L'intervista

Giona Ostinelli, da Vacallo a Los Angeles coltivando il sogno di un Emmy

Fresco di pubblicazione del suo primo, epico album in coppia con Sonya Belousova, «A mighty heart beating like a drum», il compositore ticinese si racconta a 360 gradi per il Corriere del Ticino
© Sven Doornkaat
Stefania Briccola
13.01.2024 18:30

Si intitola A mighty heart beating like a drum il primo album del ticinese Giona Ostinelli con Sonya Belousova, famosissimo duo di compisitori di musica da film, uscito a dicembre per Sony Masterworks e già un successo. Tra gli ospiti del disco figurano Serj Tankian dei System of a Down, l’ex cantante dei Nightwish Tarja e DL dei Bad Wolves. L’album vuole restituire l’idea di un racconto epico e di un viaggio di scoperta guidato da «un cuore forte che batte come un tamburo». Un cuore che non teme di tuffarsi anche in acque impetuose. Al Corriere del Ticino il compositore trentasettenne, nato a Vacallo ma residente a Los Angeles, a due passi dalla mecca del cinema, racconta la genesi del disco e gli aspetti inediti del suo lavoro. Tra i maggiori successi di Sonya Belousova e Giona Ostinelli ci sono la colonne sonore delle serie The Witcher e One Piece, andate in onda su Netflix, e le relative canzoni, fra cui Toss A Coin To Your Witcher diventata virale e capace di scalare la classifica delle vendite delle canzoni rock di Billboard nonché My Sails Are Set.

Giona Ostinelli, come mai con Sonya Belousova avete deciso di realizzare il vostro primo album soltanto ora?
 «A noi piace molto scrivere musica e abbiamo scoperto con la serie fantasy The Witcher, dopo il successo di Toss A Coin To Your Witcher, che anche scrivere canzoni ci gratifica moltissimo. Allora, abbiamo deciso di realizzare un disco che riflettesse proprio la nostra visione artistica. Le canzoni hanno uno stile molto epico, una fusione tra folk e fantasy, anche un po’ rock. Poi ci sono dei brani classici con piano e orchestra nei quali Sonya, naturalmente, suona oltre a cantare. E chi mai potrebbe farlo meglio di lei, una virtuosa del pianoforte».

Chi avete coinvolto fra i cantanti e musicisti nel vostro disco? 
«Tra i cantanti ospiti nel nostro album d’esordio ci sono Serj Tankian, fondatore e frontman dei System of A Down, DL(Daniel Laskiewicz) dei Bad Wolves, superband che fa nu metal e rock progressivo, la finlandese Tarja Turunen e Sophia James, venuta alla ribalta con American Idol, il più famoso talent degli Stati Uniti. Poi, beh, abbiamo coinvolto Marcin, chitarrista polacco tra i più noti e virtuosi del panorama internazionale. Siamo molto onorati che questi artisti abbiamo accettato il nostro invito».

Lei canta?
«Direi di no. Non è che mi metta a cantare come il frontman di una band. A volte, in The Witcher e in One Piece, ho avuto delle piccole parti sonore come nel motivo creato per una scena d’azione. In Ticino ho preso lezioni di canto da piccolo e qualcosa è rimasto. Abbiamo scoperto che con il falsetto posso raggiungere note più acute rispetto a Sonya». 

In uno dei suoi podcast con i suoi fan, lei diceva che ama inserire sonorità inaspettate nella vostra musica. Può spiegarci meglio?
«Cerchiamo sempre di mettere qualcosa di speciale nelle nostra musica. E questo perché, alla fine, puoi anche scrivere come facevano Mozart e Beethoven, ma devi pure pensare che loro erano degli innovatori».

Che cosa ha sperimentato ultimamente?
«Di recente abbiamo sperimentato tanto con il respiro per creare delle basi ritmiche. Una cosa particolare che abbiamo inserito nella colonna sonora di The Thing About Pam, con Renée Zellweger nel ruolo della protagonista, è il grugnire di un porcellino di gomma. Forse l’idea mi è venuta perché l’unica preoccupazione del personaggio principale della serie erano i soldi. E così nelle scene in cui Pam riempiva il salvadanaio si avvertiva tra le note questo strano suono del maialino. Il flauto comprato a Vacallo, che portavo a scuola da ragazzino, è un’esclusiva che trovate solo nella musica di The Witcher».    

Durante la pandemia ho cominciato a studiare chitarra e basso elettrico. Poi ho comprato un contrabbasso e stiamo incominciando a suonarlo. Sonya è già diventata brava

Che rapporto ha con gli strumenti musicali?
«Sia io e che Sonya continuiamo a prendere nuovi strumenti che impariamo a suonare per capire le loro potenzialità. Durante la pandemia, ho cominciato a studiare chitarra e basso elettrico. Poi ho comprato un contrabbasso e stiamo incominciando a suonarlo. Sonya è già diventata brava. Del resto lei ha l’orecchio assoluto e può fare tante cose come scrivere direttamente le note che ha in testa».

Lei e Sonya Belousova siete un duo formidabile. Quale è il vostro segreto?
«Io e Sonya componiamo insieme al pianoforte e al computer. Non è che io dia indicazioni a lei o viceversa. Lei è una pianista classica, io sono più rock, ma ci amalgamiamo al meglio».      

Le idee migliori quando arrivano?
«Subito dopo pranzo o dopo cena, quando pensiamo di avere finito il nostro lavoro. Componiamo in studio fino a mezzanotte, poi io vado a dormire mentre Sonya, che è più nottambula, continua fino alle 4 o alle 5 del mattino. Così, quando mi sveglio verso le 8, trovo dei messaggi sul telefono. Del tipo: ''Ho trovato la melodia''».            

Spera di prendere un Emmy Award per la colonna sonora della fortunata serie Netflix One Piece?
«Chissà come andrà… C’è sempre una speranza. I premi sono qualcosa di molto strano, soprattutto se pensi che a fare le nomination sono altri musicisti. Possono arrivare o meno. Ma è chiaro che fanno sempre piacere. Più che i premi, però, è l’entusiasmo dei fan che scalda il nostro cuore».    

A cosa sta lavorando ora?
«Gli scioperi hanno fermato l’industria cinematografica da maggio fino a dicembre. I film ai quali lavoreremo ora dovevano girarli a luglio. Adesso, stiamo per cominciare a scrivere la colonna sonora di un nuovo film, che non possiamo ancora rivelare, ma non vedo l'ora di poter annunciare il titolo con tutti i dettagli».

Che cosa le manca del Ticino?
«Come capita spesso, quando hai qualcosa non ti rendi conto di quanto sei fortunato. Appena vai lontano dal Ticino ti accorgi che ti mancano le piccole cose come il cibo. Quando torno a casa faccio la scorta di olio di oliva che, negli Stati Uniti, è quasi introvabile della stessa qualità».

© Sven Doornkaat
© Sven Doornkaat