Il bilancio

La classe di Lautaro e Handa, la gioia del milanista Casciato

L'Inter fa la differenza con i guizzi dell'argentino e i miracoli del suo portiere, il Lugano sbaglia troppo – La parola a Mattia Croci-Torti e Simone Inzaghi
Massimo Solari
12.07.2022 22:13

A guastare la serata magica di Alessandro Casciato è stata l’anchorwoman di Sportitalia. Pronto a raccontare in diretta nazionale le emozioni per la rete segnata all’Inter, lui rossonero sfegatato, il 22.enne bianconero è stato bloccato. «Sta arrivando proprio ora mister Inzaghi». Spiaze. L’ex attaccante del Rapperswil, comunque, di taccuini e microfoni ne ha visti parecchi. «La mia esultanza vistosa? Beh, se non esulto dopo aver segnato contro l’Inter, quando dovrei farlo?». Come dargli torto. Insomma, poco importa se la rete del giovane attaccante del Lugano è stata l’unica della serata a fronte del poker nerazzurro. «In quanto grande tifoso del Milan è stato indubbiamente speciale».

Il Crus: «Non ho rischiato nulla»

A godere maggiormente, tuttavia, sono stati i numerosi tifosi interisti che hanno colorato Cornaredo. Felici ed esaltati per la ritrovata intesa fra Lautaro Martinez e Lukaku. A trascinare la «LuLa», e di riflesso l’Inter, è invero stato più l’argentino. Letale sotto porta. «Anche se la verità è che abbiamo fatto quattro regali ai nostri avversari e subito altrettante reti» osserva Mattia Croci-Torti. Il tecnico del Lugano non bada però eccessivamente al risultato. «La partita che conta è domenica, contro il Sion. Una formazione, quella vallesana, che per qualità e struttura fisica non può competere con l’Inter. Insomma, vedrete un’altra gara». Okay, ma con quali uomini? L’infermeria bianconera, purtroppo, è bella affollata. «Per questa ragione, soprattutto nel secondo tempo, non ho rischiato nulla. Onestamente, per me è stato di vitale importanza chiudere l’incontro senza ulteriori defezioni». Già. Sta di fatto che senza gli infortunati Arigoni, Hajrizi, Amoura e lo squalificato Belhadj, le soluzioni scarseggiano ancor prima di iniziare la stagione. «Ma sono cose che succedono» taglia corto il Crus: «A gennaio eravamo nella stessa situazione. Perciò rimango fiducioso. Tutti vogliamo iniziare bene. E se sarà necessario non mi farò problemi a gettare nella mischia un giovane. L’importante sarà l’atteggiamento. Sarà lottare».

La «LuLa» e Celar-Babic

Ecco. A proposito di determinazione. Oggi, suggerivamo, i bianconeri hanno pagato caro l’assenza di concentrazione. A immagine della papera commessa da Saipi in occasione del raddoppio nerazzurro. «Peccato anche non aver trovato più gol» sottolinea l’allenatore, alludendo alle diverse occasioni create nel primo tempo. Oddio, a essere onesti l’Inter è stato salvato più dai miracoli di Handanovic che dall’imprecisione avversaria. Finendo per alzare al cielo la prima edizione della «Super Cup». E facendo felice Simone Inzaghi: «Siamo stati bravi, confermo» ha dichiarato ai colleghi di Sportitalia, dopo aver rubato la scena all’uomo partita del Lugano. «Affrontavamo una squadra che domenica esordirà in campionato e lo abbiamo fatto con una prova seria» ha proseguito l’ex Lazio. Inevitabile la domanda sulla ritrovata coppia offensiva: «Con Lukaku e Lautaro ho in rosa due campioni. Ai quali aggiungere Dzeko e, lo si è visto nella ripresa, Correa».

Davanti Croci-Torti ha invece lanciato l’inedito duo Celar-Babic. Banalmente, i profili in condizione migliore. «Per Bottani e Mahou vale il discorso fatto in precedenza» indica il 40.enne momò. «A un amen dall’avvio della stagione, e tenuto conto del ritardo di entrambi nella preparazione, bisogna essere prudenti. E previdenti». Al numero dieci bianconero sono in ogni caso bastati pochi minuti, e un paio di strappi dei suoi, per mettere in apprensione la difesa nerazzurra. «Ben venga inoltre se i nuovi innesti sul fronte offensivo mi permetteranno di giostrare qualche passo indietro» afferma il Botta. «Della vecchia guardia siamo rimasti in pochi. E per assimilare i cambiamenti intervenuti nel frattempo - sul piano della rosa e del modulo -, servirà ovviamente del tempo. E altresì una certa pazienza». Sì, come quella encomiabile mostrata da Alessandro Casciato.

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