Fra cinema e realtà

«Operazione Canadian Bacon», quando il cinema si immaginò una guerra fra Canada e Stati Uniti

L'annuncio di Donald Trump e le misure commerciali imposte a Ottawa ci permettono di rispolverare un cult della satira firmato da Michael Moore – Il regista, nel 1995, prese in giro le politiche aggressive americane e la manipolazione dell'opinione pubblica
Marcello Pelizzari
04.03.2025 19:30

Diciamolo subito: fra realtà e fantasia, a questo giro, le differenze non mancano. Tuttavia, quanto sta accadendo fra Canada e Stati Uniti – la guerra dei dazi, già – e le possibili conseguenze per i consumatori hanno fatto scattare qualcosa. Un parallelismo, ecco. Le misure varate da Donald Trump hanno richiamato alla (nostra) memoria un film del 1995 di Michael Moore, la sola pellicola di finzione al di fuori dei documentari del regista: Operazione Canadian Bacon. Un piccolo, grande capolavoro. Più che mai attuale, verrebbe da dire, perché – riassumendo al massimo – Moore prende di mira la tendenza, tipicamente americana ai suoi occhi, a creare nemici esterni per distrarre l'opinione pubblica dai problemi interni.

D'accordo, ma la trama? Eccola: il presidente degli Stati Uniti, interpretato da Alan Alda, è alle prese con un grave, gravissimo calo di popolarità. E questo perché, con la dissoluzione dell'Unione Sovietica, è finita la Guerra Fredda e Washington non ha più un vero nemico da fronteggiare. Di riflesso, l'industria bellica è in difficoltà, la disoccupazione aumenta a ritmi galoppanti e l'opinione pubblica, appunto, è ai minimi. Di qui la decisione del presidente, presa dopo aver consultato i suoi collaboratori: imbastire una campagna propagandistica e denigratoria nei confronti del Canada, approfittando di un piccolo incidente diplomatico, allo scopo di ripristinare il cosiddetto clima di tensione per poi, inevitabilmente, risvegliare lo spirito patriottico e far ripartire l'industria bellica. Eccolo, il nuovo nemico.

E così, approfittando della crescente narrazione anti-canadese diffusa dai media statunitensi, le tensioni fra i due Paesi iniziano ad aumentare. Sul serio. Se è vero che, in realtà, il presidente degli Stati Uniti non ha alcuna intenzione di dichiarare guerra al Paese vicino, la situazione sfugge presto di mano. Un gruppo di patrioti americani guidati dallo sceriffo Bud Boomer – interpretato da John Candy – prende tremendamente sul serio la questione e decide di invadere il Canada. D'altro canto, in una delle scene madri del film si sente il consigliere per la sicurezza nazionale Stuart Smiley affermare con forza: «Datemi una settimana e gli americani bruceranno la bandiera con la foglia d'acero». 

L'invasione permette a Moore, abilissimo in regia, di ragionare e ironizzare sulle differenze culturali fra i due Paesi. Grazie, manco a dirlo, a una serie di situazioni fra l'assurdo, il grottesco e il tragicomico. Dagli americani che faticano a comprendere e ad accettare la cortesia canadese ai canadesi che, per contro, si scusano anche quando vengono insultati. A proposito di guerra, l'industriale delle armi R.J. Hacker, a sua volta, deluso e frustrato da anni di disarmo intende scatenare una guerra globale attivando tutti gli impianti missilistici statunitensi da una stazione di comunicazione installata in cima alla CN Tower di Toronto. Il paradosso? Honey, guerrafondaia amica di Boomer, eviterà una catastrofe per il mondo intero distruggendo la trasmittente di Hacker. Parentesi: era convinta si trattasse di una base nemica.

Il film, allargando il campo, prende di mira il complesso industriale-militare americano come la necessità, dicevamo, di avere sempre un nemico per giustificare, da un lato, alte spese militari e, dall'altro, politiche aggressive. Politiche aggressive che, uscendo dalla pellicola, sin dal suo ritorno sono diventate la cifra stilistica di Donald Trump. Non solo, Operazione Canadian Bacon scherza sul modo in cui gli Stati Uniti tendono a ignorare o, nella migliore delle ipotesi, banalizzare il Canada. Rappresentandolo come un vicino innocuo e del tutto trascurabile. Anche qui, è possibile fare più di un paragone con la realtà. Washington, è vero, ha «solo» lanciato una guerra commerciale. Ma, per dirla con il primo ministro Justin Trudeau, «una guerra commerciale nordamericana sarebbe una delle più stupide della storia». Una tragicommedia, insomma. A proposito di vicini innocui, Trump più volte ha usato l'espressione «governatore Trudeau», facendo capire di considerare il Canada non un Paese a sé stante ma uno Stato americano, il cinquantunesimo. Ancora Trudeau: «Vuole distruggere l'economia canadese e annettere il Canada. Ma non saremo mai il 51esimo Stato americano».   

Al di là del tono leggero, anzi leggerissimo, grazie al classico umorismo di Michael Moore, Operazione Canadian Bacon è impregnato di una forte critica alla politica estera statunitense e all'uso della propaganda per manipolare l'opinione pubblica. Il paradosso e l'assurdo, nel film, sono funzionali per sottolineare l'irrazionalità dell'agire statunitense. Pur senza ottenere un grande successo al botteghino, Operazione Canadian Bacon è considerato un cult per chi ama la satira politica. 

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