Calcio

È un match carico di significati, ma alla fine conta solo vincere

Sul neutro di Felcsut, domani sera contro Israele, la Svizzera cerca l’accesso anticipato a Euro 2024 - Il ct Yakin: «Nutro grande fiducia in questo gruppo» - Akanji: «Ciò che accade in Medio Oriente è tragico, ma noi siamo qui per blindare la qualificazione»
© KEYSTONE / LAURENT GILLIERON
Red. Sport
14.11.2023 21:40

Avrebbe ancora due jolly a disposizione, d’accordo. Ma la Svizzera sa bene - al di là dei discorsi di classifica - cosa significherebbe non battere Israele domani sera. Cosa? Beh, critiche. E di nuovo critiche. Oltre a un commissario tecnico ancor più pericolante. No, Murat Yakin e i suoi uomini non hanno diritto all’errore sul terreno neutro di Felcsut. Ne va della credibilità della Nazionale, messa a repentaglio dall’ultimo pareggio casalingo contro la Bielorussia e - in precedenza - già ammaccata dai mancati successi con Romania e Kosovo. Di qui il valore dei tre punti in palio in Ungheria. E lasciapassare anticipato per l’Europeo del 2024 in Germania, e analgesico per provare a lenire i tanti mal di testa e mal di pancia emersi all’interno e all’esterno dello spogliatoio elvetico. Assicurarsi il sesto grande torneo consecutivo, detto altrimenti, allenterebbe la pressione su tecnico e ASF. Almeno sino a dicembre, quando - parole del direttore delle squadre nazionali Pierluigi Tami - «con Yakin sarà discusso il futuro della selezione rossocrociata». A corto e lungo termine, sì. Poco importa, insomma, se il contratto del commissario tecnico verrà rinnovato automaticamente sino all’Euro in caso di qualificazione.

La scarpa di Nave Soham

La qualificazione e la posizione dell’allenatore, ribadiamo, potrebbero passare dal match con Israele. Una compagine a corto di competizione e con il cuore rimasto allo straziante conflitto in Medio Oriente. Nella pancia del piccolo impianto di Felcsut, il capitano d’Israele Eli Dasa si è presentato con una scarpa. «È di Nave Soham, un bambino di otto anni che è stato rapito insieme a sette membri della famiglia durante l’attacco di Hamas». La voce rotta dall’emozione. «È difficile per me parlare in questo momento. Nessuno di voi può immaginare la storia che c’è dietro questa scarpa. La casa di famiglia è stata rasa al suolo. La scarpa sinistra di Nave è tutto ciò che è rimasto. Lo stiamo aspettando».

Poco più tardi, seduto allo stesso posto, il difensore rossocrociato Manuel Akanji ha affrontato la questione con delicatezza e al contempo fermezza: «Ciò che sta accadendo in Medio Oriente è tragico. Tuttavia, siamo qui per una partita di calcio, per rappresentare la Svizzera e qualificarci a Euro 2024. Alla fine conta solo questo».

«Sarà un match aperto»

Alla gara, suggerivamo, la squadra non arriva sulle ali dell’entusiasmo. Anzi. Murat Yakin, però, ha elencato le ragioni che lo rendono ottimista: «La qualità dei giocatori, la nostra esperienza e la fiducia che nutro in tutto il gruppo». Quanto capitato un mese fa al kybunpark, ha in qualche modo assicurato il tecnico, non si ripeterà. «Il match contro Israele sarà più aperto rispetto a quello disputato con la Bielorussia. Anche il nostro avversario ha bisogno di punti». Già, anche se non è da escludere che Alon Hazan possa affidarsi alle seconde scelte, cercando di giocarsi il 3. posto e l’accesso ai playoff della prossima primavera nelle ultime due curve del girone.

La Svizzera, lei, vuole - pardon, deve - archiviare subito la pratica. «Come Nazionale puntiamo con decisione ai grandi tornei» ha evidenziato Yakin, rimandando ogni riflessione sulla qualità del gioco proposto, così come sull’importanza di chiudere al primo posto davanti alla Romania. La probabile formazione titolare conferma la volontà di badare al sodo in casa Svizzera. Niente esperimenti, come avvenuto nella desolante partita di San Gallo, e spazio all’undici tipo, con Sommer fra i pali, Akanji e Rodriguez in retrovia nonostante qualche acciacco, Amdouni prima punta e Zakaria in mediana insieme a Freuler e Xhaka. E a proposito del capitano. In Ungheria il centrocampista del Leverkusen diventerà il giocatore con più gettoni in rossocrociato: 119. L’aggancio ad Heinz Hermann, un mesetto fa, era stato rovinato dalla disastrosa prova contro la Bielorussia. Domani sera, intanto, toccherà a Shaqiri pareggiare il numero di presenze dell’«angelo biondo» del calcio elvetico. La speranza, va da sé, è che vi sia finalmente qualcosa per cui valga la pena festeggiare.

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