Dieci turni per un solo affare: quello riuscito allo Young Boys

Dieci giornate per cambiare padrone. Altrettante per rimettere in corsa il campione di sempre. Dieci giornate, tuttavia, che non hanno modificato le coordinate della Super League. E questa, in fondo, è un’ottima notizia per il Lugano, rimasto a galla nonostante una traversata del deserto protrattasi per quasi un mese e grazie al sussulto di domenica contro il Winterthur. Il massimo campionato svizzero, insomma, ha abbracciato la prima pausa dell’anno dedicata alle nazionali come aveva lasciato il 2024. Senza punti di riferimento e nella totale incertezza per quanto concerne la lotta per il titolo. A separare la capolista dal sesto posto, oggi, sono sei punti. Al termine del girone d’andata erano quattro. La prima esclusa dal vagone di testa, da parte sua, dista otto lunghezze a fronte delle cinque di Natale. Un piccolo stiracchiamento, toh.
Distanze contenute
Dicevamo dei bianconeri. La squadra di Mattia Croci-Torti, lo ricordiamo, si era laureata campione d’inverno a quota 31. I dieci turni successivi hanno prodotto (solo) 14 punti su 30, facendo scivolare i ticinesi in terza posizione. Eppure, suggerivamo, tutto rimane aperto. A guidare il torneo c’è il Servette, a +3 da Saipi e compagni. E lo scontro diretto alla ripresa dei giochi, se favorevole al Lugano, azzererebbe pure questo contatore. Quello relativo al raffronto con il Basilea, per contro, racconta di un esiguo scostamento. Dopo le prime 18 curve, i bianconeri vantavano 1 punto di vantaggio, ora invece sono i renani avanti di una lunghezza, per mezzo dei (soli) 16 punti su 30 totalizzati.
Le sei migliori formazioni del torneo sono anche quelle che, nel periodo considerato, hanno mosso maggiormente la graduatoria. Il Lugano, con i citati 14 punti, non ha però saputo fare meglio del San Gallo e del sorprendente Yverdon, capace di staccare prepotentemente il fanalino di coda Winterthur. Del gruppetto al vertice, comunque, due squadre hanno viaggiato a una velocità più sostenuta, operando non a caso il maggior numero di sorpassi. Il Servette, che a metà dicembre era quarto a -2 dal Lugano, è passato al comando, forte di 19 punti conquistati sui 30 in palio. Il grande vincitore dell’ultimo spezzone di Super League, però, è lo Young Boys, autore di 20 punti e - di riflesso - trasformatosi da club allo sbando a serissimo candidato per mettere le mani sull’ottavo titolo in nove stagioni.
Se la rincorsa parte dalla difesa
Oddio, pur salendo dal nono al quinto rango, i gialloneri non hanno recuperato un’enormità sulla vetta, ieri distante 8 lunghezze, adesso 5. Sotto la gestione Contini, ad ogni modo, i campioni in carica hanno sfruttato tre fattori. Innanzitutto l’incapacità del leader di turno di andare in fuga. Il Lugano ha fallito due volte l’opportunità di portarsi a +3, alla ripresa pareggiando 2-2 a Cornaredo con il Basilea e in occasione della 25. giornata, complice la sconfitta per 1-0 proprio al Wankdorf. I renani avrebbero da parte loro potuto scappare almeno a +4, nel quadro del 23. turno. Ultimo a toppare, sabato, è quindi stato il Servette, battuto dall’Yverdon e invece che portarsi a +5 rimasto con due lunghezze di vantaggio sul Basilea.
Nelle ultime dieci uscite, l’YB ha poi stabilizzato la difesa, trafitta appena 6 volte, e cioè la metà dei concorrenti più performanti. Fra questi non figura il Lugano, che con 16 gol subiti da gennaio presenta il peggior passivo tra le prime sei. Ma a Berna, oltre al sintetico amico e all’onere Champions subito venuto meno, si è pure segnato più di ogni altra compagine. In questo senso - e siamo alla terza variabile filogiallonera - i rinforzi invernali del club hanno sicuramente avuto un impatto notevole: da Christian Fassnacht (4 gol) a Chris Bedia (5), passando per Rayan Raveloson. Lo stesso, appunto, non si può dire delle altre aspiranti al titolo, favorite solo in parte (o per nulla aiutate) dai trasferimenti in entrata operati dalle rispettive dirigenze. Lo Zurigo si gode Steven Zuber (4 reti), il Servette sta scoprendo Alioune Ndoye (3), così come il Basilea Philip Otele (3). E il Lugano? Beh, con Georgios Koutsias (4 reti in campionato) si è infine trovato un attaccante degno di questo nome. Salutate tra le lacrime Coppa ed Europa, i bianconeri hanno ora la possibilità di rifiatare veramente, recuperando appieno alcune preziose pedine che ruotano attorno al bomber greco e - soprattutto - ritrovando lo slancio perduto. Il gattopardismo della Super League, d’altronde, presto o tardi sarà costretto a mollare la presa.