In riva al Reno, inarrestabile, un’altra cascata dei granata
Se i granata speravano che la trasferta nelle vicinanze del Reno avrebbe lavato via il loro momento no, beh, hanno dovuto cambiare presto i piani. Piuttosto, le acque delle celebri cascate hanno fatto scivolare nuovamente i sopracenerini. Alla FCS Arena, infatti, lo Sciaffusa è stato abile a sfruttare le incertezze e gli errori della squadra di Benavente, e ha meritatamente conquistato la vittoria per 2-1. La gioia della vittoria manca al Bellinzona da cinque partite, da oltre un mese. «Si può parlare di crisi? Non lo so, ma sicuramente è un momento negativo che stiamo attraversando. Capita a tutte le squadre prima o poi, perché la Challenge League è un campionato estremamente equilibrato», osserva capitan Mihajlovic, visibilmente dispiaciuto al termine della sfida.
Inizio horror
A compromettere la gara dei granata è stato soprattutto un primo tempo horror, degno del miglior vestito di Halloween. Sì, l’ACB sembrava proprio una squadra travestita, irriconoscibile rispetto a inizio stagione. Già al quarto d’ora, un’incomprensione grossolana tra retroguardia e portiere ha permesso a Sulaka di siglare l’1-0 indisturbato, sugli sviluppi di un corner. Poi, Sangare – schierato come difensore centrale – ha lasciato troppa libertà a Pasadore, che ha raddoppiato con un tiro rasoterra. Ahia. «È difficile commentare gare come questa – spiega ancora il numero 91 -. Quando subisci due gol del genere, che indirizzano la gara, poi tutto si fa più complicato. Ci siamo messi i bastoni tra le ruote da soli». In occasione della seconda rete, Mihajlovic ha anche ricevuto un duro colpo al volto, e il cerotto che porta sullo zigomo ne è testimone: «Non capisco come non sia stato fischiato il fallo».
Una reazione, i granata, l’hanno poi mostrata nella ripresa. Forti del gol di Tokam – il sesto di testa, nessun’altra squadra ne ha segnati più del Bellinzona in questo modo –, hanno anche sfiorato il pareggio negli ultimi minuti. «Ma quando giochi solo un tempo su novanta minuti, è difficile fare un buon risultato. Potrei dire che della prestazione di oggi salvo la nostra reazione, ma la verità è che quando perdi c’è poco o nulla da salvare».
«Si parla tanto»
Insomma, dopo una prima parte di stagione al di sopra delle aspettative, seguita da questo progressivo declino, per i granata sembra giunta l’ora di decidere cosa diventare da grandi. E il capitano sembra avere le idee chiare a riguardo. «Innanzitutto, dobbiamo essere tutti più umili. A Bellinzona si parla tanto, a volte sento anche nominare la promozione in Super League. Ma dobbiamo dirci la verità, non raccontarci le favole. E la verità è che le squadre attrezzate per salire di categoria sono altre. Sono qui da tre anni e ho capito che ogni volta che si lanciano proclami, si cade in basso. Più voli in alto, più fa male cadere. Allora penso che dovremmo tornare tutti con i piedi per terra, io per primo». Un concetto chiaro, cristallino, che secondo il terzino si deve ritrovare anche nel sistema di gioco. «Il campo dice che siamo uno tra i peggiori attacchi, ma è un problema che ci portiamo dietro da anni. Eravamo una delle migliori difese, ma contro lo Sciaffusa non è stato così. Dobbiamo quindi ripartire proprio da una solida fase difensiva e concentrarci sulle ripartenze, perché il nostro punto forte è questo. Siamo una squadra che deve lottare in ogni partita, senza mai guardare troppo in là. Speriamo di riprenderci già nel prossimo incontro».