«Quel giorno al Serfontana e la sua telefonata: mi misi a piangere»

La scena si svolge in quello che era ancora il vecchio «Serf», il Serfontana di dodici anni fa, prima della chiusura temporanea e del restyling. È il 24 dicembre del 2013: Jorge Bergoglio si preparava a celebrare il suo primo Natale da Papa, in televisione circolava l’imitazione di Francesco fatta da Massimo Lopez - da rivedere - e Rita Pavone nel centro commerciale di Balerna era intenta agli ultimi acquisti.
«Lo ricordo come fosse ieri», racconta la pop-star italiana in un’intervista telefonica con la Domenica, che rievoca una telefonata ben più importante. «A un certo punto mi squilla il cellulare e vedo un numero sconosciuto». Da tempo residente in valle di Muggio assieme al marito Teddy Reno, Pavone conduce una vita ritirata. Il Natale in famiglia è una pausa sacrosanta, il Serfontana un appuntamento fisso. «Non aspettavo alcuna chiamata in particolare e ho risposto, senza pensarci» ricorda. «Dall’altro capo della cornetta sento questa voce dall’accento sudamericano».
Era un’altra novità di quell’anno. Quella delle telefonate a sorpresa del Pontefice. «Ricordo le sue parole come le sentissi adesso: signora Rita Pavone, sono Papa Francesco. Io feci un’esclamazione e la gente nel grande magazzino si voltò a guardarmi». La cantante ha raccontato altre volte il suo incontro con il Pontefice, avvenuto successivamente, ma oggi, a pochi giorni dalla scomparsa di Papa Francesco dopo un’altra festività-cardine del calendario cattolico - «io ci vedo una magia, non può essere un caso: se ne è andato dopo avere salutato tutti, si è congedato» - la memoria della cantante torna a quel primo contatto telefonico. «È stata un’emozione incredibile. Sulle prime a dire il vero non ci ho creduto», confessa. «Ho pensato fosse Massimo Lopez oppure qualcuno che gli faceva il verso. Ho risposto: non mi sembra una cosa bella, non si fanno questi scherzi, la Vigilia di Natale poi».
E invece era proprio lui. «Quando l’ho capito sono rimasta senza parole e mi sono messa a piangere», racconta la cantante che, negli anni ’60, è stata una delle stelle di punta della musica italiana nel mondo, Sud America compreso. «Immaginavo che mi conoscesse perché io in quegli anni ero popolare in Argentina, andavamo davvero forte non solo io ma anche Nico Fidenco, Nicola Di Bari. Abbiamo fatto carrettate di dischi in America Latina». La telefonata quindi non maturò proprio dal nulla. «Tutto inizia quando un amico monsignore mi disse: perché non gli scrivi? Magari risponde. Gli inviai una lettera e un disco e dopo pochi giorni mi arrivò la risposta: una calligrafia minutissima e accurata in cui diceva che non solo mi conosceva, ma che mi invitava a incontrarlo in Vaticano. La conservo ancora con grande affetto».
Alla replica di Pavone - «chiesi se potevo portare dalla Svizzera anche mio marito, e i miei due figli» - seguì la telefonata, più pratica ma comunque inaspettata, da un Papa. «Era una persona di un’umiltà incredibile e questa è la cosa che mancherà di più. Sono stata molto colpita dalla sua scomparsa e, come dico, penso ci sia qualcosa di magico, se vogliamo». L’incontro di persona si tenne alcune settimane dopo e in quell’occasione «ci intrattenemmo a parlare per quasi mezz’ora di tante cose, di fede ma anche di musica e calcio» ricorda Pavone. «A un certo punto con mio marito Ferruccio (Meyer-Ricordi, in arte Teddy Reno ndr.) si misero a canticchiare una sua canzone che poi era diventata un inno calcistico a Buenos Aires». Nel singolo «Addormentarmi così» il ritornello («Bocca a bocca, cuore a cuore») viene ancora oggi cambiato dai tifosi del Boca Juniors e River Plate («Boca-Boca, River-River») e Bergoglio non ha mai nascosto la sua vicinanza agli ambienti sportivi e al tifo per i cuervos del club San Lorenzo de Almagro.
«È stato l’unico Papa che abbia incontrato in vita mia, e penso non sia stato un caso. Era una persona semplice, e allo stesso tempo profondissima. Ha saputo indicare una via». La cantante non ha seguito i funerali dal maxi-schermo di Balerna ma è come se ci fosse stata, con lo spirito. «La mia preghiera ora come credente è che il suo successore sia altrettanto capace di leggere nel cuore degli uomini e darci una raddrizzata. In questo mondo che va a rotoli abbiamo bisogno più che mai di maestri, come è stato lui».