Baglioni Jr. e la magia della chitarra acustica

Quando nacque, nella primavera del 1982, il padre, Claudio, gli dedicò una delle più struggenti canzoni del suo repertorio, Avrai, mettendolo dunque già da subito sotto i riflettori. Dai quali però Giovanni Baglioni, pur seguendo le orme dei genitori (non solo quelle del celebre padre, ma anche quelle della madre, pure lei cantautrice e produttrice), si è sempre sottratto preferendo concentrarsi sulla musica in un ambito che gli evitasse ingombranti e pericolosi paragoni, nella fattispecie quello del genere acustico contemporaneo, di derivazione folk e riconducibile a quella corrente che, a cavallo del millennio, fu frettolosamente battezzata «new age».
Un genere del quale Giovanni Baglioni, oggi, è uno degli esponenti italiani più interessanti, forte di una originale tecnica comprendente l’uso del «tapping» (ossia l’utilizzo della mano ritmica per suonare delle note direttamente sulla tastiera), accordature alternative, armonici artificiali, il tutto condito da minuziose ricerche sia polifoniche sia ritmiche. Una tecnica forgiata seguendo gli insegnamenti di colui che è stato tra i più propositivi musicisti in quest’ambito (il compianto virtuoso statunitense Michael Hedges, tra le «colonne» dell’etichetta Windham Hill) e che a oggi ha sintetizzato in due album, Anima meccanica e il recente Vorrei bastasse, disco quest’ultimo frutto di una lunga gestazione e che sarà al centro dello spettacolo con cui Baglioni Jr. aprirà stasera, alle 21 sulla piazzetta di Monte, in Valle di Muggio (in caso di maltempo al Centro scolastico di Castel San Pietro), il segmento estivo della programmazione di Musica nel Mendrisiotto intitolato «Suoni d’acqua». Uno spettacolo nel quale, come unico protagonista sulla scena, Giovanni Baglioni introduce il pubblico alla sua musica «con un taglio da vero cantastorie, ossia con racconti e descrizioni capaci di dare un taglio inaspettato e portante di tutto l’insieme», alternando composizioni originali ad altre di grandi esponenti internazionali della chitarra acustica contemporanea.
La rassegna «Suoni d’acqua» proseguirà poi venerdì 7 luglio al Museo etnografico della valle di Muggio di Cabbio con il trio A flor del piel (Sarita Chena, voce; Giuseppe De Trizio, chitarra; Claudio Carboni, sax) e il loro viaggio «tra musica e parole che attraversa i tanti Sud del mondo «con una tensione speciale tra Meridione italiano e Sudamerica, capace di mescolare le rispettive tradizioni musicali» e venerdì 16 luglio con Le città invisibili che alla Masseria Cuntutt di Castel San Pietro vedrà il giornalista italiano Massimo Cotto, accompagnato da Claudio Farinone alla chitarra e Raffaele Casarano al sax, cimentarsi con nove racconti che compongono l’omonimo romanzo di Italo Calvino, in un «album di fotografie sonore dove le didascalie cambiano in continuazione perché nessuna città si lascia catturare fino in fondo». Info: www.musicanelmendrisiotto.com.