E se una squadra svizzera disputasse il Mondiale per club?

Il dettaglio, non trascurabile, ha catturato l’attenzione di molteplici appassionati. Nelle ultime settimane infatti, di pari passo con l’avanzare della corrente edizione della Champions League, alcuni risultati sono stati accompagnati da un insolito annuncio. Su per giù di questo tenore: «Grazie a questo esito, il club xy ha staccato un biglietto per la prossima edizione del Mondiale per club, la prima con la formula rinnovata». Già. In pochi, tuttavia, hanno familiarità con il nuovo evento. E ancor di meno con i criteri di qualificazione da soddisfare per potervi prendere parte. Perché, ad esempio, il Liverpool è certo di essere escluso, mentre Porto e Benfica voleranno negli Stati Uniti? E perché un club blasonato come il Barcellona rischia di rimanere tagliato fuori? Accortasi del problema, la FIFA stessa è corsa ai ripari lo scorso 28 febbraio, pubblicando sul suo sito internet un calcolatore che permette di seguire in tempo reale il percorso di qualificazione delle varie squadre nei rispettivi continenti. Sfogliarlo, va da sé, è affascinante. Ma per comprenderne appieno i meccanismi, è meglio riavvolgere il nastro.
Ai tifosi piace, ai giocatori no
Quella che andrà in scena l’estate prossima negli USA, suggerivamo, sarà la prima edizione consacrata al nuovo formato, dopo che i precedenti tentativi di riforma (in particolare quello previsto in Cina nel 2021) erano stati annullati a causa della pandemia di coronavirus. Nel concreto, i cambiamenti radicali rispetto al passato saranno tre: il numero dei club partecipanti aumenterà da 7 a 32, l’evento non si terrà più in dicembre/febbraio bensì in estate (dal 15 giugno al 13 luglio nel 2025) e il torneo avrà una cadenza quadriennale invece che annuale. La rivoluzione, ça va sans dire, ha generato - e continua a generare - opinioni contrastanti. Gli appassionati, storicamente poco interessati al vecchio formato, hanno salutato con piacere ed entusiasmo la scelta di rinnovare la manifestazione. I giocatori, le squadre e i vari campionati continuano invece a opporsi attivamente a un evento che ai loro occhi non farà che incrementare i carichi di fatica dei calciatori, in un calendario già fin troppo fitto. A prescindere dalle varie posizioni, ad ogni buon conto, la prima edizione è di fatto già in cantiere. E sì, fungerà da antipasto alla Coppa del Mondo statunitense del 2026.
Una porticina per le elvetiche
Dipinto il contesto, resta tuttavia da sciogliere il nodo cruciale: chi prenderà effettivamente parte all’inedita manifestazione allargata? Per iniziare a farsi un’idea in merito a chi vedremo all’opera, è bene sapere che a far testo in ottica qualificazioni - escluso lo slot extra destinato a una squadra del Paese ospitante - sono solo e unicamente i risultati ottenuti dai club nell’ambito della principale competizione del loro continente. Tradotto: le varie Champions League e, in Sudamerica, la Coppa Libertadores. Tranne l’Oceania che presenta un solo campione, agli altri continenti è garantito un posto per ognuna delle quattro vincitrici della Champions nel quadriennio che porta al Mondiale. All’Europa e al Sudamerica sono poi concessi - rispettivamente - otto e due posti extra, da attribuire in base a chi in quel periodo ha accumulato più punti nei ranking UEFA e CONMEBOL.
Ovviamente, siccome un club potrebbe potenzialmente vincere la Champions per quattro anni di fila, la FIFA ha deciso di introdurre una regola per gestire tale scenario. E per evitare sovraffollamenti da parte di un singolo Paese, è stata inserita pure una seconda legge. Che, in un certo senso, apre una porticina e dà un po’ di speranza pure alle squadre svizzere.
