«Io tifoso del Legia? Assolutamente no»
Varsavia non può lasciare indifferenti. Con i suoi contrasti, la sua storia tormentata e ora lo spettacolo del Natale, declinato in chilometri e chilometri di luminarie. Fa freddo. Parecchio freddo, certo. Ma la capitale polacca sa comunque toccare le corde giuste. Ci prova, quantomeno, con tutto il suo fascino. Per Kacper Przybylko, sangue e passaporto polacchi, l'ultima trasferta della fase a campionato della Conference League potrebbe dunque rappresentare la svolta. Non segna dal 1. settembre, l’attaccante del Lugano e - appunto - il match di domani sera ha un significato speciale. Quando i giornalisti lo sollecitano sulla sfida contro il Legia Varsavia, non a caso, gli occhi del diretto interessato brillano e le sue risposte si dilungano. «Io tifoso del Legia? Assolutamente no. Ritrovare il gol proprio qui per sbloccarmi? Se avrò la chance di giocare - e sì, sono curioso e felice di poterlo fare in Polonia - cercherò in tutti i modi di aiutare la squadra. È ciò che ho tentato di fare sin qui, mettendomi soprattutto al servizio dei compagni. Poi si possono sicuramente andare a ricercare le ragioni alla base del mio digiuno da gol. Una cosa però ve l’assicuro: ci sto provando in tutti i modi». E, con Vladi infortunato, è probabile che l’occasione si ripresenti stasera.
L’allenatore bianconero Mattia Croci-Torti non si nasconde. «Per noi è un appuntamento con la storia. Fare punti significherebbe giocarsi l’accesso agli ottavi di finale con il Pafos. Per questa ragione non possiamo permetterci cali di tensione. No, alla partita di domenica con il Losanna non pensiamo ancora. Scenderanno in campo i giocatori più pronti, sia fisicamente, sia mentalmente. Ci attende una gara d’altissima intensità. Il Legia merita tanto rispetto. In Conference sta andando fortissimo. Per dire: a Topola hanno vinto 3-0, mentre il Lugano ha lasciato la Serbia ammaccato». Al netto delle temperature sotto lo zero, l’atmosfera sarà incandescente, complice una delle tifoserie più calde d’Europa. «E in questi contesti i miei uomini tendono a gasarsi» avverte il Crus. «In fondo si gioca a calcio per questo tipo di partite. E, al proposito, abbiamo già dimostrato di poter dire la nostra in altri stadi importanti. È anche una questione tattica. Questi avversari, quando si esibiscono in casa, tendono a lasciare tanti spazi. Ed è in queste circostanze che sappiamo esaltarci. Serve coraggio e io alleno una squadra coraggiosa».