Calcio

«Al termine della partita è venuto nello spogliatoio a congratularsi»

Joe Mansueto si è goduto lo spettacolo del suo Lugano vittorioso sui campioni svizzeri dello Young Boys a Cornaredo
© CdT/Gabriele Putzu
Massimo Solari
27.10.2024 20:39

Sweet home Cornaredo. Joe Mansueto si è goduto lo show. Si è goduto il suo Lugano, bello, bellissimo, contro uno Young Boys uscito dal campo a testa bassa, imbarazzato. D’altronde era una sfida dal grande significato: la prima dal vivo del patron statunitense, certo, ma anche possibile crocevia della stagione per una e per l’altra squadra. Non c’è stata partita. «Abbiamo dominato dal primo all’ultimo minuto» sintetizza Ignacio Aliseda, autore della prima delle due reti dei padroni di casa. Di nuovo spettacolare. «Siamo andati a cento all’ora, dimostrando di voler rimanere in vetta» sottolinea l’argentino, sul quale Mansueto aveva scommesso oramai più di quattro anni fa. «Non lo vedevo da tanto tempo e anche alcuni compagni mi hanno chiesto se non avvertissi una certa pressione. Vi assicuro che non è stato il caso. Sono semplicemente felice che Joe possa aver ammirato una squadra così superiore all’YB».

Interpretazione perfetta

E dire che solo una settimana fa, il Lugano si leccava le ferite per la brutta caduta a Yverdon. «Ammettiamolo: si è vista tutta un’altra mentalità» sottolinea Aliseda. Poco dopo, Renato Steffen conferma le impressioni del compagno: «Credo che se ne siano accorti tutti. L’intensità che abbiamo portato in campo è stata di un altro livello. Abbiamo vinto tantissimi duelli e anche la proposta di gioco - rispetto al match con i vodesi - era molto più chiara. Invece di tentennare con il pallone, abbiamo attaccato con convinzione. E, naturalmente, abbiamo sfruttato subito le nostre occasioni».

Aliseda ha acceso il match al 17’, mentre il raddoppio di Belhadj è arrivato poco dopo la mezz’ora. «Se è stata la mia partita più bella sulla panchina del Lugano? Sicuramente è stata una grande partita» afferma Mattia Croci-Torti. «L’interpretazione del match è stata eccezionale. Abbiamo gestito tutte le fasi dell’incontro con intelligenza e con il migliore atteggiamento. Raramente, inoltre, avevo visto il Lugano prevalere in modo così netto sul piano delle battaglie difensive e offensive». Dietro, in effetti, Hajdari e un ritrovato Mai sono stati dei giganti. Przybylko, schierato a mo’ di boa in attacco, ha invece dialogato con profitto insieme a esterni e centrocampo. Il suo peccato capitale? Non aver chiuso la partita in due occasioni, poco prima e poco dopo la pausa.

«Poche parole dritte al cuore»

In realtà il Lugano non ha mai perso la testa. «Per linfa e vitalità siamo stati superiori allo Young Boys su tutto l’arco della sfida» conferma il Crus. Per poi allargare lo spettro della sua analisi. «Dopo la deludente sconfitta contro l’Yverdon abbiamo dimostrato di voler tornare subito a essere protagonisti. In Europa e al cospetto dei campioni svizzeri. Delle controprestazioni come quella vissuta allo Stade Municipal, tante volte posso fare bene. L’importante è non venire inghiottiti in una pericolosa routine. «Il Lugano è vivo, eccome, ed è importante che l’ambiente lo abbia compreso pienamente» rileva in merito Steffen. «Non era evidente, considerato anche l’impegno di giovedì in Conference League. Il titolo? Siamo pur sempre a fine ottobre e reputo che le prime valutazioni di questo tipo potranno essere fatte a dicembre. Per il resto, lo sapete che non ho sposato il progetto bianconero per chiudere al secondo o al terzo posto».

Già. Alla luce della splendida vittoria sullo Young Boys, forse anche Joe Mansueto potrebbe aver infine compreso la credibilità delle ambizioni bianconere. La forza, sì, della rosa guidata da Croci-Torti. «Speriamo che non mi porti via alcun giocatore fino a giugno» afferma il Crus tra il divertito e un pizzico di serietà. «Se dovessimo mantenere questo ritmo anche in Europa, tuttavia, non escludo novità durante il mercato invernale. Dovesse essere il caso, proveremo come sempre a trovare nuove soluzioni». Il numero uno dei Chicago Fire e del Lugano, ad ogni modo, ha mostrato il suo attaccamento al progetto. «È incredibile quanto conosca in profondità il mio gruppo» spiega l’allenatore momò. «Al termine della partita è venuto in spogliatoio per congratularsi. Ha speso poche parole, ma si è trattato di un discorso incisivo, che ha toccato il cuore dei miei uomini». Lo stesso, all’inverso, hanno fatto i bianconeri con il loro show. E allora, caro Joe, sweet home Cornaredo.

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