Tutto molto incerto, ma così non basta

Tutto molto incerto. Bruno Pizzul, dalla non lontana Gorizia, avrebbe sintetizzato così la situazione tra Lugano e Celje dopo la gara d’andata degli ottavi di finale di Conference League disputata in Slovenia. I bianconeri sono sotto di una rete. E quindi messi peggio, sì. Il risultato maturato allo Z’dezele Stadium, tuttavia, presta il fianco alla speranza e a uno scenario meno arido rispetto a quanto osservato lungo i primi 90’ della contesa.
Già, perché il Lugano non ha trovato il gol per la quarta partita consecutiva. E, di riflesso, ha subìto la quarta battuta d’arresto in pochi giorni. Non era mai successo con Mattia Croci-Torti sulla panchina bianconera. Sintomo evidente del malessere che affligge staff tecnico e giocatori.
Un solo piano gara
Lo ripetiamo. Non è ancora finita, anzi. Lo Celje, al netto del successo, si aggrappa al solo guizzo di Svetlin, bravo a colpire gli ospiti nel cuore del primo tempo. Gli uomini di Riera, ad ogni modo, non hanno impressionato, permettendo ai bianconeri di spingersi a più riprese dalle parti di Ricardo Silva. Soprattutto prima della pausa, quando Bottani e compagni avrebbero potuto e dovuto trovare la via della rete. A differenza di tante altre volte in stagione, infatti, la formazione messa in campo dal Crus e gli effettivi a disposizione suggerivano un unico e ragionevole piano gara: fare male all’avversario nella prima ora, contando sulle buone intenzioni dei titolarissimi, Bislimi a parte. I rientranti Grgic, Steffen e Papadopoulos, tuttavia, hanno deluso per una ragione o per l’altra. Il primo, non al meglio, non ha mai cambiato marcia al Lugano. «Renatone» - e qualche varco interessante per riuscirci c’era - non ha lasciato il segno negli ultimi 30 metri. Il difensore greco, da parte sua, si è dapprima perso il match-winner Svetlin, mentre nel finale si è cercato e beccato uno stupido cartellino rosso. Non un bene in tempi di magra.
«Possiamo ribaltarla»
Peccato, insomma. Nonostante la superficialità e un certo narcisismo, la difesa dello Celje è riuscita a non essere trafitta per la prima volta tra le mura amiche in Conference League. Il che, appunto, accresce i rimpianti di un Lugano comunque incapace di insistere e incidere nella ripresa. «D’altronde gli sloveni hanno smesso di giocare, impedendoci di trovare buone soluzioni» sottolinea al proposito il tecnico Croci-Torti. «Trattandosi di una sfida su 180 minuti, tuttavia, non potevo assumermi rischi eccessivi». Di fatto, il Crus ha tentato solo la mossa Przybylko per uno spento Koutsias. Non ha funzionato. «È una sconfitta brutta, ma l’1-0 si può ribaltare» rileva in ogni caso l’allenatore del Lugano, ovviamente deluso per la statistica sul piano realizzativo. «Fa male, non lo nego, a maggior ragione considerato che noi abbiamo totalizzato 14 conclusioni, mentre lo Celje si è fermato a 6». Un gol, però, gli sloveni lo hanno trovato. Per fortuna tutto rimane molto incerto.
«Ci abbiamo provato, ma è mancato il gol»
C’è rammarico, tra le fila bianconere, per la sconfitta subita contro lo Celje. La quarta sconfitta consecutiva per gli uomini di Croci-Torti. Un filo di amarezza si è percepito anche nelle parole di Mattia Bottani, raggiunto dai microfoni della RSI: «Ci abbiamo provato. Nel primo tempo abbiamo aspettato un po’ troppo il nostro avversario. Nella ripresa, invece, abbiamo cercato di creare di più, mentre loro hanno fatto ben poco. Ma ancora una volta ci è mancato il gol. È altresì vero però che abbiamo perso solo 1-0. Tra sette giorni potremo riscrivere il nostro destino. Abbiamo ancora tutte le carte in tavola per fare bene». Tra una settimana, tuttavia, il capitano del Lugano non ci sarà. Così come neanche Papadopoulos, espulso sul finale. Come approcciare, dunque, la gara di ritorno? «Con organizzazione e giocando come siamo soliti fare, cercando più fraseggio e puntando sulla nostra qualità tecnica. Non servirà cercare troppe verticalizzazioni, perché davanti non abbiamo più il passo di una volta. Dovremo essere più compatti e solidi, sia in fase offensiva sia in quella difensiva», conclude Bottani.