L'analisi

Capitan Sabbatini: «Poteva essere perfetta, ma va bene anche così»

I bianconeri, al termine di una partita folle e dai mille risvolti, accedono dunque alle semifinali di Coppa Svizzera
© KEYSTONE / GEORGIOS KEFALAS
Nicola Martinetti
29.02.2024 00:15

Dal paradiso all’inferno. E poi, sì, di nuovo in paradiso. Ancora e ancora. Una giostra impazzita, con una sola destinazione: le semifinali di Coppa Svizzera. Il Lugano di Mattia Croci-Torti ce l’ha fatta. Per la terza stagione consecutiva, sotto la guida del tecnico momò, il club bianconero disputerà il penultimo atto. L’ultima squadra a centrare una simile impresa, ironia della sorte, era stata proprio il Basilea tra il 2018 e il 2020. Questa volta, invece, i renani sono restati con un pugno di mosche in mano. Nonostante una clamorosa rimonta, rimasta incompiuta all’ultimo respiro.

Barry risponde a Celar

Il Lugano, in effetti, l’ha quasi combinata grossa. Anzi, grossissima. Dopo aver dominato il primo tempo - chiuso sul 2-0 grazie a una doppietta di Celar nel primo quarto d’ora - e aver controllato tutto sommato con agio buona parte della ripresa, Sabbatini e compagni si sono improvvisamente spenti una volta superato l’80’. Un piccolo momento di appannamento, durato un paio di minuti appena. Sufficiente però per permettere ai padroni di casa di rimettersi clamorosamente in carreggiata grazie a una doppietta di Barry. Due a due e palla al centro.

Così è ancora più bello

Questo Lugano, tuttavia, in Coppa sta di casa. È il suo giardino. E per metterlo alla porta, piano piano lo stanno imparando tutti, serve molto, molto di più. Lo ha infine capito anche il Basilea, che dopo averlo piegato non è riuscito a spezzarlo. Finendo - in un epilogo al cardiopalma - col cedere il passo ai bianconeri ai calci di rigore. Un esercizio in cui ancora una volta, come già nelle edizioni precedenti, i sottocenerini si sono confermati glaciali. Quattro trasformazioni su quattro - Valenzuela, Vladi, Sabbatini e Mahou -, e una paratona di Saipi su Schmid, dopo che Frei in precedenza era scivolato sotto gli occhi della sua curva. La ricetta giusta per tornare a toccare il cielo con un dito. Culminando nel migliore una serata storica. «Poteva essere persino perfetta - ha rilevato capitan Sabbatini ai microfoni della RSI -. Ed invece non riuscendo a chiudere prima i conti, abbiamo dato al Basilea la possibilità di rientrare. Peccato, ma va anche detto che loro per riacciuffarla hanno anche inserito svariati attaccanti, mettendoci sotto pressione. Ma non fa niente, alla fine l’abbiamo spuntata noi e siamo contenti così, va benissimo». Già, va benissimo. Perché vincere così, in fondo, è anche più bello. Più dolce. In attesa di altre imprese, altre serate magiche. Magari già a partire dalla semifinale. 

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