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I Vintage Trouble: «Dagli Stones alle... cave di Arzo!»

Dopo le collaborazioni con le leggende del rock, la band californiana sarà grande protagonista del Càvea Festival: «Ticinesi, pronti a una serata... primitiva?»
Mattia Sacchi
13.06.2022 14:08

Il Càvea Festival torna finalmente... nelle cave di Arzo, dopo gli impedimenti dettati dalla pandemia. E per celebrare questo gradito ritorno ha preparato un programma di tutto rispetto, dove le sonorità rock faranno vibrare le marmoree pareti di questa unica e suggestiva location. Uno dei nomi più attesi è certamente quello dei Vintage Trouble, band californiana che ha condiviso il palco con gruppi da far tremare le gambe, non solo per tenere il tempo: Rolling Stones, AC/DC, Bon Jovi e The Who, giusto per citarne alcuni di questa impressionante lista. Ma negli Stati Uniti sono molto conosciuti anche per le loro esibizioni in alcuni programmi culto, come i Late Show con Jay Leno e David Letterman. 

Il Corriere del Ticino ha parlato con Ty Taylor, frontman del gruppo fondato nel 2010, a poche ore dalla partenza per l'Europa

Il prossimo 1 luglio sarete protagonisti del gran ritorno del Càvea festival. Cosa dobbiamo aspettarci?

Una notte pazza, selvaggia, sudata, sexy… una notte che sa di estate. Eravamo già stati in Ticino qualche anno fa ed è un posto meraviglioso, siamo davvero contenti di tornare. E lo siamo ancora di più sapendo che suoneremo in una cava: sarà un’atmosfera incredibile e in fondo è il luogo ideale per esprimere al meglio l’essenza della nostra musica, che è molto “primitiva”.

Appunto, il vostro sound è genuino e vibrante, fatto di strumenti e voce, lontano dagli artifici elettronici di cui forse oggi si abusa un po’ troppo…
Vero, riteniamo che questo sia il modo migliore per proporci al pubblico. Tuttavia non siamo degli integralisti: in passato abbiamo cercato di suonare con strumenti dell’epoca, ma sappiamo apprezzare anche le innovazioni tecnologiche. Alla fine la musica deve farti provare emozioni, poco importa che lo faccia con un assolo di chitarra elettrica o con un sintetizzatore. E poi sono convinto che tutta la musica fatta bene abbia in qualche modo un legame con il passato.

Che sia ad un concerto piuttosto che a uno show televisivo, la tua personalità è dirompente. Quanto hanno influito i tuoi studi universitari in recitazione e musica e la tua esperienza a Broadway?
Di certo aver fatto un certo tipo di formazione artistica insegna quanto sia importante curare ogni dettaglio, come ad esempio usare i vestiti giusti. Poi però sul palco, quando canti la tua musica, non puoi fingere ed essere qualcosa che non sei. Diventa tutto istintivo e le emozioni che fai emergere sono quelle che hai dentro. Non è un caso che la mia artista di riferimento è sempre stata Tina Turner: ogni suo spettacolo era concepito per essere perfetto, ma quello che poi faceva la differenza e rendeva il tutto grandioso era il suo modo di diventare selvaggia e istintiva. In ogni sua nota c’è amore, disperazione, tormento, gioia: tutto quello che ogni frontman dovrebbe fare quando sale sul palco.

Dai Rolling Stones agli AC/DC, la lista di band leggendarie con cui siete stati sul palco è impressionante. Come si affrontano questi mostri sacri della musica?
Se c’è una cosa che ho imparato stando con loro non solo sul palco ma anche nei backstage è la consapevolezza che hanno di quello che devono fare prima, durante e dopo l’esibizione. Questa preparazione e sicurezza in loro stessi non solo leva molta pressione, ma trascina anche chi sta intorno a tirare fuori il meglio. Anche perché li vedi lavorare duro ogni sera, ad ogni prova e ogni concerto: se lo fanno loro che non hanno più nulla da dimostrare, come possiamo non farlo noi? E forse è proprio l’aver captato questo aspetto che ci ha permesso di ottenere il loro rispetto.

Quindi lavorate duro…
Lo facciamo dal 2010 e abbiamo tutta l’intenzione di continuare a farlo! Anche ad Arzo, dove spero che siate pronti perché abbiamo tutta l'intenzione di farvi scatenare!

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