Due regole, un effetto cascata
Ogni qualvolta che un campione si ripete, in effetti, a prendere il suo posto nelle qualificazioni è la squadra che - a seguire - è meglio classificata nel ranking. E vincitori a parte, ogni Paese può portare al Mondiale un massimo di due rappresentanti. L’esempio concreto dell’Europa, in questo senso, aiuta a comprendere meglio il regolamento. Chelsea (2021) e Manchester City (2023) hanno entrambe conquistato una Champions nel quadriennio 2021-2024, perciò il Liverpool, attualmente settimo nello speciale graduatoria UEFA, è già certo di essere escluso dal Mondiale in quanto l’Inghilterra può qualificare al torneo un massimo di due club. L’unica scappatoia per i Reds sarebbe stata vincere la corrente edizione, ma non vi hanno preso parte.
L’unione di queste due regole, osservando il calcolatore FIFA, non «punisce» soltanto la squadra di Jürgen Klopp. Bensì pure compagini blasonate come - allo stato attuale - il Barça, il Napoli, il Siviglia, il Milan, il Lipsia e via dicendo. Ma la cosa curiosa è che grazie all’effetto cascata generato dalle varie escluse, ora come ora l’ultimo club europeo virtualmente qualificato alla rassegna intercontinentale a stelle e strisce è il Salisburgo. Sì, avete letto bene, il Salisburgo.
Il Salisburgo potrebbe far scuola
Grazie ai risultati e alla continuità esibita nelle ultime edizioni della Champions League, la squadra austriaca - detto in parole povere - si è erta allo status di «migliore tra le altre». Ovvero la società che si è distinta maggiormente tra quelle che non militano nelle maggiori leghe continentali. E ora l’unico scenario che potrebbe impedirle di volare negli Stati Uniti, è un trionfo da parte di Arsenal o PSV Eindhoven nella corrente edizione. Clamoroso. Detto che in futuro il nuovo formato della Champions - tutto da scoprire - potrebbe portare a un piccolo ritocco dei paradigmi, concretamente quello del Salisburgo dovrebbe essere l’esempio da seguire per tutti i club svizzeri. Per avere una chance di qualificarsi al Mondiale del 2029, è necessario che una compagine elvetica riesca a prendere parte più volte alla fase principale della nuova Champions. Superandola, se possibile, in una o due occasioni. Un compito sulla carta arduo ma non impossibile, come dimostrato in passato dal Basilea, che nel decennio 2010-2020 aveva ben figurato in questo senso. La chance insomma, seppur flebile esiste. Non resta che coglierla, cullando un sogno mondiale.
La situazione attuale
Chi è già qualificato
Europa (UEFA): Chelsea, Real Madrid, Manchester City (campioni), Bayern Monaco, Paris Saint-Germain, Inter, Porto, Benfica, Borussia Dortmund e Juventus (ranking).
Asia (AFC): Al-Hilal e Urawa Reds (campioni).
Africa (CAF): Al-Ahly e Wydad Casablanca (campioni).
Nord-Centroamerica (CONCAFAF): Monterrey, Seattle Sounders e León (campioni).
Sudamerica (CONMEBOL): Palmeiras, Flamengo e Fluminense (campioni).
Oceania (OFC): Auckland City (1. classificata nel ranking tra i campioni continentali).
I posti ancora vacanti
Europa (UEFA): vincitore Champions 23/24 (1 posto), 8. eleggibile nel ranking (1 posto).
Asia (AFC): vincitore Champions 23/24 (1 posto), 1. eleggibile nel ranking (1 posto).
Africa (CAF): vincitore Champions 23/24 (1 posto), 1. eleggibile nel ranking (1 posto).
Nord-Centroamerica (CONCAFAF): vincitore Champions 2024 (1 posto), slot extra per il Paese ospitante (1 posto).
Sudamerica (CONMEBOL): vincitore Libertadores 2024 (1 posto), 1. e 2. eleggibili nel ranking (2 posti).