«Una bellissima avventura, Venezia è come essere a casa»
Mancano davvero pochi giorni e poi a Venezia si alzerà il sipario sul nuovo spettacolo di Daniele Finzi Pasca. «Qui ci sentiamo a casa», spiega il regista e produttore.
Da dove arriva questo stato d’animo?
«Venezia nella mia famiglia è un appuntamento da quando sono bambino. Mia mamma ad esempio venne qua a studiare la tecnica dell’acquaforte e venivo a trovarla. La cosa particolare è che conoscevo Venezia d’inverno e mai d’estate. Stare qua è bellissimo».
Venezia cerca il rilancio teatrale con la vostra Compagnia.
«Se ci hanno invitato penso proprio che abbiano cercato qualcuno come noi, qualcuno capace di far sorridere i veneziani. Il nostro è un teatro della leggerezza. Con l’ingenuità nostra che siamo stranieri ci soffermiamo su dettagli che magari ai veneziani non sorprendono più, anche se in realtà qui è tutto sorprendente, ogni dettaglio».
Venezia è tante cose. Uno scenaio perfetto per dei collezionisti di storie.
«La Venezia che stiamo raccontando è quello che stiamo conoscendo lavorando insieme ai veneziani. È la Venezia del loro fare teatro. Inoltre quando si sta qua, tutto si vede in modo diverso. A volte nel mondo ci chiamano proprio perché probabilmente non osserviamo gli stereotipi. Applichiamo un metodo ben definito».
Quale?
«È simile a chi raccoglie i sassolini su una spiaggia. Di sassolini ce ne sono tanti, eppure si prendono solo quelli che piacciono e non è possibile sapere perché piacciono. Quando c’è uno stereotipo, semmai lo prendiamo in giro».
Ma come funziona il vostro lavoro di scrittura?
«La nostra è una Compagnia che esiste da 40 anni. Ci conosciamo benissimo e ci vogliamo bene.In generale il lavoro di scrittura è un lavoro in cui tutti noi siamo attorno a un tavolo. Ognuno di noi porta qualcosa. È come un atto magico. Facciamo la spesa per mesi e poi ci mettiamo a cucinare tutto quello che abbiamo raccolto».