Calcio

Nicola Bignotti: «Questo Lugano merita il titolo»

A poco più di un anno e mezzo dal suo arrivo all’Yverdon, l'ex dirigente dell'FC Chiasso è stato promosso alla vicepresidenza dell’area calcistica del club
©CdT / Chiara Zocchetti
Giacomo Notari
18.10.2024 17:00

Che Yverdon non sia la città più soleggiata della Svizzera non è di certo un segreto. «Qui ormai piove praticamente tutto l’anno», scherza Nicola Bignotti rispondendoci dal canton Vaud. Gli ultimi giorni dell’ex dirigente rossoblù sono però stati abbelliti da una promozione sul piano professionale che può far dimenticare il grigiore meteorologico. A poco più di un anno e mezzo dal suo approdo nel club romando, Bignotti è infatti stato nominato vicepresidente dell’area calcio. «Il cambiamento è relativo», spiega l’ex direttore dello sviluppo dell’Yverdon. «Il mio focus sarà più sull’area sportiva e meno sulla gestione generale. È sicuramente qualcosa che mi fa felice, perché per chi lavora nel mondo del calcio essere a più stretto contatto con il campo è sempre piacevole. Altrimenti tanto vale lavorare in un azienda qualsiasi».

L’esempio Kevin Carlos

Tra la promozione in Super League e l’arrivo della nuova proprietà americana, Nicola Bignotti ne ha già viste passare parecchie dal suo approdo nella città termale. Nel marzo del 2023, poche settimane dopo il fallimento dell’FC Chiasso, ad offrirgli questa opportunità fu Marco Degennaro, nel frattempo tornato a Sion. «Devo dire che mi trovo molto bene, qui c’è un progetto accattivante», assicura Bignotti. «Siamo una struttura ancora piccola, ma molto bene organizzata. Con il presidente Jeffrey Saunders e il direttore tecnico Filippo Giovagnoli c’è grande sintonia. Sono dei professionisti veri che stanno costruendo una società solida e funzionale». In questo senso, una delle grandi novità dell’estate in quel di Yverdon è stata la costruzione di una nuova tribuna capace di soddisfare le norme della Super League. «Cerchiamo di crescere un passo alla volta, tenendo conto del fatto che la priorità rimane il campo». È proprio la necessità di rimanere competitivi in un campionato «nettamente più difficile della Challenge League» che spiega la strategia di mercato dell’Yverdon. Una strategia che, per usare un eufemismo, non sempre viene vista di buon occhio. «Una società dev’essere sostenibile», ricorda innanzitutto l’ex dirigente dell’FC Chiasso. «Se ogni anno soltanto l’azionista ci mette dei soldi, vuol dire che il modello scelto è sbagliato. Se si vogliono fare coincidere i risultati sportivi e quelli economici, la compravendita di giocatori è sicuramente una soluzione interessante. Anzi, più che una soluzione è una necessità. Lo abbiamo visto con un giocatore come Kevin Carlos, che abbiamo acquistato a basso costo, che ha chiuso come capocannoniere della Super League aiutandoci a mantenere la categoria, e che abbiamo poi potuto cedere quest’estate per oltre 3 milioni di franchi. È stata una transazione per noi straordinaria, che ci ha permesso di consolidare l’aspetto finanziario del club in un tempo breve».

Solo applausi per il trio

Il nome del centravanti spagnolo di origini nigeriane era stato accostato anche al Lugano quest’estate. Alla fine - e il tema è già stato discusso e ridiscusso - il sostituto di Celar a Cornaredo non è però arrivato. Il vicepresidente dell’area calcio della squadra vodese è però convinto di come, anche senza il Kevin Carlos di turno, i bianconeri siano attrezzati per puntare al titolo: «Il Lugano ha la squadra più forte, l’allenatore migliore e la società dal mio punto di vista più solida e più in crescita del nostro campionato», sottolinea Bignotti. «Ammiro molto il lavoro svolto da Blaser, Da Silva e Croci-Torti. Renzetti aveva lasciato delle basi solide, ma loro tre hanno permesso al club di compiere un ulteriore salto di qualità. Oggi è la squadra che gioca il miglior calcio della Super League e, per il lavoro svolto in questi ultimi anni, penso che sarebbe anche giusto e meritato che vincesse il titolo». Una via, quella seguita dal club bianconero dall’acquisto della società da parte di Joe Mansueto nell’estate del 2021, che può sicuramente fungere da esempio per l’Yverdon, passato pure lui in mani americane all’alba della stagione scorsa: «La cosa più importante è riuscire a salvarci per due o tre stagioni di fila in Super League, per consolidare il club a questi livelli», osserva l’ex dirigente di Genoa, Bellinzona e AlbinoLeffe. «È qualcosa di tutt’altro che scontato, basta vedere che in coda alla classifica in questo momento ci sono il campione svizzero in carica così come il Grasshopper, gestito dagli stessi proprietari del Los Angeles Football Club. Siamo però consapevoli del nostro potenziale e siamo supportati da una proprietà solida, ambiziosa e lungimirante che ci permette di guardare al futuro con fiducia». Il futuro prossimo, intanto, farà rima con tre sfide ravvicinate contro la squadra di Mattia Croci-Torti. Dopo il primo scontro stagionale di domenica, infatti, Yverdon e Lugano si incontreranno nuovamente il 3 di novembre a Cornaredo, prima di ritrovarsi negli ottavi di Coppa Svizzera il 4 di dicembre allo Stade Municipal.

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