FC Lugano

«Vederci lì, vicini a Chelsea e Fiorentina, mette un po’ i brividi»

Mattia Croci-Torti esalta la sua squadra dopo l'impresa di Varsavia in Conference League: «Per vincere in contesti del genere serve una mentalità incredibile»
© Keystone/Leszek Szymanski
Massimo Solari
12.12.2024 22:30

È come se la passeggiata mattutina della squadra, per le vie della splendida Varsavia, si fosse fermata alla Chiesa della Santa Croce. Al suo interno, in uno dei pilastri di sinistra, è rinchiuso il cuore di Fryderyk Chopin, pianista e compositore immenso, orgoglio della capitale polacca. Sì, è come se il Lugano avesse preso ispirazione da uno dei più grandi musicisti di tutti i tempi. Qualche ora dopo, nel catino incandescente del Marshall Jozef Pilsudski’s Municipal Stadium, si è infatti assistito a un capolavoro. Una prestazione al limite della perfezione, soave e al contempo lineare, senza tentennamenti. Un notturno bianconero. La notte per il favorito Legia Varsavia.

La mossa decisiva

In Polonia è finita 2-1 per i ticinesi, protagonisti di un’altra vittoria da album dei ricordi dopo quelle di Istanbul e Belgrado, o in casa contro il Gent. Al netto del prestigio, però, è il peso dei 3 punti conquistati a fare rumore. Il Lugano sale a quota 12 punti e, oramai, vede vicinissimi gli ottavi di finale di Conference League. Pazzesco. «Anche perché, diciamolo, l’obiettivo che ci eravamo posti era un altro: l’accesso ai playoff» rileva Mattia Croci-Torti. «E vederci lì, vicini a Chelsea e Fiorentina, mette un po’ i brividi».

Le basi per l’opera d’arte ammirata a Varsavia le ha gettate proprio l’allenatore bianconero. Prima e durante l’incontro. Il Lugano se l’è giocata una volta di più senza un centravanti di ruolo. «Ma a fare la differenza è stata la decisione di invertire Mahou con Bottani, poco prima della mezz’ora» spiega il tecnico. In quel momento gli ospiti erano sotto 1-0, complice la rete di Morishita caduta già all’11’. «Il Legia stava effettuando un pressing molto alto e il nostro possesso palla mi sembrava troppo orizzontale. Lo spostamento di Mahou nel ruolo di prima punta e i movimenti di Bottani fra le linee ci hanno quindi permesso di ritrovare la necessaria verticalità».

Una reazione grandiosa

La spallata alla sfida, cruciale per potersi mettere in condizione di scrivere la storia fra una settimana, l’ha data proprio il «Pibe» bianconero, autore del meritato pareggio con un colpo di testa «sporco». «Non era evidente gestire l’atmosfera dello stadio e al contempo reagire allo svantaggio» sottolinea Croci-Torti. «Invece non abbiamo mai smesso di giocare con grande personalità. Per vincere in contesti del genere, d’altronde, serve una mentalità incredibile. Serve non avere paura». E no, il Lugano non ha tremato. Anzi. Dopo la pausa i bianconeri hanno continuato a controllare la manovra, a punzecchiare qua e là il Legia. Sino all’apoteosi, firmata Hajdari. «È una vittoria dal valore altissimo» riconosce di nuovo il Crus. «Ma al fischio finale non mi sono lasciato andare. Ed è il messaggio che ho subito voluto trasmettere anche alla squadra. Non è ancora il momento di rilassarsi». Già, mancano due gare decisive per l’Europa dei grandi e per continuare a essere grandi in patria. Come Chopin.

In questo articolo:
Correlati