È morto Carlo Bergonzi

Se ne va, a 90 anni, la grande voce verdiana che ha cantato con star della lirica del '900
Ats
26.07.2014 15:43

MILANO - È stato Radames, Don Carlo, Manrico, Alfredo, il duca di Mantova, Ernani..., anche Otello: è stato uno dei più autorevoli interpreti del repertorio verdiano di tutti i tempi, Carlo Bergonzi, e ha cantato al fianco delle più raffinate voci liriche del '900, come Maria Callas, Renata Tebaldi, Leontyne Price, Montserrat Caballé, sotto la direzione dei più grandi, da Herbert Von Karajan a Riccardo Muti, nei maggiori teatri lirici del mondo.

La sua origine evoca il titolo di una celebre opera verdiana, "La forza del destino": nasce infatti il 13 luglio 1924 a Polesine Parmense, a un chilometro soltanto da Villa Verdi di Sant'Agata. E sembra proprio una predestinazione. Pochi giorni fa aveva compiuto 90 anni. È morto nella notte di venerdì all'istituto Auxologico di Milano.

Lunga la sua carriera: voce verdiana sì, ma senza trascurare gli altri grandi, da Puccini a Leoncavallo, da Massenet a Ponchielli. Debutta nel 1947 a 23 anni nel teatro parrocchiale di Varedo, vicino Milano, come baritono, perché su questa strada lo avevano avviato i suoi maestri del Conservatorio Arrigo Boito di Parma, ma si accorge ben presto che quello non è il suo destino e nel 1951 cambia registro e da tenore interpreta Andrea Chenier a Bari.

La carriera tenorile è ormai tracciata e nel 1953 debutta alla Scala, allo Stoll Theatre di Londra e al Colon di Buenos Aires. Nel 1955 interpreta "La forza del destino" diretta da Antonino Votto, insieme a Renata Tebaldi e torna alla Scala nel 1963 in una nuova produzione di Aida diretta da Gavazzeni, regista Zeffirelli, con un cast stellare: Fiorenza Cossotto, Leontyne Price, Nicolai Ghiaurov.

È il suo lancio definitivo. Da allora calca i massimi palcoscenici mondiali, a partire dal Metropolitan di New York, che il 4 dicembre 1981 organizza il 'Bergonzi galà per festeggiare i suoi 25 anni di carriera al Met.

Oltre 40 anni dura la sua carriera: del '93 la sua "prima" serata di "addio" alla Scala, con un grande trionfo, ma decide di smettere nel 1995 con una serie di concerti a Vienna, a New York e ancora alla Scala. Il 3 maggio 2000 torna però, a Carnegie Hall, per affrontare per la prima volta il difficile ruolo di Otello. Dopo di che, salvo qualche sporadica esibizione, si dedica solo all'insegnamento. Anche qui, grandi successi. Sono suoi allievi, infatti, cantanti come Vincenzo La Scola, Michele Pertusi, Salvatore Licitra.

Amplissima la discografia: 25 opere complete e un album con tutte le 31 arie per tenore di Verdi. Innumerevoli i premi, dal 'Verdi d'oro' nel 1972 a Busseto, al Grammophone's Lifetime Achievement Award ricevuto nel 2000 a Londra, all'Oscar della Lirica alla Carriera all'Arena di Verona, nel 2010, anno in cui vince anche il premio 'Una vita per la musica - Artur Rubinstein' al Teatro La Fenice di Venezia.

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