parte del traffico si riverserebbe sul San Bernardino?
«Certo. Per questo si dovrebbe introdurre un sistema di prenotazione anche per il tunnel del San Bernardino. L’ideale sarebbe di arrivare a un sistema coordinato fra tutti gli assi alpini, Brennero compreso».

Il pedaggio sarebbe una buona soluzione. Il problema però è che la Svizzera è vincolata dall’accordo sui trasporti terrestri siglato con l’UE

Nel canton Uri sono tutti d’accordo con lei. Ma negli altri cantoni?
«Non ne abbiamo ancora discusso. La mia mozione chiedeva che venisse elaborata un’iniziativa cantonale. Ora sarà importante discutere con i rappresentanti degli altri cantoni per arrivare a una soluzione condivisa».

Non sarebbe stato più semplice proporre un pedaggio?
«Il pedaggio sarebbe una buona soluzione. Il problema però è che la Svizzera è vincolata dall’accordo sui trasporti terrestri siglato con l’UE. Tale accordo, all’articolo 13, prevede che la Svizzera non possa pretendere dagli automobilisti europei altri contributi oltre alla vignetta autostradale».

Gli accordi si possono cambiare
«È vero. Visto che si sta negoziando un nuovo accordo quadro con l’UE, potrebbe essere l’occasione di ridiscutere anche questo punto».

Gli urani e i ticinesi dovrebbero essere esentati dal pagamento di un eventuale pedaggio?
«La legge prevede che tutti gli utenti della strada debbano essere trattati allo stesso modo».

Per noi il tunnel è più importante che per altri.
«Sono d’accordo. Qui ad Andermatt abbiamo maestri di sci che arrivano dalla Leventina e che quindi percorrono il tunnel tutti i giorni. Ci sono altri lavoratori che hanno preso casa in Leventina perché lì hanno trovato buone occasioni. È anche per non ostacolare questo traffico locale che ritengo preferibile il sistema di prenotazione rispetto al pedaggio».

Attraverso spesso il Gottardo. Accompagno clienti a Malpensa, o a Milano

Lei attraversa spesso il San Gottardo?
«Abbastanza. Sia privatamente che per lavoro. Accompagno clienti a Malpensa, o a Milano».

Clienti? 
«Sì, da quando ha aperto il Chedi ho affiancato al mio garage un servizio shuttle. Accompagniamo gli ospiti dell’albergo all’aeroporto o anche solo a fare shopping a Milano».

Quindi immagino che secondo lei gli investimenti di Sawiris ad Andermatt hanno avuto un impatto positivo.
«Eccome! Questi investimenti ci hanno permesso di ribaltare la spirale negativa che ci stava colpendo, come molte altre vallate alpine. Oggi abbiamo molti più posti di lavoro, più posti di formazione, più famiglie. Naturalmente c’è anche qualche effetto negativo, ma quelli positivi sono nettamente di più».

State diventando una piccola St. Moritz?

«Il grande vantaggio di Andermatt è che mantiene una dimensione familiare. E poi mi sembra di poter dire che abbiamo una clientela più variegata rispetto a St. Moritz. Molti tedeschi, inglesi, arabi... Da quando gli impianti sono passati in mano a Vail Resorts stanno arrivando anche molti americani».

Si incontrano VIP per le strade di Andermatt?
«Sì, ci sono anche persone molto famose che hanno comprato degli appartamenti qui ad Andermatt.Li vedi per strada, al ristorante, sono persone simpatiche, non hanno stravolto il nostro ambiente familiare».

Non teme che il riscaldamento climatico possa vanificare gli investimenti fatti ad Andermatt?
«È naturalmente un problema, per noi come per tutto l’arco alpino. Non è pensabile continuare a proporsi come destinazione invernale con la sola neve artificiale. Ci vuole la neve vera. Dobbiamo dunque prendere molto sul serio la questione».

Come gli attivisti di Renovate Switzerland?
«No. Sebbene io abbia molto a cuore la protezione del clima, non ho alcuna comprensione per queste azioni che creano solo disagi e malumori. Penso siano controproducenti rispetto all’obiettivo di trovare buone soluzioni a favore del clima».

In questo articolo:
Correlati
Un pedaggio al San Gottardo?
È quanto propone la consigliera nazionale Corina Gredig, secondo cui – nei periodi di punta – l'accesso al tunnel autostradale dovrebbe costare 20 franchi