La lunga tournée di Castello Luigi e di Luigi Zanini junior
Da quando la guida Vini d’Italia di Gambero Rosso è tornata ad assegnare i suoi riconoscimenti al Canton Ticino, nel 2018, c’è sempre molta attesa per scoprire a quali produttori sono stati assegnati gli ambiti Tre Bicchieri. Tra le tre etichette premiate dall’edizione 2024 c’è anche il Castello Luigi 2019, un vino di taglio bordolese (Merlot, Cabernet franc e Cabernet sauvignon) che nasce a Besazio. «Ogni riconoscimento ci rende felici» mi racconta Luigi Zanini junior, titolare di Castello Luigi, «ma questi Tre Bicchieri rappresentano qualcosa di più perché ci aiuteranno a dare maggiore visibilità al vino e al Ticino nel mondo».
Tokyo, Dubai, New York, Londra, Parigi, Singapore, Hong Kong. A consultare l’agenda di Zanini, sembra di trovarsi di fronte alle tappe del tour di una rock band internazionale, quelle che poi trovi stampate sul retro delle magliette vendute a fine concerto. «Il bello è che non si tratta di fiere, ma di eventi organizzati appositamente dalla Gambero Rosso. Per molti anni ho girato il mondo con la valigetta in mano, in cui mettevo sempre una cartina dell’Europa per mostrare dove si trova il Ticino. Ora però le cose sono diverse: faremo parte dell’alta enologia italiana e, oltre allo scambio con i colleghi di oltre confine, siamo curiosi di scoprire come verrà apprezzato un Rosso del Ticino da giornalisti e professionisti del settore che non sempre toccano la Svizzera durante i loro viaggi di lavoro.»
La cantina Castello Luigi fa parte del percorso di crescita innescato da Luigi Zanini senior, che già negli anni Sessanta viaggiava per l’Italia alla ricerca di produttori di qualità. Negli anni Settanta si è lanciato per due anni nella vinificazione e nel corso degli anni Ottanta sono nate Vinattieri (poi ceduta) e Castello Luigi.
Per Luigi junior, l’esordio è datato 1985. «Ma parlerei quasi più di un battesimo» mi dice sorridendo. «Avevo 13 anni e bisognava travasare una vasca di notte. Mi trovavo su una botte e stavo cercando di togliere gli acini dal mosto quando un tubo è scoppiato e mi sono ritrovato completamente zuppo! A parte questo piccolo incidente, sono entrato in azienda nel 1992, ma tra me e mio padre non c’è mai stato un rapporto dall’alto al basso – abbiamo sempre lavorato fianco a fianco. Lui si è ispirato a Bordeaux e voleva portare il concetto di domaine in Ticino, e grazie all’azienda di famiglia ce l’ha fatta. Da una vecchia casa colonica ha costruito il Castello Luigi e impiantato i vigneti in un territorio abbandonato ma già vocato alla coltivazione dell’uva, seguendo quindi il solco di una lunga tradizione».
Oltre all’etichetta omonima ci sono il Belvedere (un Merlot in purezza) e il Castello Luigi bianco (un Chardonnay). L’edificio principale dell’azienda è un vero e proprio chateau, che oggi ospita la famiglia Zanini e la cantina. Nei prossimi mesi si concluderanno i lavori di ristrutturazione che hanno permesso di accogliere sotto lo stesso tetto anche il magazzino (prima dislocato in un altro stabile); l’inaugurazione è prevista per giugno 2024. «Se dovessi trovare un aggettivo per descrivere la nostra cantina direi “unica”, soprattutto pensando che ha una forma elicoidale e si sviluppa sotto terra, per una profondità di oltre 18 metri. Lo abbiamo fatto per far sì che i lavori possano svolgersi per gravitazione. Adotterei l’aggettivo “unica” anche per sottolineare il legame che corre tra la cantina e la mia famiglia, ormai da tre generazioni. Oltre a me e a mio padre, infatti, c’è mia figlia Luna che ha quasi 13 anni e già si mostra molto interessata alle diverse attività.»
Rimane una domanda: cosa rappresenta il vino per Luigi Zanini junior? Che cosa lo motiva tappa dopo tappa, tournée dopo tournée? «Il vino, per me, è sempre stato quel trait d’union capace di collegare più mondi. Ci sono i mondi della produzione e del consumo, certo, ma è una passione che accomuna persone provenienti da diversi settori come l’industria, l’architettura, il design o l’arte. Tutto sembra insomma convergere verso il mondo del vino, e poi si sa: le discussioni più belle, nascono sempre davanti a un buon bicchiere di vino!»