Confine

Varese a frontalieri e ticinesi: «Venite a vivere qui, si sta meglio»

Dopo l’approvazione della legge di ratifica dell’accordo fiscale la città di frontiera lancia una campagna puntando a sfruttare il vantaggio che i detentori del permesso G manterranno intatto almeno sino alla fine di quest’anno
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Fabrizio Barabesi
08.02.2023 06:00

Varese, porte aperte ai frontalieri. Non soltanto ai molti lavoratori che da sempre vivono in città o gravitano nei territori di confine, ma anche a quanti decidessero di volere trasferirsi nella città Giardino, così da trovarsi nella fatidica fascia dei 20 km. L’invito, chiaro e declinato in diverse sfaccettature da parte dell’amministrazione varesina, è rivolto anche ai cosiddetti “frontalieri al contrario”, ovvero agli svizzeri: da tempo, per vari motivi, un numero sempre più consistente di ticinesi ha scelto di prendere la residenza in Italia, dove il costo della vita è minore. Da qui, da oltrefrontiera, ogni mattina questi frontalieri alla rovescia si mettono in viaggio, assieme agli italiani, per superare i valichi e andare sul posto di lavoro.

Sono queste le premesse - all’indomani dell’approvazione in Senato della legge di ratifica dell’accordo fiscale italo-elvetico - della vasta campagna promozionale «Lavoro in Svizzera ma vivo a Varese», ideata dal Comune con l’obiettivo specifico di invogliare i confederati a trasferirsi, valorizzando le diverse offerte della città, rivolte in particolare alle famiglie.

E così, in 7 manifesti pubblicitari creati appositamente per promuovere l’iniziativa, sono indicati - in sintesi e slogan - i motivi per cui potrebbe valere la pena fare le valigie e andare a vivere dall’altra parte del confine.

Si va dal fiore all’occhiello della città giardino, ossia gli ampi spazi verdi, fino alle strutture sportive (non casualmente, in uno dei manifesti appare il nuovissimo Palaghiaccio), fino ai collegamenti in particolar modo via treno verso la Svizzera, passando ancora per l’offerta di nidi gratis e gli eventi culturali di intrattenimento.

«Puntiamo sui servizi»

«La nostra città, in questi anni, ha avviato una serie di cambiamenti strutturali che hanno potenziato servizi, riqualificato impianti e intere aree - dice il sindaco Davide Galimberti - In concomitanza con la votazione sul nuovo accordo fiscale, diamo il via a una campagna rivolta a una particolare categoria di utenti, quella dei frontalieri, per promuovere le tante opportunità della città, che in questi anni è diventata sempre più moderna, attrattiva, servita. Basti pensare al collegamento su rotaia che, in meno di 20 minuti, porta oltreconfine. Nei prossimi mesi proseguiremo la campagna di valorizzazione del territorio rivolgendoci anche ad altre fasce di utenti».

E, come detto, l’invito è rivolto anche agli svizzeri. Secondo gli ultimi dati, resi noti dall’Ufficio cantonale di statistica (USTAT) che aveva di recente analizzato il fenomeno dei “frontalieri al contrario”, i residenti ticinesi divenuti frontalieri, in pochi anni, sono passati dagli 800 del 2013 ai 1.200 del 2019. E guardando a quanti di loro hanno il passaporto svizzero, nel 2013 erano 300, nel 2019 sono diventati 350.

Un fenomeno, dunque, in espansione, che ha anche spinto l’ex sindaco di Chiasso Moreno Colombo a presentare - a dicembre - una petizione al Consiglio di Stato e al Gran Consiglio per avere un quadro complessivo del fenomeno, chiedendo un focus particolare su quanto accaduto a cavallo del confine negli ultimi due anni (il periodo escluso dal monitoraggio precedente realizzato dall’USTAT, ndr).

Il tutto mentre a Varese Davide Galimberti ribadisce come siano «assolutamente ben accette le richieste degli svizzeri che vorranno decidere di trasferirsi a Varese per poi andare a lavorare oltreconfine come accade per tutti i nostri frontalieri». Un trasloco conveniente, tenuto conto del costo della vita e del potere d’acquisto. «Obiettivo ulteriore - aggiunge il sindaco di Varese - è far sì che le risorse derivanti dai ristorni vadano a favorire investimenti funzionali e necessari ai lavoratori frontalieri, con interventi finalizzati a migliorare sempre più infrastrutture e servizi».

Manifesti online

La campagna di promozione, in una prima fase, sarà avviata online, in continuità con il tavolo di lavoro avviato nei mesi scorsi tra territori di confine, lavoratori e associazioni.

«La città si sta trasformando, non soltanto nelle infrastrutture ma anche nei servizi - dice l’assessora ai Servizi sociali di Varese, Rossella Dimaggio - noi siamo al lavoro per rendere la città sempre più attrattiva e inclusiva, attraverso servizi scolastici flessibili ed efficienti, penso alla misura dei nidi gratis, e con servizi di doposcuola e prescuola capillari sul territorio cittadino, iniziative insomma che vanno a favore delle giovani famiglie».

È un’area, quella insubrica, al centro dell’azione amministrativa italo-svizzera sotto diversi aspetti. Basti pensare, ad esempio, anche a quanto accaduto nel periodo natalizio con il progetto “Natale dei laghi”, l’alleanza tra Cernobbio, Lecco, Varese e Lugano per avviare un percorso condiviso su cultura e turismo.

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