Calcio

Le emozioni prima dei risultati, così Ursea fa brillare la sua stella

La neopromossa Etoile Carouge, che venerdì sera ospita il Bellinzona, occupa a sorpresa il secondo posto in Challenge League - In poco più di un anno l’ex allenatore del Nizza ha fatto cambiare pelle al club: «Vedere sempre più gente allo stadio mi rende felice»
Il tecnico rumeno dell'Etoile Carouge. ©Keystone/SALVATORE DI NOLFI
Giacomo Notari
21.11.2024 21:02

Chi si sarebbe mai aspettato di vedere la neopromossa Etoile Carouge al secondo posto della graduatoria di Challenge League dopo quattordici giornate? Di certo non il suo allenatore Adrian Ursea. Dalla nomina sulla panchina della seconda forza del canton Ginevra, nell’estate del 2023, ad oggi, il tecnico rumeno non ha infatti mai mancato di sottolineare quanto gli ottimi risultati ottenuti dalla propria squadra siano arrivati prima di quanto pianificato. «La squadra ha raggiunto traguardi importanti prima del previsto, senza che si trattasse di obiettivi dichiarati. Quando ho firmato con il club, avevamo previsto di stabilizzarci in Promotion League durante la mia seconda stagione. I grandi progressi fatti dal gruppo, che ha aderito al progetto in poco tempo, ci hanno però permesso di essere in anticipo rispetto alla nostra tabella di marcia». Eccome. Dopo una stagione da protagonista, l’Etoile Carouge è stata promossa e si trova ora in vetta alla lega cadetta, dietro al solo Thun. E anche se l’ex allenatore del Nizza non lo ammetterà mai, la compagine ginevrina gli deve parecchio del suo successo. Non per niente, nello scorso mese di luglio, al tecnico è stato rinnovato il contratto fino al 2027.

Un’unica priorità

Qual è, allora, la ricetta di Adrian Ursea? Chi ha già visto giocare il suo Carouge, o ha avuto modo di leggere o ascoltare qualche intervista del 57.enne, sa quanto quest’ultimo sia legato al contenuto, più che al risultato. «A dire il vero, il mio unico obiettivo come allenatore, e il nostro ruolo come squadra, è quello di regalare emozioni alla gente», - osserva Ursea - «Vedere sempre più gente allo stadio è in questo senso un indicatore che le cose stanno andando bene, e mi riempie di gioia. La mia idea di calcio è sempre stata quella di cercare di tenere la palla, di controllare il gioco e di dominare l’avversario. Faticherei a far praticare un altro calcio alle mie squadre e non ho mai cercato di farlo. Non penso che si debba decidere se privilegiare il gioco o i risultati, ma credo soprattutto che entrambe le cose siano legate». Lo sono state, in ogni caso, dal suo arrivo alla Fontenette - o piuttosto dal suo ritorno, visto che l’ex attaccante del Locarno aveva vestito la maglia dell’Etoile Carouge come giocatore per sei mesi durante la stagione 1994-95 - un anno e mezzo fa.

Riusciamo a dominare la maggior parte dei nostri avversari, poco importa se siamo appena stati promossi
Adrian Ursea, allenatore Etoile Carouge

Non si cambia nulla

Nonostante il salto di categoria, e con questo la necessità di andare a punti in un campionato definito dallo stesso Ursea «molto ansiogeno, dove ci si ritrova subito in alto o in basso vincendo o perdendo due partite di fila», la neopromossa ginevrina è quindi rimasta fedele ai suoi principi di gioco. Anche a costo di pagare a caro prezzo le serate nelle quali tutto non gira secondo i piani: vedi la sconfitta per 5-1 contro lo Stade Losanna del 27 settembre. «Cerchiamo semplicemente di continuare ad applicare quello che già facevamo, in partite che sono diventate più intense, e che disputiamo contro avversari ancora migliori. Cambiare modo di giocare non è mai stato un tema. Per il momento siamo molto contenti di come stanno andando le cose, perché per la maggior parte delle nostre partite siamo stati in grado di dominare delle formazioni che non erano programmate per esserci inferiori. Siamo quasi sempre riusciti a imporre il nostro gioco». I metodi chiari e immutabili del tecnico rumeno, che fin qui hanno portato successo all’Etoile Carouge, non si traducono - da parte di Adrian Ursea - nel disprezzo per le squadre che prediligono il pragmatismo per ottenere i risultati. «Rispetto tutti i modi di fare calcio. Dal mio punto di vista, l’avversario è quello che c’è di più prezioso per un allenatore, ed è grazie ai problemi che quest’ultimo ci pone ad ogni partita che si riesce a migliorare. Mi vengono ad esempio in mente le due partite contro il Thun, entrambe perse. Nel secondo incontro che abbiamo disputato contro i bernesi, infatti, c’è stata una differenza enorme rispetto alla prima sfida, e ciò significa che abbiamo approfittato della prima lezione per crescere come squadra».

Bellinzona, atto secondo

Il secondo incontro contro il Bellinzona andrà invece in scena venerdì sera, alla Fontenette. A inizio agosto, i ginevrini avevano strappato un punto su rigore al novantesimo al Comunale. Nonostante la crisi attraversata dai granata, l’allenatore dell’Etoile Carouge prevede una partita tosta. «Il Bellinzona ha una delle tre migliori rose della lega. Li abbiamo studiati e sappiamo che sono una bella squadra. Per noi sarà una buona opportunità per crescere ancora, e si tratterà soprattutto di una partita che lancerà una serie di fuoco da qui a Natale». Chissà se saranno ancora così in alto in classifica, i ginevrini, da qui alla fine dell’anno. Le priorità di Adrian Ursea, che spera di continuare a « contribuire a fare crescere il club», vanno in ogni caso, e lo si è capito dalle sue parole, oltre a tutto ciò.

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