Il terremoto che spazzerà via la California

Lo chiamano «The Big One» ed è da sempre, il peggior incubo degli abitanti della costa californiana degli Stati Uniti. È il terremoto «ultimo», provocato dalla Faglia di Sant'Andrea, una sorta di cerniera tra due placche tettoniche, che corre lungo tutta la costa del Pacifico e che già nel 1906 fu all'origine di un fortissimo movimento tellurico, 8.3 della scala Richter, che quasi rase al suolo San Francisco e squassò tutta la costa, dall'Oregon a Los Angeles, sino al Nevada. Il cinema lo raccontò nel 1923, in The Shock di Lambert Hillyer con Lon Chaney, e poi ancora nel 1936, quando W.S. Van Dyke, lo evocò nell'apocalittico finale di San Francisco, film sulla storia della città che s'intrecciava con la turbolenta passione di Clark Gable e Jeannette McDonald. Ma oggi, il regista Brad Peyton con l'ausilio del 3D e grande dovizia di effetti speciali di ultima generazione, nel film San Andreas ha dato davvero corpo alle paure dei californiani e offre agli appassionati del genere catastrofico, la sua versione cinematografica del grande terremoto che verrà.La pellicola inizia nel centro studi della Caltech, a Pasadena, dove un gruppo di sismologi che stanno monitorando la faglia di Sant'Andrea nel tentativo di prevedere il «Big One», si accorgono che uno sciame sismico sta aumentando d'intensità e oltre ad interessare una zona sempre più ampia, sta innescando l'attività di una serie di faglie sino ad allora sconosciute vicino alla grande diga di Hoover, nel Nevada. Il capo sismologo Lawrence Hayes (Paul Giamatti) e un collega, vengono sorpresi nel bel mezzo della diga da una scossa d'inattesa violenza che scatena la catastrofe provocando distruzione e panico su vasta scala.
San Andreas inizia così in modo maestoso con alcune delle sequenze più insolite e interessanti dove la natura sconvolta prende il sopravvento, mentre qualsiasi reazione umana è impossibile. Lawrence allora, dà l'allarme a livello nazionale: è in arrivo un terremoto di violenza senza precedenti. È di magnitudo 9.1 sulla scala Richter. La miccia è ormai innescata, l'escalation dei fatti catastrofici che coinvolgerà tutta la costa è solo questione di tempo. Prima Los Angeles, poi San Francisco, si accartocciano come castelli di carte, i grattacieli si sbriciolano, il ferro si storce, il cemento si spezza, i vetri si frantumano, i pali della luce cadono a terra e le strade, piene di voragini, si tramutano in trappole mortali. Queste metropoli densamente popolate sembrano non lasciare scampo ai propri abitanti che, in preda a indicazioni contrastanti, vediamo andare verso un oscuro destino. Come nelle peggiori previsioni rese note anche non molto tempo fa dal Geological Survey degli USA, infatti, dopo il terremoto, arriva dal mare, un terribile tsunami. San Andreas mostra un muro di acqua virtuale alto come 15 piani di un palazzo che si abbatte su una San Francisco già martoriata da 1300 sequenze di effetti speciali in CGI. Questo è il clou, è il momento migliore del film, che ha invece nella trama e nei protagonisti la sua più grande debolezza. Infatti la star di San Andreas, assieme al terremoto, è Ray, pilota di elicotteri della squadra di soccorso dei pompieri di Los Angeles, (Dwayne Johnson), dal fisico da super-eroe e dallo sguardo da cow-boy tranquillo, che per tutto il film si darà da fare, in elicottero, in aereo e in motoscafo, per portare in salvo la propria ex moglie (Carla Gugino), di cui è ancora innamorato, e la propria figlia (Alexandra Daddario). Insomma, uno scenario davvero da incubo quello che descrive Brad Peyton in San Andreas sfruttando previsioni, calcoli, e dati tecnici con il realismo irreale del 3D, e degli effetti speciali, in cui per i californiani non c'è davvero speranza.